Ancora Boccia e Meloni: su Rete 4 è di nuovo sfida tra l’influencer e la premier
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Caso Sangiuliano, tra stabilità invocata da Meloni e primi passi per il neo ministro Giuli. Il day after le dimissioni del 6 settembre

Certamente il caso Sangiuliano farà ancora parlare di per sé per diverso tempo. Le versioni di ogni attore coinvolto nella vicenda sono soggette a revisioni e modifiche costanti, e le prove sembrano moltiplicarsi di ora in ora, allargando il raggio d’azione dell’affaire.

Il Governo e la premier Giorgia Meloni sono alle prese con la difficile gestione di un day after complesso e irto di ostacoli. In particolare da Palazzo Chigi all’indomani delle dimissioni volontarie di Gennaro Sangiuliano da ministro della Cultura, filtra una certa preoccupazione per quelle che potranno essere le prossime conseguenze di questo intricato caso.

Il presidente del Consiglio invoca stabilità, conscia della burrasca in cui la propria imbarcazione politica è finita negli ultimi giorni. Intanto il neo eletto ministro Alessandro Giuli muove i primi passi nella propria nuova dimensione, lasciando dietro di sé un vuoto evidente, che ora in tanti cercano di andare a riempire. È infatti già cominciata la corsa alla direzione del Maxxi.

Caso Sangiuliano parla Meloni dopo l'avvicendamento del 6/09
Caso Sangiuliano parla Meloni dopo l’avvicendamento del 6/09

La posizione di Giorgia Meloni dopo le dimissioni di Sangiuliano: “Vicenda privata”

Sangiuliano si è dimesso per una vicenda privata. Il Governo non è indebolito

Parole chiare che puntano su ordine e stabilità, e che allontanano dall’esecutivo ombre di crisi (ci provano perlomeno). Questo l’intento concreto e primo della premier Giorgia Meloni, che in tale maniera si è espressa riguardo al caso Sangiuliano dal palco di Cernobbio, dove ha incontrato faccia a faccia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Inevitabile però che parte dell’attenzione mediatica si spostasse pure sull’affaire che da giorni mette in scacco la politica italiana, e minaccia seriamente di minare alle fondamenta soprattutto il Governo meloniano. Epilogo, almeno parziale, del caso è stato certamente il passo indietro che l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha compiuto nella tarda serata di venerdì 6 settembre 2024.

Dimissioni volontarie e immediate, definite dallo stesso saggista napoletano come “irrevocabili”. Motivo di tutto ciò? Lo scontro dai contorni ormai decisamente pubblici tra Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, influencer 41enne che con il classe ’62 avrebbe intessuto un rapporto personale oltre che professionale.

Un dissidio rimbalzato su ogni canale mediatico possibile e finito pure oltre i confini nazionali. Un dissidio che la premier prova a ridurre a mero battibecco privato ma che per forza di cose, visti i profili coinvolti, ha assunto risvolti pubblici.

Il ministro Sangiuliano si è dimesso ma non ci sono illeciti. C’è stata una forte attenzione mediatica che ha trasformato una vicenda privata in una cosa pubblica

Dichiarazioni con cui il presidente del Consiglio ancora una volta prova a minimizzare il caso, e ad allontanare ingombranti pressioni dal Governo. Quest’ultimo infatti è definito dalla stessa leader di Fratelli d’Italia come stabile e per nulla indebolito. Ecco il pensiero della premier:

Se qualcuno pensa che situazioni come quella di Sangiuliano possono indebolire il governo si sbaglia. Sangiuliano ha sbagliato, ma morto il re, vive il re. Dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo ministro

Insomma una sorta di presa di coscienza di quanto accaduto ma un immediato sguardo al domani. E questo domani porta il nome e il cognome di Alessandro Giuli, nuovo ministro della Cultura a partire dal giuramento svolto al Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica dalle ore 19 di venerdì 6 settembre 2024.

Prima di tornare a parlare delle trattative di pace in Ucraina, vero oggetto dell’incontro, c’è spazio anche per una battuta su Maria Rosaria Boccia, che non aveva risparmiato critiche alla premier Meloni, tirando in ballo, durante l’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, anche aspetti personali della vita della politica romana.

Boccia? La mia idea su come una donna debba guadagnarsi il suo spazio nella società è opposta a quella di questa persona

Ancora una volta senza mai nominare l’influencer di Pompei, la Meloni prosegue una sorta di gioco di specchi a distanza. Piccole critiche e opinioni discordanti rimangono elemento che separa le due donne, e che in maniera attenta e studiata entrambe sanno adoperare per colpire la controparte.

Giorgia Meloni chiude anche con una battuta, definendo il proprio Governoil sesto più longevo d’Italia” qualora lei e l’esecutivo riescano a giungere fino a Natale. Tono decisamente canzonatorio ma significativo di come poche parole forse realmente racchiudano gli spettri di un possibile sgretolamento politico.

Caso Sangiuliano parla Meloni dopo l'avvicendamento del 6/09
Caso Sangiuliano parla Meloni dopo l’avvicendamento del 6/09

Al via il mandato di Alessandro Giuli: già partito il toto nomi per succedergli al Maxxi

Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura. Questo l’esito delle convulse ore del primo venerdì sera di settembre, momenti nei quali Gennaro Sangiuliano rassegnava le proprie dimissioni alla premier Giorgia Meloni, e di fatto veniva prontamente sostituito dal giornalista 49enne (quasi…li compirà il prossimo 27 settembre).

Il giuramento del giornalista romano è andato in scena alle ore 19 al Quirinale, davanti al presidente Mattarella. L’insediamento di Giuli al Ministero della Cultura apre rapidamente un vuoto al vertice della Fondazione Maxxi.

Poche ore dopo le decisioni prese a Palazzo Chigi ecco infatti partire un vero e proprio toto nomi su chi sarà il profilo delineato per raccogliere l’eredità di Giuli presso il museo di Roma. La realtà architettonica disegnata da Zaha Hadid potrebbe finire sotto controllo e gestione di Vittorio Sgarbi, o di Giampaolo Rossi.

Sarebbero infatti questi due i nomi più accreditati tra quelli in queste ore al vaglio del MiC. Il primo è di fatto un ex sottosegretario a sua volta dimissionario e coinvolto in alcuni recenti scandali, mentre il secondo è stato scelto dalla presidente del Consiglio come direttore generale della Rai.

Insomma due figure che sarebbero in qualche maniera vicine al Governo, e che garantirebbero perciò un discreto sostegno. Più indietro invece le candidature del giornalista Marcello Veneziani, e di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, collezionista d’arte torinese e presidente del Comitato delle fondazioni italiane Arte Contemporanea.

Caso Sangiuliano parla Meloni dopo l'avvicendamento del 6/09
Caso Sangiuliano parla Meloni dopo l’avvicendamento del 6/09

Conclusione: Caso Sangiuliano, parla la premier Giorgia Meloni all’indomani delle dimissioni del ministro avvenute nella serata del 6 settembre

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