Wait and See
Moda

Colore e gioia: il messaggio di Uberta Zambeletti e del suo Wait and See

Abbiamo intervistato Uberta Zambeletti, fondatrice e proprietaria di Wait and See, il concept store che ha fatto del colore e della Joie de vivre il suo tratto distintivo

Era il 2010 quando un ex convento dell’700, che si affaccia nel centro di Milano in via Santa Marta, si trasformava in un eclettico concept store che ha fatto del colore il suo tratto distintivo: nasce Wait and See. Uberta Zambeletti, dopo aver collezionato esperienze nel campo della moda e del design, decide di aprire il concept store che punta a diffondere un messaggio ben preciso: La vita è bella. Un luogo magico nel distretto delle 5VIE, una zona ricca di storia e cultura, che dal 2013 ospita la Design Week, manifestazione che celebra il design, l’innovazione e l’arte, che quest’anno si svolgerà tra il 4 e il 10 settembre.

Wait and See
Wait and See

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Uberta Zambeletti di Wait and See

Wait and See Umberta Zambeletti
Uberta Zambeletti

Da dove nasce il vostro rapporto con il progetto delle 5VIE? 

Quando ho aperto lo store Santa Marta era una zona di antiquari nel centro storico di Milano, una zona dove non succedeva granché. Nel 2010 Wait and See era l’unico punto vendita di questo genere. Dopo che ho aperto, e dopo il successo riscontrato, hanno iniziato ad aprire tanti negozi che si sono avvicinati a Wait and See per affinità elettive, e così pian piano il quartiere ha preso forma. Dopo è stato compreso il potenziale del quartiere, ed è nato così il progetto 5VIE.

Come nasce Wait and See? A chi si rivolge?

Wait and see nasce nel 2010 quando, dopo aver lavorato nel design e nella moda come consulente, ho individuato una nicchia di mercato che secondo me era scoperta. Mancava un luogo che fosse una via di mezzo tra fast fashion e brand di lusso, e dunque ho aperto Wait and See. Un luogo dedicato alle donne, di tutte le taglie, tutte le età e per tutte le occasioni, con articoli selezionati dopo un accurata ricerca, capi esclusivi non facili da trovare. La proposta è estremamente colorata, il nero praticamente non esiste. Ma anche il contenitore è importante, un luogo accogliente con uno staff che ti fa sentire subito a casa. Wait and See non è un semplice negozio, vuole essere anche un veicolo di gioia, che stimoli le donne ad esprimersi attraverso l’abbigliamento, con coraggio e divertimento.

Come la pandemia ha influito sulle vendite?

La pandemia ha influito tantissimo, fortunatamente abbiamo un e-commerce partito all’inizio del lockdown, e così le vendite online sono aumentate. Wait and See negli anni è diventato un punto di riferimento anche per la clientela straniera, e ora grazie all’online possiamo ampliare il dialogo con il clienti stranieri, che hanno raggiunto una percentuale pari al 75%.

Quanto è importante la comunicazione sui social?

É fondamentale, noi lavoriamo tantissimo sulla comunicazione, è una conditio sine qua non del nostro business. É un aspetto sul quale investiamo tantissime energie e risorse.

E la sostenibilità? É un tema a voi caro? 

Assolutamente, sono molto attenta alla questione. Purtroppo il mercato non offere ancora tantissima scelta, ma dove e quando è possibile seleziono capi sostenibili. Proprio per questo abbiamo una sezione del sito dedicata ai capi green.

Come seleziona i capi da vendere nel vostro concept store? 

I capi selezionati sono il frutto di una ricerca che personalmente faccio a livello mondiale. Ricerca che prima della pandemia mi portava in giro per le fiere di tutto il mondo. La ricerca è un punto cardine del mio lavoro, le proposte devono essere sempre nuove, oltre l’avanguardia, devono cercare di anticipare i tempi.

Come nasce la sua passione per la moda? 

Io nasco come designer tessile, sono specializzata in maglieria. Ho avuto la fortuna di crescere tra Milano, Parigi e Londra, città che mi hanno messo in contatto con tante culture differenti, contaminazioni da cui attingere. Dopo aver avuto un mio brand tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, ho lavorato come consulente per importanti brand, tra questi Max Mara, Etro e il Gruppo Rinascente. Grazie a queste esperienze ho capito che c’era una nicchia di mercato da coprire ed è nato Wait and See.

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