Dizionario Arte

David, Jacques-Louis

David, Jacques-Louis. Pittore francese di ritratti e quadri di soggetto storico. Fu il più grande pittore *neoclassico e uno degli artisti che più influenzarono l’arte europea dell’epoca. Su consiglio dell’anziano Boucher, suo lontano parente, svolse il proprio praticantato da Vien nel 1776 e lo stesso anno diventò studente dell’Accademia Reale.

Nel 1774 vinse al quinto tentativo il Prix de Rome e negli anni successivi andò in Italia con Vien, che era stato nominato direttore dell’Accademia di Francia a Roma.
David rimase in Italia fino al 1780 e durante questo periodo depurò la sua opera dal rococò e sviluppò uno stile eroico derivante dai suoi studi della statuaria antica e dalla sua ammirazione per Poussin e Raffaello. Dopo il ritorno a Parigi diventò presto il pittore del momento.

Il suo successo dipese non solo dalla maestosità e dalla dignità delle sue opere, ma anche dalla sua serietà morale, che era in sintonia con lo spirito del tempo. Lo stile rococò era associato alla frivolezza della vita di corte e, dato che la famiglia reale e l’aristocrazia diventavano sempre più impopolari, i dipinti neoclassici e austeri di David potrebbero essere visti come l’espressione di un desiderio di cambiamento sia sociale che estetico.

Il giuramento degli Orazi

L’opera che più di tutte stabilì il suo primato fu Il giuramento degli Orazi (Louvre, Parigi), dipinta durante il suo secondo soggiorno a Roma nel 1784-85, la quale mostra tre fratelli antichi romani che dedicano le loro vite allo stato mentre si preparano ad affrontare tre nemici, campioni nel combattimento mortale. Hugh Honour (Neoclassicismo, 1968) la descrive come “un’immagine di straordinaria lucidità ed efficacia visiva… un fervido appello alla virtù civica e al patriottismo”. I suoi ideali di austerità, di stoico sacrificio e di devozione al dovere si ritrovano in altri due capolavori riconosciuti, La morte di Socrate (1787, Metropolitan Museum, New York) e I littori riportano a Bruto i corpi dei suoi figli (1789, Louvre, Parigi). Questi tre quadri segnano l’apice della pittura neoclassica.

Dopo la rivoluzione del 1789, per la quale simpatizzò con entusiasmo, David fu coinvolto attivamente dalla politica (prese parte a diverse riunioni di comitato e votò per l’esecuzione di Luigi XVI) e usò la sua arte direttamente come propaganda. Realizzò progetti per manifestazioni rivoluzionarie e tra i i suoi quadri dell’epoca dipinse le immagini di tre martiri della rivoluzione, con le quali portò la ritrattistica nel campo della tragedia universale.

Si tratta di: La morte di Lepelletier (1793, distrutto, ma conosciuto attraverso un’incisione), La morte di Marat (1793, Musée Royaux, Bruxelles) e La morte di Bara (1794, Museo Calvet, Avignone, non finito). Dopo la caduta del suo amico Robespierre (1794), David venne incarcerato per averlo sostenuto e scampò di poco alla ghigliottina; fu rilasciato per intercessione di sua moglie, che aveva divorziato da lui precedentemente a causa delle sue simpatie rivoluzionarie (lei era monarchica). Si risposarono nel 1796 e il quadro di David Il ratto delle Sabine (1794-99, Louvre), iniziato mentre era in prigione, si dice sia stato dipinto per onorarla, rappresentando l’amore prevalente sul conflitto; al tempo fu anche interpretato come un appello alla riconciliazione durante la guerra civile che colpì la Francia dopo la rivoluzione; in ogni caso fu l’opera che riportò David al successo.

Quando fu terminato, Napoleone

Quando fu terminato, Napoleone aveva riportato la Francia all’ordine. David ripose in lui la propria fiducia (“Bonaparte è il mio eroe” disse dopo averlo incontrato per la prima volta nel 1798) e divenne uno dei principali artisti che rappresentarono la sua vita e la sua leggenda. Napoleone, in cambio, lo ricoprì di onorificenze e dopo che venne incoronato imperatore nel 1804 gli diede il titolo di primo pittore (sebbene verso la fine avesse iniziato a preferire il lavoro di Gros, già allievo di David).

Le commissioni di Napoleone a David comprendono diversi ritratti e un progetto per una serie di quattro dipinti imponenti sulla sua vita, di cui solo due sono stati realizzati: L’incoronazione di Napoleone (1805-07, Louvre) e La presentazione dello stendardo con l’aquila (1808-10, Versailles). Questi due quadri mostrano il cambiamento di tecnica e di spirito rispetto ai primi lavori, le cui composizioni rigorose e colori freddi lasciano il posto a un nuovo gusto per il fasto e a un calore e ardore quasi romantico (David odiava il romanticismo che però influenzò profondamente).

Dopo l’ultima sconfitta di Napoleone nel 1815,

Dopo l’ultima sconfitta di Napoleone nel 1815, David (che aveva firmato la dichiarazione di fedeltà all’impero) lasciò la Francia e si trasferì a Bruxelles nel 1816. Aveva ormai quasi 70 anni e i dipinti dei suoi ultimi i dieci anni in esilio sono generalmente visti come una coda indistinta della sua vita, nella quale le sue opere si andavano indebolendo, così come la possibilità di esercitare un’influenza morale e sociale. In ogni caso le qualità sensuali delle sue ultime opere mitologiche sono oggi apprezzate, e continuò a essere un notevole ritrattista, sebbene non superasse mai il livello raggiunto precedentemente come nell’energico Napoleone che attraversa le Alpi (1800, Museo Kunsthistorisches, Vienna, una delle versioni) o la freddamente erotica Madame Récamier (1800, Louvre).

David fu il più importante maestro

David fu il più importante maestro dell’epoca e sostenne fedelmente i suoi allievi (in modo particolare Gros che prese il controllo del suo studio a Parigi e cercò di farlo tornare in Francia, anche se David stava bene a Bruxelles). Tra gli altri suoi allievi erano *Gérard, Girodet e Ingres ed ebbe anche dei seguaci di rilievo tra gli artisti che non studiarono con lui, tra cui Guérin. Questi artisti, talvolta indicati come ‘Scuola di David’, formavano il gruppo più prestigioso di pittori all’inizio del XIX secolo; David fu forse l’ultimo pittore ad avere un così grande seguito.

Nascita: Parigi 1748; Morte: Bruxelles 1825

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