cristina bowerman
Food

Chef Cristina Bowerman si racconta a Mam-e

Cristina Bowerman: la chef stellata più vivace d’Italia si racconta a Mam-e

Vulcanica, piena di idee, creativa, decisamente di bell’aspetto, capelli bianchi e lilla e occhi intelligentissimi e penetranti. È cosi che abbiamo conosciuto Cristina Bowerman, la chef stellata più amata della capitale, che ha gentilmente accettato di raccontarsi ai nostri lettori.

Cristina Bowerman

Una donna tosta che ha saputo ritagliarsi uno spazio di altissimo livello in un mondo fondamentalmente maschilista come quello della cucina e in una città complessa come Roma. Vi anticipiamo solo che dopo anni trascorsi negli stati Uniti torna in Italia e dopo poco approda alla Glass Hostaria un locale aperto allora da un anno nel cuore di Trastevere da quel Fabio Spada che diventerà suo compagno di vita e lavoro. Glass è una realtà molto distante dall’immagine, un po’ da cartolina di Trastevere e dalla cucina proposta nei locali della zona; si tratta di uno spazio innovativo e contemporaneo dove Cristina Bowerman comincia a proporre i suoi piatti decisamente originali, frutto delle diverse esperienze personali e professionali. La sua cucina è “provocatoria e spiazzante, riconoscibile e gustosa, e sa far dialogare globale e locale, contemporaneità e tradizione”.

cristina bowerman
Chef Cristina Bowerman

Pugliese di nascita e americana di adozione..

Mi sono trasferita negli Stati Uniti dopo la laurea in giurisprudenza e due anni in uno studio e ci sono rimasta per sedici anni. Ho lavorato per circa dieci anni come disegnatrice grafica e le compagnie per le quali lavoravo mi hanno fortunatamente pagato gli studi, però non mi sono mai laureata. Invece, poi, ho cambiato carriera e mi sono laureata in “Arti Culinarie” a Austin, in Texas anche se il mio programma in realtà è francese. Mi sono laureata in Cordon Bleu e poi ho continuato lì. Ora è il mio quattordicesimo anno in Italia.

Avevi già aperto qualcosa di tuo in America?

No, no, anche se avrei voluto. Ero venuta qui in Italia con l’idea di stare sei mesi o un anno e poi tornare ad Austin per aprire un ristorante ma invece non è mai accaduto.

Perché?

Mi hanno offerto prima un lavoro come chef e io ho detto “vabbè intanto fallirò… meglio che lo faccio qui prima di tornare ad Austin”. Poi mi hanno offerto una partnership nella gestione di un ristorante e in un servizio di catering. Anche qui ho detto “vabbè facciamolo” e poi sono approdata qui con Glass ma sempre con l’idea di riandare via… invece adesso sono passati dodici anni.

cristina bowerman
Una creazione di Cristina Bowerman

Resterai a Roma per sempre?

Non sono una persona da “per sempre” nel senso che ci sono talmente tante opportunità che sono certa che ad un certo punto arriverà – come dire – un’occasione che mi porterà ad avere interessi anche fuori. In Italia ho un figlio, un compagno, non penso realmente ad andare via… ma non si sa mai.

La leggenda racconta che nella tua cucina parli in inglese…

Molte volte lo faccio anche perché per un lungo periodo di tempo ho avuto con me una persona di Austin.

Della tua cucina si dice di tutto: fusion, contemporanea, di tradizione; tu come la
definisci?

Contaminata…

Contaminata dalla tua vita?

Due giorni fa ero a Berlino, settimana scorsa a Miami, dopodomani parto per Bangkok… questo è un periodo molto denso però la maggior parte del tempo la passo al mio ristorante, e questo è importante.

Assaggi i tuoi piatti?

Tutti.

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Il ristorante Glass Hostaria

Se il tuo ristorante fosse chiuso dove manderesti un tuo affezionato cliente?

Se parliamo di Roma e se fosse un cliente tradizionale lo manderei da Flavio al Velavevodetto . Invece per un locale elegante, elegante se di pesce da Per Me, altrimenti alla Pergola da Heinz Beck a o da Francesco Apreda all’Hassler.

Sposata con un figlio: a casa chi cucina?

La baby sitter, ma non sono sposata. È un avvenimento, quando cucino io!

Quella di Cristina è una storia appassionante, composta di mille capitoli, che la chef ha
raccontato nel suo libro,” Da Cerignola a San Francisco e ritorno – La mia vita di chef
controcorrente”.

 

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