Daniela Cavero
Design,  Moda

The Cloister di Daniela Cavero: l’intervista alla vintage hunter di 5vie

Il vintage secondo Daniela Cavero: la ricerca verso il pezzo unico

Nel quartiere delle 5vie, il più antico e regale di Milano, spicca The Cloister, negozio nato dalla mente di Daniela Cavero. Qui, nell’antico Palazzo Grifi, è il vintage a regnare. The Cloister è un posto dove la ricerca del pezzo unico è all’ordine del giorno, e dove i clienti di Daniela si immergono in un universo dove tutto porta con sé una storia. Il vintage è divertimento ed entusiasmo, e Daniela lo rivela a Mam-e.it.

The Cloister
Interno di The Cloister

Una predilezione per il mondo del vintage, ma da dove nasce?

“È una di quelle passioni che o è innata o si produce negli anni. Posso dire che essendo stata tanti anni all’estero, soprattutto a Parigi dove avevo il mio spazio, quando poi mi sono trasferita qua a Milano avevo un’idea molto chiara. Ma senza dubbio l’ho formata nei miei viaggi”.

Un concetto che sembra cambiare da Paese a Paese

“Assolutamente sì. A Milano ancora oggi quando la gente passa per il negozio si chiede se è roba usata. A Parigi, dove ho vissuto per anni, è un vanto vestirsi vintage. I francesi sono più legati alla conservazione dell’antico avendo vissuto sulla pelle la guerra mondiale”.

A Milano invece ha trovato The Cloister, com’è accaduto?

“È stato un lungo processo. Non sono di Milano, e ho dovuto pensare dove andare. Una volta individuata la città è stato ancora più faticoso: una vera caccia al luogo. La parte ovest di Milano era quella su cui ho puntato gli occhi”. Daniela non conosceva il quartiere delle 5vie prima di approdare a Milano. Ma qualcosa è cambiato subito: “È stato un colpo di fulmine, ma ero titubante se visitare il quartiere, perché sapevo che se l’avessi fatto me ne sarei innamorata”.

Daniela Cavero The Cloister
Veduta esterna di The Cloister

E ovviamente la tentazione ha avuto la meglio

“È un palazzo del 1400, la casa dei Grifi, per esattezza”. Il Palazzo vanta infatti uno dei pochissimi cortili rinascimentali rimasti intatti nella nostra città. Situato in via Valpetrosa, l’atmosfera che si respira qui pare ancora quella del Quattrocento. E da allora sembra rimasto intatto. “Volevo mantenerlo come l’ho trovato. Ovviamente sono intervenuta per sistemarlo, come per il lato più industrial della parte superiore dedicata all’editoria, dove ho inserito una scalinata e un palco in ferro”.

Daniela Cavero The Cloister
Piano superiore dedicato all’editoria

A cosa è dovuta la decisione di non intervenire sul luogo?

“La mia idea era ed è tutt’ora di aprire un negozio vintage uomo e donna, ma con una ricerca abbastanza curata. Da The Cloister si trovano pezzi di alta moda di grandi maison come la sartoria degli anni ’50. Il filo conduttore è sempre la ricerca del pezzo unico. E anche il negozio per me rientra in questo concetto, ed è per questo che è rimasto quasi intatto”.

Un concetto che si lega perfettamente alla sua visione del vintage

“Il vintage è di già pezzo unico, è la scarpetta di Cenerentola. Possono essere le ceramiche di Sara Scalzotto, che per quanto possa continuare a replicare le sue opere non saranno mai identiche. Ma anche pezzi unici come gli anelli di Aneis, con cui collaboriamo da anni” L’originalità di Aneis sta nella sua lavorazione: ogni gioiello, di solito in bronzo o argento, al momento della fusione perde il suo stampo in cera: questo conferisce unicità ad ogni pezzo. È la tecnica della “cera persa”.

Un’idea innovativa, ma si applica solo al design?

“Un pezzo è sempre diverso dall’altro, sebbene uno lo replichi. E Lo vedo su tutto, è la politica del negozio. Può spaziare dal design come alla moda. Si va dalle scarpe di Pretziada a pezzi che vanno dagli anni ’50 a ’90. Tutti questi capi hanno una storia con sé, ed è quello che ha ispirato molti designer di moda. Gaultier e le stampe marinaresche, che prese proprio vedendo i marinai lavorare”. Ad oggi, da The Cloister si possono trovare anche pezzi dei primi anni duemila come Emilio Pucci.

Vintage Fashion
Capi vintage esposti da The Cloister

Ci sono anche sue creazioni?

“Creare abiti non è il mondo, lo lascio alle nuove generazioni. La mia passione è la moda, intesa come documentarsi e conoscere la storia e ciò che i capi portano con sé. È anche ciò che dovrebbero fare i fashion designer di oggi: unire la creatività alla documentazione dei couturier di una volta”.

Cosa rende per lei un abito o un oggetto bello, degno di essere inserito in negozio?

“La mia idea di bello è molto personale, come lo dovrebbe essere per tutti. Ma il fattore comune è che dovrebbe divertire. Il vintage lascia divertimento, libertà di abbinare un capo anni’ 80 con uno anni ’70. Io posso proporre un’idea, ma la mia gioia è quando i clienti ritornano e fanno vedere il posto ad amici. Quando entrano in negozio vedo lo stupore della gente, non sanno cosa aspettarsi”. Ed è proprio questo che si prova entrando da The Cloister: un’ondata di emozioni in una volta. Non è un classico negozio dove si va per fare acquisti del momento. Dentro ci si diverte e ci si relaziona con i capi e gli oggetti che sono pieni di significato, di storia. Ognuno avrà il suo approccio personale, gravitando verso oggetti diversi rispetto che ad altri. L’idea di bello è sempre personale.

Daniela Cavero The Cloister
Angolo del negozio con pezzi di interior e fashion design

E l’ottava edizione della 5vie Design Week ispirata a Fronzoni arriva dal 4 al 10 settembre

“È da quattro anni che partecipiamo alla design week di 5vie. Per quest’anno sono andata di pancia sul nuovo progetto, ma condivido l’approccio del less is more di Fronzoni. Non amo l’opulenza, sono più minimalista e prediligo le cose pulite”.

Da dove arriva l’idea di tuCOllettivo?

“Avevamo già ospitato diverse mostre nello spazio The Cloister, come tre edizioni del PhotoFestival di Milano e altri eventi del mondo fashion in collaborazione con il Naba. L’idea di una mostra di opere di designer emergenti dalla Turchia è stata improvvisa. Stavo sistemando delle copie in negozio, e ho contattato privatamente questa designer turca con cui c’è stato un mutuo rispetto e ammirazione”.

Chi presenterà a questa mostra?

“Il collettivo è composto da cinque designer. Atelier Clob e Serami.k sono due marchi legati all’interior design, tra cui Serami.k specializzato in prodotti di ceramica, mentre 216 Rugs produce tessuti a mano. Yüksük è più incentrato sul mondo fashion e Aperlae, invece, trasmette nei suoi prodotti l’estetica mediterranea, unendo semplicità e qualità”.

Yüksük
Veste realizzata da Yüksük

Ha già idee per installazioni future?

“Bisogna stare cauti, soprattutto dopo che il PhotoFestival di Milano è stato disinstallato prima del previsto”. Infatti, il festival è stato inaugurato ed è rimasto per 20 giorni, ma doveva stare in piedi fine ottobre. “Stiamo ancora ricostruendo il calendario”.

La pandemia ha avuto effetti su The Cloister e sul suo processo creativo?

“Economicamente sì e anche moralmente ti butta giù. Ma non sono neanche una che si piange addosso. È andata così, ma il futuro è all’orizzonte”.

E l’orizzonte di The Cloister è sempre più vasto. E il minimo comune denominatore rimane il pezzo unico. Niente è sostituibile e replicabile: ogni cosa ha un suo passato e porta con sé valori, ideali e significati diversi. È il bello sta nello scoprirli e renderli propri. È proprio questo che rende The Cloister di Daniela Cavero uno degli angoli più sorprendenti del quartiere di 5vie.

Di Michele Micera

 

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