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Cina, il tour diplomatico di Wang Yi nell’Asia meridionale

Il ministro degli esteri cinese Wang Yi è in tour diplomatico nell’Asia meridionale

Dopo la visita come ospite speciale all’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) di Islamabad, capitale del Pakistan, dei giorni scorsi, Wang Yi ha fatto tappa a Kabul, in Afghanistan, giovedì 24 e completerà il tour venerdì cin India e Nepal.

Nel bel mezzo della guerra russo-ucraina, la Cina cerca di uscire dalla condizione di isolamento nel panorama internazionale riaprendo il dialogo con i sui vicini.

Wang Yi dai talebani

Giovedì Wang Yi è atterrato a Kabul e ha incontrato i leader talebani “per discutere di vari temi, tra cui il miglioramento delle relazioni politiche e della cooperazione economica e dei trasporti”, come ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale Bakhtar.

La breve visita è stata cruciale per ambo le parti. I talebani lo scorso agosto hanno riconquistato il potere in Afghanistan, dopo 20 anni di guerra con la coalizione formata da Stati Uniti e NATO, e sono alla disperata ricerca di riconoscimento internazionale e di migliorare la propria economia. La Cina non ha mai riconosciuto il governo talebano, ma non ha mai ufficialmente criticato i nuovi governanti e ha sempre tenuto aperta l’ambasciata a Kabul. Pechino cerca principalmente di tessere buone relazioni per evitare il passaggio di combattenti e terroristi in Xinjiang, provincia del nord ovest della Cina.

Wang Yi è stato accolto dal vice primo ministro ad interim Mullah Abdul Ghani Baradar e dal ministro degli esteri ad interim Amir Khan Muttaqi. La visita è avvenuta dopo che sono riprese le trattative per la riapertura delle miniere di rame di Mes Aynak. La China Metallurgical Group Corp nel 2008 aveva firmato con il governo filo occidentale un accordo da 400 milioni di dollari l’anno per la concessione mineraria trentennale di quella zona. Ora, i talebani hanno chiesto di riesumare quei progetti.

Cina e India, Wang Yi prova a mediare

Oggi, venerdì 25, Wang Yi ha fatto visita in India. È il più importante incontro ufficiale dagli incidenti avvenuti sul confine tra i due stati del 2020 in cui sono morti 24 soldati. Da allora, i due giganti asiatici hanno ammassato migliaia di truppe sul confine ad alta altitudine. Le tensioni, dunque, sono aumentate, nonostante le decine di incontri per cercare di placare l’escalation.

“Le frizioni e tensione che sono sorte dal dispiegamento di forze cinesi nell’aprile 2020 non possono essere riconciliate con una normale relazioni tra stati confinanti”, ha affermato il ministro del esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar al termine dell’incontro. “Wang Yi e io siamo concordi nell’importanza di un’immediata cessione delle ostilità, e di un ritorno alla via diplomatica“, ha aggiunto il ministro.

Le tensioni tra questi due paesi non si limitano solo alla questione dei confini, ma coinvolgono anche le partnership economiche che la Cina sta sviluppando con gli altri paesi dell’Asia meridionale, Pakistan su tutti che è l’eterno rivale dell’India. Malgrado i giochi geopolitici, la Cina è il più importate partner commerciale indiano con un volume d’affari totale di circa 87 miliardi di euro nel 2021. Pechino ha dunque un duplice interesse nel cercare di migliorare le relazioni con Nuova Delhi. Primo, l’India, come la Cina, non ha mai condannato ufficialmente la Russia per l’invasione dell’Ucraina e quindi potrebbe trovare un alleato. Secondo, l’interesse economico è forte vista la relativa vicinanza geografica e l’economia in sviluppo dei due stati.

Il ministro Wang Yi in serata andrà in Nepal per concludere il tour diplomatico.

 

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