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Colloqui Russia e Ucraina: i risultati e i punti emersi, necessario arrivare subito alla pace

Colloqui Russia Ucraina: un nulla di fatto, ma serve agire, ora

A che punto è la diplomazia dopo i primi colloqui tra Russia e Ucraina? Facile rispondere. Si sperava in un dialogo, una trattazione per fermare gli scontri. Ma era tutta un’illusione. A solo un quarto d’ora dalla fine dei negoziati, ieri i Russi hanno ripreso con i bombardamenti che sono andati avanti tutta la notte.

Il prossimo incontro dovrebbe essere domani, 2 marzo, al confine tra Polonia e Bielorussia. Ma cosa è emerso effettivamente dai colloqui di ieri? Quali punti in comune si sono trovati tra le due parti? Ci sono delle prospettive di pace?

Andiamo con ordine.

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I colloqui tra Russia e Ucraina: ecco cosa è emerso

A mezzogiorno di ieri i colloqui sembravano partiti bene, con uno spirito di apertura anche da parte dei delegati russi. Ma come è poi risultato dopo tre round di colloqui, svariate telefonate e parecchi caffè, il dialogo ha portato a un nulla di fatto. Le posizioni emerse sono ancora troppo distanti tra loro.

Da un lato, Kiev chiede due cose che Mosca non è intenzionata a concedere. Il cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino. Dall’altro, Putin vuole due bottini di guerra che Kiev non vuole neanche tenere in considerazione. Il riconoscimento della Crimea come parte della Russia e la neutralità dell’Ucraina come stato cuscinetto.

Quest’ultimo punto è fondamentale per il presidente russo. Perché vorrebbe dire una smilitarizzazione del territorio ucraino, e quindi un allontanamento di Nato e Ue. La vera posta in gioco in questo conflitto, ma anche la condizione più irricevibile.

Sta di fatto che dopo quasi sei ore di colloqui le due delegazioni sono ritornate nei propri territori senza niente in mano.

Punto di partenza dai colloqui Russia Ucraina, ma gli scontri continuano

Il presidente ucraino Zelensky si è espresso in merito ai colloqui di ieri. «Finora non abbiamo raggiunto il risultato che vorremmo ottenere, ma abbiamo ricevuto dei segnali», ha detto. Il ministro degli Esteri Dymtro Kuleba ha sottolineato che l’Ucraina non è disposta ad arrendersi o a capitolare. «Io sono un diplomatico – ha affermato – e devo credere nel successo nei negoziati. Ma il mio obiettivo diplomatico ora è imporre più sanzioni alla Russia e aiutare il mio Paese».

Per il momento sembrano non esserci margini per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Ieri Zelensky si è fatto fotografare mentre firma la richiesta di adesione. Bruxelles frena: serve l’unanimità di tutti e 27 i Paesi membri. Michel ha spiegato che per ora sono emerse opinioni diverse. Ma potrebbe almeno essere concesso lo status di candidato all’Ucraina.

Intanto, la guerra continua. Le violenze si stanno inasprendo soprattutto contro i civili. Questo perché, secondo gli esperti, la Russia non si aspettava una resistenza così forte da parte dell’Ucraina e ora incrementa le atrocità. È il Putin’s Way.

 

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Editor: Susanna Bosio

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