Dizionario Arte

Della Quercia, Jacopo

Il miglior scultore della scuola senese, figlio di uno sconosciuto orafo e scultore in legno, Piero di Angelo (Quercia è un quartiere di Siena da cui Jacopo prese il nome). Come il padre, realizzò sculture in legno e lavorò anche il bronzo, ma il marmo era il suo materiale preferito. Fu una delle principali figure della sua generazione nella scultura italiana, l’unico non fiorentino che possa essere citato con Donatello e Ghiberti, ma la sua carriera è difficile da seguire, dal momento che lavorò in posti diversi e a volte abbandonava un lavoro senza terminarlo per prendere un altro incarico altrove. Secondo Vasari condusse una vita ordinata, ma sembra, invece, che abbia avuto una irrimediabile tendenza a rinviare ogni cosa. È documentato per la prima volta in modo sicuro nel 1401, quando gareggiò senza successo per l’incarico (ottenuto da Ghiberti) delle porte del battistero a Firenze. I suoi primi lavori rimasti sono una statua di marmo con la Vergine e il bambino, commissionatagli nel 1403 per la cattedrale di Ferrara (ora al Museo della cattedrale), e la tomba di Ilaria del Carretto, moglie del signore di Lucca, Paolo Guinigi (1406, cattedrale di Lucca), che fu elogiata da Ruskin. Il basamento è circondato da *putti reggifestoni tipicamente rinascimentali, ma la serena e aggraziata figura femminile è trattata secondo le suggestioni nordiche, e ciò suggerisce che Jacopo fosse a conoscenza del lavoro della cerchia di Claus Sluter in Borgogna.

La principale opera di Jacopo per la sua città natale è una fontana chiamata Fonte Gaia (commissionata nel 1408, eseguita nel 1414-19), oggi molto danneggiata, nella loggia del Palazzo Pubblico (una copia si trova a Piazza del Campo, dove all’inizio era stato posto fu posto l’originale). I suoi bassorilievi comprendono alcune figure femminili meravigliosamente drappeggiate e un pannello della Cacciata dal paradiso molto danneggiato ma ancora imponente.
Tra il 1417 e il 1430 Jacopo lavorò su rilievi per il fonte battesimale nel battistero a Siena (anche Donatello e Ghiberti vi erano coinvolti) e nel 1425 iniziò il suo ultimo grande lavoro (lasciato incompiuto dopo la sua morte), la decorazione scultorea della porta di San Petronio a Bologna. La principale raffigurazione della porta è una serie di pannelli in rilievo con soggetti della Genesi e dalla Natività di Cristo; le figure di solito solo due o tre per rilievo, in contrasto con i pannelli affollati di Ghiberti, e hanno un’immediatezza e una forza che suscitarono l’ammirazione di Michelangelo, in visita a Bologna nel 1494, tanto che molti di questi motivi si possono trovare, reinterpretati, nella Cappella Sistina.

Nascita: Siena 1374; Morte: Siena 1438

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