Oscar Wilde vita
Letteratura

Oscar Wilde ci lasciava il 30 novembre 1900: la vita al vertice dell’estetismo e del decadentismo inglese

Oscar Wilde e l’ipocrisia degli uomini del suo tempo. La vita di un dandy incompreso

La vita di Oscar Wilde

Il 30 novembre del 1900 moriva uno degli scrittori, drammaturghi e poeti dell’età vittoriana più conosciuti ai giorni nostri: Oscar Wilde, l’esteta decadente re degli aforismi e dei paradossi. MAM-e racconta la vita del dandy per eccellenza.

La vita morale dell’uomo è materia d’arte, ma la moralità artistica consiste nell’uso perfetto di un imperfetto strumento.

Le origini e la vita di Oscar Wilde

Nato a Dublino nel 1854, Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde è stato battezzato in una chiesa anglicana e istruito alla religione cattolica. Da subito ha sviluppato un forte interesse per la poesia, l’antichità greca e romana e la teologia, andando poi a studiare al Trinity College.

Il carattere di O. Wilde rientra perfettamente nella figura di quello che chiameremmo un dandy: devoto alla ricerca della bellezza in ogni sua forma, dall’outfit all’apparenza fisica, dal linguaggio forbito agli hobby più piacevoli, il tutto racchiuso in una cornice di leggero narcisismo. Con il libro di poesie Ravenna (1878) ottiene il suo primo successo letterario.

Viaggia a Parigi e negli USA acquisendo sempre più notorietà grazie anche alla sua  capacità espressiva. La fama arriva con la stesura della sua prima commedia: Vera o i Nichilisti 

Constance con il figlio Cyril nel 1889

Si sposa con la scrittrice Constance Lloyd avendo con lei anche dei figli, ma in seguito se ne pente. Nel 1888 si dedica alla stesura di saggi più meditati proponendo la teoria che l’arte possa rivestire un ruolo fondamentale  nel miglioramento delle capacità umane. Nel 1891 incontra Lord Alfred Douglas (soprannominato Bosie) con cui intreccia un rapporto amoroso. Bosie viveva una vita mondana e spregiudicata e, tra le altre cose, introdusse Wilde al mondo della prostituzione maschile.

 

Vivere è cosa rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più. 

Il difficile del nascere in una società come quella vittoriana

Tra il 1892 e il 1895, alcune delle sue opere teatrali scandalizzarono la società perché, con queste, Wilde sbeffeggiava le tradizioni e i pregiudizi della società vittoriana. Alcuni esempi possono essere:

A Woman of No ImportanceAn Ideal Husband, Lady Windermere’s Fan: A Play About a Good Woman e The Importance of Being Earnest. Ad essere messi in scena erano i nodi cardine della società del tempo: la fedeltà, gli onori, la nascita nobile e il perbenismo ipocrita tipico della società inglese compresa tra il 1837 e il 1901.

La figura dello scrittore e la poetica, se così vogliamo chiamarla, che permeava la sua produzione erano qualcosa di scandaloso per la società tardo-vittoriana: sconvolta perché si sentiva raffigurata in quella che non era solo una confessione autobiografica, bensì la descrizione di un’intera epoca.

Oscar Wilde con Alfred Douglas

 

La vita di Oscar Wilde è stata tutto tranne che facile

La vita di Oscar Wilde è stata tutto tranne che facile: nel 1895 è stato condannato a due anni di lavori forzati con l’accusa di omosessualità, nonché sodomia ed oscenità, più precisamente “gross public indecency”; finì prima nel carcere di Holloway e da lì a Pentonville.

In questo frangente, tra lavori faticosi, malattia, insonnia e fame, scrisse De Profundis: una lunga lettera rivolta a Bosie, tramite la quale ripercorre passo a passo la sua vita, dall’inizio della sua amicizia con Alfred fino al processo che lo ha condannato.

Durante l’ultimo dei suoi spiacevoli soggiorni cadde e si ferì al timpano dell’orecchio destro; proprio questo trauma potrebbe aver contribuito alla morte prematura dello scrittore. Wilde venne successivamente trasferito nel carcere di Reading Gaol.

Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita vagabondando sul continente in esilio ed in incognito. L’ultima parte della vita di Wilde è stata segnata dai problemi economici, dalla fame e dalla perdita della voglia di scrivere. Nel 1900 fu colpito dalla meningite che fu la probabile causa della sua morte.

Vi sono esseri del mondo di fuori ingannati dalle illusioni di una vita in continuo moto. Volteggiano con la vita e contribuiscono alla sua irrealtà. Noi che siamo immobili vediamo e comprendiamo. 

Una delle tre statue Oscar Wilde Memorial Sculpture, realizzate da Danny Osborne

La summa della produzione di Wilde: Il ritratto di Dorian Gray 

Uscita nel 1890, la vita editoriale dell’opera si presenta fin da subito in modo eclatante, infatti la primissima edizione pesantemente censurata in quanto considerata immorale e scandalosa. Per difendere la propria opera e legittimare le accuse fatte alla sua società, a partire dalla seconda edizione, Wilde prepara una prefazione e apporta modifiche al contenuto stesso del romanzo.

Dorian Gray

È il bellissimo protagonista del racconto: appartenente all’alta società inglese, i suoi tratti principali sono il fascino, l’eleganza, il carisma e il magnetismo tipico di quelle persone che, entrando in una stanza, attirano l’attenzione di tutti. Ad introdurre il romanzo è proprio una scena in cui Gray è intento a farsi riprodurre in un ritratto. La mano che dipinge è quella di Basil Hallward: un artista dalla forte morale che in qualche modo, per tutta la narrazione, sottolinea l’importanza dell’arte.

Lord Henry Wotton

È un altro fondamentale personaggio rappresentante di un estremo edonismo: per lui la vita è degna di essere vissuta soltanto in funzione del piacere assoluto. Sesso, arte, e bellezza in generale, sono queste le parole chiave per comprendere la visione che il personaggio ha del mondo.

Nonostante l’abbandono alle mille dissolutezze e la ricerca di sensazioni intense e rare, il protagonista non mostra mai i segni del tempo e le conseguenze del suo stile di vita: ad invecchiare e ad essere deturpato al posto suo è invece il suo ritratto (che tiene opportunamente nascosto). In ultima analisi, solo leggendo il romanzo si può capire a fondo l’approccio con cui il protagonista (e indirettamente l’autore) intreccia rapporti col mondo che lo circonda.

Lacrime sconosciute riempiranno l’urna della Pietà per lui. Avrà i lamenti degli uomini esiliati, per gli esiliati esiste solo il pianto.

tratto da La ballata del carcere di Reading, è questo l’epitaffio sulla tomba di Oscar Wilde a Parigi

Conclusione: Oscar Wilde e l’ipocrisia degli uomini del suo tempo. La vita di un dandy incompreso

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