Dizionario Arte

DELLA ROVERE

Della Rovere

Della Rovere è una famiglia italiana che ebbe due papi e tre duchi di Urbino, tutti mecenati. La famiglia cominciò ad avere importanza quando Francesco della Rovere (1414-1484) divenne papa nel 1471 con il nome di Sisto IV.

Fu uno studioso e sobrio nella vita personale, ma senza regole nel perseguire i suoi obiettivi e senza scrupoli nella promozione dei suoi parenti (fece cardinali sei dei suoi nipoti). Come mecenate ricoprì un ruolo chiave nella trasformazione di Roma da città medievale a rinascimentale. Lo fece con la creazione di nuove strade, l’allargamento delle vecchie, la costruzione del Ponte Sisto sul Tevere, la ristrutturazione di antichi edifici e la fondazione di nuovi, tra cui le chiese di Santa Maria del Popolo e di Santa Maria della Pace.

La sua più famosa fondazione è la cappella in Vaticano chiamata col suo nome, la Cappella Sistina. Fu costruita nel 1477-1480 e le famose decorazioni ad affresco di Botticelli, Perugino e altri artisti iniziarono nel 1481. Le spese ingenti di Sisto IV, per le guerre come per l’arte, lasciarono vuoto il tesoro papale.

La sua tomba, opera di Antonio Pollaiolo, fu commissionata dopo la morte del papa dal nipote Giuliano della Rovere (1453-1513), che nel 1503 diventò papa Giulio II e fu una delle personalità più formidabili tra tutti i papi (“odiato da molti e temuto da tutti”) e il più grande mecenate del suo tempo; egli incaricò Bramante, Michelangelo e Raffaello di creare alcune delle principali opere dell’arte europea. Ad esempio la nuova San Pietro (iniziata nel 1506), il soffitto della Cappella Sistina (1508-1512) e le decorazioni delle Stanze Vaticane (iniziate nel 1508).

Il suo successo

Howard Hibbard (Michelangelo, 1975) scrive: “Se, come molti credono, questa fu la più grande unione di talenti che mai abbiano lavorato per un solo uomo nello stesso momento, possiamo acclamare Giulio come il più perspicace e fortunato mecenate che il mondo abbia mai conosciuto”.

La sua linea politica era orientata a fare dello stato papale la più importante potenza d’Italia. Egli guidò personalmente campagne militari che estesero ampiamente il suo territorio; la scelta del suo nome papale riflette la sua ammirazione per le prodezze militari di Giulio Cesare.

A dispetto delle guerre costose e delle grandi spese per la ricostruzione di San Pietro, grazie alla sua abile amministrazione lasciò il papato più prospero di come lo aveva trovato. L’interesse artistico di Giulio ampliò la collezione vaticana di scultura antica, ed egli collocò molti dei suoi pezzi migliori (tra cui l’ *Apollo del Belvedere e il *Laocoonte) nella corte Belvedere del Vaticano, dove gli artisti e gli studenti potevano vederli; questa fu l’origine dei Musei Vaticani.

Gli altri membri della famiglia

Il nipote di Giulio, Francesco Maria I della Rovere (1490-1538) divenne duca di Urbino nel 1508, quando succedette allo zio senza figli, Guidobaldo da Montefeltro, che lo aveva adottato come erede. Il suo pittore preferito era Tiziano, che dipinse ritratti di lui e di sua moglie Eleonora Gonzaga (1536-1538, entrambi agli Uffizi, Firenze).

Il figlio di Francesco Maria, Guidobaldo della Rovere (1514-1574), fu anch’egli grande ammiratore di Tiziano e comprò la sua famosa Venere di Urbino (1538, Uffizi); il titolo è ingannevole, in quanto il dipinto si trova nel Palazzo Ducale di Pesaro, che era parte dei territori di Guidobaldo.

Suo figlio Francesco Maria della Rovere (1549-1631) impiegò numerosi artisti e fu in particolare mecenate di Federico Barocci.

 

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