Regeni e la sospensione del processo ai quattro aguzzini
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Caso Regeni: la sospensione del processo. I genitori chiedono aiuto perché sia fatta giustizia

Il processo per gli aguzzini di Giulio Regeni è stato sospeso. I genitori “abbiamo sentito soltanto parole e niente azioni in tutti questi anni”

Negli ultimi giorni è arrivata la notizia della liberazione di Patrik Zaki, scarcerato dopo 22 messi in prigione in Egitto. Comunicazione arrivata in un momento delicato, però, nella battaglia della ricerca della verità per la morte di Giulio Regeni.

CASO REGENI, I GENITORI: “L’UE CI AIUTI A FARE GIUSTIZIA”

Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni, con l’avvocato Alessandra Ballerini, venerdì 10 dicembre 2021, chiederanno consiglio su cosa fare oggi per il figlio, dopo che il processo per gli aguzzini è stato sospeso dal Tribunale di Roma. Si troveranno al teatro comunale Eleonora Duse di Genova dalle 21.00. in un evento pubblico.

“Nostro figlio credeva nell’Europa. Noi esprimiamo la nostra solidarietà per tutto il popolo egiziano. Giulio era uno straniero e tutto il mondo ha capito che anche a un cittadino non egiziano può succedere di essere preso torturato ed ucciso. Noi chiediamo veramente la vostra vicinanza e il vostro aiuto con fatti concreti. Chiediamo aiuto all’Ue perché si faccia verità e giustizia per nostro figlio, che significherebbe aiutare anche il popolo egiziano”

Dice la madre di Giulio in un video registrato con il padre Claudio:

“In tutti questi anni abbiamo sentito soltanto parole e niente azioni”

Continua Claudio.

“In Egitto c’è una situazione preoccupante per quanto riguarda i diritti umani. Questo è stato denunciato dall’Onu, ma anche dall’Unione Europea.

CASO REGENI: LA SOSPENSIONE DEL PROCESSO E LE ACCUSE DAL PARLMANETO AD AL-SISI

Due fatti cruciali sono successi negli ultimi mesi: la decisione di non celebrare il processo da parte del Tribunale di Roma ai quattro agenti della National Security, in assenza dei domicili degli imputati, che il Cairo non vuole comunicare. E la durissima relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta che individua gli apparati del governo egiziano come responsabili dell’assassinio. Dunque, secondo l’Italia, i responsabili dell’omicidio sono nel palazzo del Governo di Al Sisi. Lo stesso palazzo che ha depistato, non ha collaborato alle indagini. E ora impedisce anche il processo.

GLI OSTACOLI

Da agosto è stato nominato un nuovo ambasciatore, Michele Quaroni, che però non ha ancora incontrato la famiglia. Quaroni si trova di fronte a un compito difficilissimo: ottenere il domicilio dei quattro imputati.  Condizione essenziale per poter celebrare il processo. Inoltre sullo sfondo c’è un altro problema, non di meno importanza, anzi: non ci può essere un processo se l’imputato non è a conoscenza delle accuse che gli vengono mosse. Basta infatti che il proprio Stato non consenta la notifica degli atti per impedire che il processo venga celebrato. Ecco perché c’era chi stava ragionando a Chigi e al ministero della Giustizia per pensare una norma che impedisca questa crudeltà. Per ora, nulla è ancora stato fatto.

 

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