Dizionario Opera

Dafne

«Messa in musica dal Peri con poco numero di suoni, con brevità di scene e in piccola stanza rappresentata» (scriveva un contemporaneo, Pietro Bardi), di questa Dafne non si conosce con certezza la data della prima rappresentazione, avvenuta in forma privata, così come delle repliche successive (1598, 1599, 1600 e 1604); inoltre ci sono pervenuti solo alcuni brani della musica, due di Jacopo Corsi e quattro (fra cui il prologo e un’aria) dello ‘Zazzerino’, cioè Jacopo Peri, musicista che Corsi aveva chiamato a collaborare. L’opera è suddivisa in sei scene, quattro delle quali terminate da un coro strofico di commento, che scandisce inoltre le sequenze dell’azione.

Prologo . Ovidio presenta l’ exemplum su cui verte lo spettacolo: mostrare «quanto sia (…) periglio / la potenza d’Amor recarsi a vile».

Scena prima . Pastori e ninfe lamentano la persecuzione di un’«orrida belva» che infesta i campi e le selve, e invocano il soccorso divino. Apollo «mette mano a l’arco e saetta il Pitone»: torna la pace nei prati e nei boschi e il coro scioglie un inno di ringraziamento al dio.

Scena seconda . Amore è schernito da Apollo, a sua volta messo in guardia da Venere contro i rischi del «pargoletto, ignudo e cieco». Amore promette di vendicarsi e Venere si allontana prudentemente dal figlio, poiché quando è irato è meglio non stargli vicino. Il coro commenta la potenza di Amore e i casi di giovani trasformati in fiori perché perdutamente innamorati.

Scena terza . Apollo si imbatte nella ninfa Dafne e ne rimane folgorato, ma la ragazza è solo interessata a cacciare una fiera; non lo degna di uno sguardo e lo ‘fredda’ con un secco rifiuto: «Altri che l’arco mio/ non vo’ compagno: addio».

Scena quarta . Amore racconta alla madre l’innamoramento di Apollo nella scena successiva, commentata dal coro.

Scena quinta . Un nunzio racconta il prodigio accaduto: Dafne, inseguita da Apollo, ha pregato gli dei di salvarla dall’importuno maschio violentatore, ed è stata trasformata in pianta di alloro. Apollo, «confuso d’orrore e di pietate,/ restò per lungo spazio immobil sasso».

Scena sesta . Si avanza il dio, che intona un lamento e dichiara sacro l’alloro, pianta le cui foglie cingeranno «i bei cigni di Dirce e i sommi regi». Il coro finale commenta l’accaduto riportando il ragionamento su un tono di medietas e sana morale ‘umana’: altro che alloro, se mai – dice il coro – dovessi darmela a gambe di fronte a un vero amante, possa io essere trasformato in erbaccia, cibo di greggi e armenti!

Nel tessuto metrico organizzato dal poeta, ai versi sciolti (endecasillabi e settenari) predominanti, si alternano rare sequenze strofiche; prologo e cori si allineano in questo in alcuni momenti particolarmente espressivi nel corso dell’azione: il canto di Apollo in onore dell’alloro, in terzine, un’ottava sentenziosa cantata da Amore. Non mancano i luoghi tipici del teatro tragico e pastorale: il monologo narrativo (il racconto del nunzio), il lamento di Apollo, il coro con effetti di eco. Il libretto rimanda chiaramente all’aura pastorale e alla tradizione rappresentativa che fa capo alle opere di Tasso e Guarini, discostandosi così dalla prospettiva puramente spettacolare degli intermedi. La Dafne costituisce un esperimento nato nella cerchia di umanisti e compositori di cui Corsi era il prestigioso capofila. Può essere considerato il primo esempio di opera in cui il testo viene in musica dal principio alla fine; nacque sulla traccia di un intermedio rappresentato nel 1589, sempre su libretto di Ottavio Rinuccini: Il combattimento di Apollo con il Pitone , rielaborato e integrato nella prima scena, un po’ avulsa dal seguito della favola. La rappresentazione della Dafne suscitò molto interesse, tanto che fu replicata nei carnevali successivi, ogni volta con qualche modifica nel testo e nella musica, e aprì la via all’ Euridice . Il testo più antico pervenutoci è il libretto stampato nel 1600; nel 1608, con alcune aggiunte e varianti, fu intonato da Marco da Gagliano.

Type:

Favola in un prologo e sei scene

Author:

Jacopo Corsi (1561-1602) e Jacopo Peri (1561-1633)

Subject:

libretto di Ottavio Rinuccini, da Ovidio

First:

Firenze, casa di Jacopo Corsi, inverno 1594-95 o carnevale 1598

Cast:

Ovidio, Venere, Amore, Apollo, Dafne, un nunzio; pastori e ninfe

Signature:

m.e.

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