Ddl Zan bloccato: il centrodestra esulta
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Ddl Zan bloccato in Senato: paura per le prossime elezioni al Quirinale

Ddl Zan in Senato: la Presidente Casellati ha confermato il blocco della legge Zan. In tanti come Fedez e la moglie Chiara Ferragni, forti sostenitori dei diritti civili del disegno di legge, si sono scagliati contro il governo sui social. Paura per le prossime elezioni del Presidente della Repubblica

Il 27 ottobre 2021 non è stata una giornata facile per i forti sostenitori del Ddl Zan in Senato. La presidente Casellati è riuscita a bloccare la legge e subito dopo il consiglio sui social non è mancata la raffica di commenti e video contro i partiti della controparte che hanno vinto sui partiti di centrosinistra per fermare la legge. Il Ddl Zan è stato completamente affossato. Il centrodestra con Lega e FDI ha esultato su PD, M5S e Leu con 154 voti a favore contro i 131 e 2 astenuti. L’Italia rimane quindi uno dei pochi Paesi Europei senza una legge sull’omotransfobia.

FEDEZ E LA MOGLIE SI SCAGLIANO SUI SOCIAL A FAVORE DEL DDL ZAN

Fedez e la moglie Chiara Ferragni da sempre difensori dei diritti civili contro la discriminazione e la violenza per sesso, genere e disabilità si sono scagliati sui social dopo la vittoria di Lega e FDI per ottenere il voto segreto e quindi la legge “tagliola” contro il Ddl Zan. “Il senatore Renzi in questi mesi, ci ha raccontato quanto gli stesse a cuore il ddl zan e lui oggi vola in Arabia Saudita. Non ci è dato sapere chi ha votato cosa, trattandosi di voto segreto ma sicuramente Renzi aveva di meglio da fare”. L’assenza di Renzi sembra essere una delle cause dell’affossamento della legge Zan, anche se avendo votato per il voto segreto non sappiamo con esattezza chi ha votato cosa. Sicuramente ogni presenza in un momento ritenuto importante come questo è indispensabile. La moglie di Fedez Chiara Ferragni non è da meno e sul suo profilo Instragram scrive: “Senza parole, siamo governati da pagliacci senza palle” e ancora “Queste persone che dovrebbero tutelare i nostri diritti esultano così quando il Ddl Zan viene affossato. Schifo”. Insomma, non saranno giorni facili per chi ha sempre sostenuto la comunità LGBT.

 

LE PAROLE DI ALESSANDRO ZAN SU TWITTER

“Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il Ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. è stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare”. Così si sfoga sui social il promotore della ex ormai proposta di legge Zan: “Noi vogliamo un paese migliore, non dell’odio ma dei diritti”. Inoltre Zan ha provato ad analizzare i voti che parlano chiaro. Tra i voti che mancavano ci sono sicuramente quelli dei senatori di Italia Viva con Matteo Renzi. Resta difficile constatare chi ha la colpa a causa della segretezza del voto, ma è evidente che molte forze politiche che avevano sostenuto la legge in passato, al Senato si sono schierate dalla parte opposta.

COSA SUCCEDE DOPO LA SCONFITTA DEL DDL ZAN: PAURA PER LE FUTURE ELEZIONI AL QUIRINALE

Una sorta di trappola è sembrata per Alessandro Zan e per quelli dei partiti di centrosinistra. Il 3 febbraio 2022 sarà l’ultimo giorno per Sergio Mattarella a presiedere la carica di Presidente della Repubblica. Non è ancora ufficiale la data delle nuove elezioni in Senato in seduta comune. Ma i partiti di centrosinistra guardano avanti e sanno che la mossa di Italia Viva e di chi si è schierato con il centrodestra contro la legge Zan non è stata fatta casualmente. Alla Camera si era raggiunta la maggioranza, mentre nel consiglio di ieri non c’era nemmeno la possibilità di raggiungerla. Italia Viva che aveva votato alla Camera per la legge Zan, al Senato si è appunto tirata indietro. Forse per le prossime elezioni del Presidente della Repubblica? Queste alcune delle ipotesi di Alessandro Zan, preoccupato per i futuri voti al Quirinale. Dopo l’elezione di Mario Draghi sembra che Matteo Renzi abbia iniziato a flirtare con la Lega. Sicuramente Sergio Mattarella non ricoprirà ancora la carica di Capo dello Stato.

INTANTO NEGLI USA

Intanto gli Stati Uniti hanno finalmente rilasciato il primo passaporto con un indicatore di genere “X” per chi non si identifica come maschio o femmina. Questa opzione era già entrata in vigore in altri Paesi come Nuova Zelanda, Canada, Australia e Nepal. Si spera dall’inizio del 2022 che si possa richiedere di poter selezionare il proprio genere direttamente al Dipartimento di Stato. “Voglio ribadire, in occasione dell’emissione di questo passaporto, l’impegno del dipartimento di Stato per promuovere la libertà, la dignità e l’egugalianza di tutte le persone, comprese le persone Lgbtqi+” queste le parole del portavoce del dipartimento.

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