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Continua il lockdown a Shanghai

Le autorità hanno esteso il lockdown a Shanghai per testare tutti i 26 milioni di abitanti

Il lockdown di Shanghai, imposto per contrastare la diffusione del Covid-19, continua oltre il termine originale del 5 aprile. L’obiettivo è quello di sottoporre tutta la popolazione di circa 26 milioni di persone a un test molecolare. Secondo Reuters, Shanghai ha registrato 13086 nuovi casi asintomatici il 4 aprile, in aumento rispetto agli 8581 del giorno precedente.

Il lockdown di due fasi è iniziato il 28 marzo, prima nella parte est della città per poi essere esteso a quella ovest, e sarebbe dovuto terminare alle 5:00 del 5 aprile ora locale. “La città continuerà a implementare le misure di controllo e le restrizioni e a implementare rigidamente la politica “stare a casa”, tranne che per ragioni mediche”. È il messaggio con cui il governo di Shanghai annuncia l’estensione del lockdown. Il messaggio, tuttavia, non fornisce nessuna indicazione sulla possibile fine.

Le autorità cinesi hanno deciso di proseguire con la politica zero Covid che prevede tolleranza zero, pesanti restrizioni, test di massa, quarantena, isolamento e sistemi di tracciamento in caso di focolai. Alcuni esperti affermano che un ripensamento della strategia sia necessario. Jaya Dantas, professore di salute internazionale ha detto che la strategia “ad alto utilizzo di risorse” vada rivista.

Lockdown di Shanghai come a Wuhan

Le autorità hanno cinesi hanno inviato a Shanghai 38000 operatori sanitari di supporto da 15 province per aiutare il personale locale con i test molecolari e per potenziare i turni in ospedale. Per la Cina si tratta della più grave crisi da quella di Wuhan, nella provincia del Hubei, di inizio 2020 quando ci fu il primo focolaio di Covid-19 al mondo. Allora furono inviati 42000 operatori sanitari. Inoltre, domenica scorsa anche l’Esercito Popolare di Liberazione, l’esercito cinese, ha inviato 2000 medici da sette unità a Shanghai per aiutare con le operazioni.

Bambini separati dalle madri

Ha fatto scalpore la notizia secondo cui i bambini contagiati fossero separati dai propri genitori dalle autorità sanitarie. “Il dottore mi ha detto che le regole di Shanghai impongono il trasferimento dei bambini in strutture designate […] e che non è possibile accompagnarli”, ha riferito una madre a Reuters.

Il 31 marzo 30 diplomatici stranieri hanno inviato una lettera al ministero degli esteri cinesi chiedendo di non separare i bambini dalle madri e di cambiare alcune regole. “Chiediamo che in nessuna circostanza i genitori e figli siano separati“, così recita la lettera inviata dal consolato francese di Shanghai.  Il consolato francese e quello britannico hanno dichiarato che hanno scritto in nome di altri stati, tra cui l’Unione Europea, Norvegia, Nuova Zelanda, Svizzera e Australia.

Wu Qianyu, un funzionario della commissione sanitaria, ha affermato che i bambini possono essere accompagnati dai genitori solo se anche i genitori sono infetti, ma separati qualora non lo siano, e  ha aggiunto che le politiche sono ancora in fase di perfezionamento.

Problemi economici

Il lockdown prolungato di Shanghai sta causando gravi problemi economici e logistici non solo locali ma anche mondiali. La chiusura della più ricca e popolosa megalopoli cinese ha inevitabilmente ripercussioni su tutto il mondo. Il porto di Shanghai è il più grande al mondo e la parziale chiusura di esso sta interrompendo la catena di distribuzione. In Europa come negli Stati Uniti molti imprenditori e aziende si stanno lamentando del ritardo delle consegne. Il CEO di Tesla Elon Musk, per esempio, ha affermato che le fabbriche non potranno riaprire per problemi legati alla distribuzione e alla politica zero Covid della Cina. Inoltre, il target di crescita del Pil fissato da Pechino per il 5,5% difficilmente sarà raggiunto. Secondo Bloomberg un aumento del 5,1% è una stima più realistica.

 

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