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CIA: “non possiamo prendere alla leggera le minacce della Russia sul possibile uso delle armi nucleari”

Per la CIA la minaccia nucleare russa non va presa alla leggera, anche se al momento non ci prove che Mosca si stia muovendo verso questa direzione

La minaccia che la Russia utilizzi armi nucleari tattiche o a basso potenziale in Ucraina non può essere presa alla leggera. L’intelligence americana, tuttavia, non ha molte prove a sostegno di tale preoccupazione, ha affermato giovedì il direttore della CIA William Burns, come riporta Reuters.

L’intelligence della CIA

“Data la disperazione del presidente Putin e della leadership russa, date le battute d’arresto che hanno affrontato finora militarmente, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia, rappresentata da un potenziale ricorso ad armi nucleari tattiche o ad armi atomiche a basso potenziale”, ha detto Burns. Gli Usa non hanno notato alcun segnale che Mosca stia preparando un attacco del genere.

Le armi nucleari tattiche e a basso potenziale si riferiscono a quelle progettate per l’uso sul campo di battaglia che possono essere consegnate da forze aeree, navali e terrestri. Alcuni esperti stimano che la Russia ne abbia circa 2.000.

Il capo della CIA ha aggiunto: “Mentre abbiamo visto della retorica da parte del Cremlino sul passaggio a un livello di allerta nucleare più elevato, finora non abbiamo molte evidenze pratiche”. Il capo dell’intelligence americana ha sottolineato che il presidente Putin è diventato sempre più isolato e che “la sua propensione per il rischio è cresciuta, a mano a mano che la sua presa sulla Russia si è fatta più stretta. Il circolo dei suoi consiglieri si è ristretto. Non ha mai aiutato a fare carriera mettere in dubbio le sue valutazioni o la sua convinzione testarda, quasi mistica, che il suo destino è quello di restaurare la sfera d’influenza della Russia”, ha concluso Burns.

Burns era a Mosca a novembre su ordine di Biden. “[Ero a Mosca] per comunicare direttamente a Putin la profondità della nostra preoccupazione per la sua pianificazione della guerra e le conseguenze per la Russia”, ha riferito. “Sono rimasto turbato da quello che ho sentito”, ha continuato.  Putin sembrava convinto che le sue forze avrebbero “ottenuto una vittoria rapida e decisiva a costi minimi”.

Altre minacce atomiche

La deposizione più esaustiva dall’inizio della guerra di Burns, rilasciata al Georgia Institute of Technology, sottolinea i rischi che l’attacco più grande a uno stato europeo dalla seconda guerra mondiale possa trasformarsi in una guerra nucleare.

Ieri, il falco di Putin, nonché vicepresidente del Consiglio di Sicurezza del Cremlino, Dmitry Medvedev ha affermato che la Russia sarà costretta a riarmare, anche con testate nucleari, il Baltico nel caso in cui Svezia e Finlandia dovessero aderire alla NATO.

 

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Editor: Lorenzo Bossola.

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