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Crisi di governo, il Movimento 5 Stelle è diviso: quale linea sceglierà il partito dopo le dimissioni di Draghi?

Movimento 5 Stelle, divisioni per la crisi di governo: fiducia o no a Draghi?

La situazione attuale è abbastanza chiara a tutti. Il Movimento 5 Stelle ha provocato una crisi di governo dopo la mancata fiducia al decreto legge Aiuti, e ciò ha spinto Mario Draghi a presentare le proprie dimissioni da premier. Sergio Mattarella ha però invitato Draghi a ripensarci. Così, mercoledì prossimo, il Presidente del Consiglio si presenterà alle Camere, o insistendo con le dimissioni o accettando una seconda possibilità dai partiti.

Ma il M5S cosa farà? Quali sono le opzioni per il partito di fronte alla rottura nel governo?

Movimento 5 Stelle: Conte sul governo Draghi

Per oggi, 15 luglio, è previsto un nuovo incontro tra i vertici del Movimento 5 Stelle. Sarà una discussione lunga, con l’obiettivo di decidere la linea da seguire in vista del prossimo appuntamento di mercoledì. Giuseppe Conte per il momento si è dato al silenzio, ma per lui rimangono fondamentali due punti.

Uno: la responsabilità della crisi di governo non è da additare esclusivamente ai 5 Stelle. “Abbiamo tentato diverse mediazioni, tutte rifiutate”, ha sempre detto. Due: le nove proposte presentate a Draghi la scorsa settimana rimangono ancora valide. “Su quello vogliamo risposte”, ha sottolineato.

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Difficile a dirsi quali potrebbero essere le prossime mosse del partito di Conte. La crisi interna era già iniziata con la scissione causata dall’uscita di Luigi Di Maio dal Movimento. Proprio il ministro degli Esteri ora accusa l’ex premier: “Il partito di Conte ha provocato la crisi dell’Italia, ma io credo che si stesse pianificando già da tanto tempo. Io lo chiamo il partito di Conte perché quello non è più il Movimento 5 Stelle: noi eravamo un movimento nato da una serie di battaglie sociali, che si doveva istituzionalizzare per le riforme che servivano al paese, non per picconare il governo”.

Le due opzioni per il Movimento 5 Stelle: cade il governo o fiducia a Draghi?

Secondo le ricostruzioni parlamentari, ora il partito è diviso sul dilemma se votare o meno la fiducia di mercoledì prossimo. Sul piatto delle ipotesi sembrano emergere due strade per il Movimento 5 Stelle. Da un lato, l’idea è quella di mantenere coerenza e linearità, andando fino in fondo nelle proprie scelte. In questo senso, quindi, già parte del Movimento si sente ormai al di fuori della maggioranza ed è convinta che questa sia la strada corretta per recuperare i consensi.

Dall’altro lato, tuttavia, non si esclude la possibilità di cambiare rotta e dare l’appoggio ad un Draghi bis, ovviamente a determinate condizioni. In questi termini, quindi, l’idea sarebbe quella di far votare gli iscritti sulla permanenza o meno dentro il governo, o tenerla in considerazione se si formerà un Draghi bis appunto.

Tra le ipotesi, inoltre, si pensa anche al ritiro dei tre ministri del Movimento Federico D’Incà, Stefano Patuanelli e Fabiana Dadone, ma anche di altri sottosegretari e viceministri.

“E ora, scusate, dopo tutto questo casino dovremmo votare una nuova fiducia a Mario Draghi? Stiamo scherzando?”. Questa è la domanda che riecheggia nel Consiglio nazionale del Movimento. Insomma, c’è confusione, e non poca.

 

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Editor: Susanna Bosio

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