Disaccordo tra Meloni e Orban: tiepido l’incontro tra i leader del 24 giugno
Impiegando una metafora pugilistica “ai punti” sono più gli elementi di disaccordo tra Meloni e Orban, che quelli invece di dialogo politico. Il faccia a faccia svolto a Roma nel pomeriggio e nella serata di lunedì 24 giugno 2024 non pare infatti aver sortito gli effetti sperati.
Tra i due leader permane la distanza su molte delicate questioni internazionali. E in tal senso l’ipotesi di una forte alleanza europea verso le nomine UE e il prossimo summit di giovedì 27 giugno appare decisamente meno percorribile e assai più remota.
Fra le numerose controversie certamente centrali appaiono quelle relative alla gestione del conflitto in Ucraina e all’allestimento dello stesso Parlamento Europeo. Così pur ribadendo la propria concreta alleanza sia Giorgia Meloni sia Viktor Orban confermano le profonde distanze reciproche.
Troppi gli ostacoli tra Giorgia Meloni e Viktor Orban: niente patto verso l’Europa e le nomine UE
Nessun matrimonio politico. E di conseguenza nessun piano comune volto a presentarsi in Europa al summit del prossimo 27 giugno da un piedistallo di forza. Tra la premier italiana Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban sono più le distanze che i punti di contatto.
Questo almeno sembra essere l’esito dell’incontro personale andato in scena a Palazzo Chigi a Roma nel tardo pomeriggio e nella serata di lunedì 24 giugno 2024. Il numero uno di Budapest è stato accolto come ospite dalla collega del Bel Paese, e tra i due si è svolto un lungo incontro nel quale sono state affrontate e discusse tutte le principali tematiche politiche internazionali.
Le relazioni tra Roma e Budapest sono eccellenti. Con Orban posizioni divergenti ma troviamo soluzioni. Le nostre posizioni non sono sempre coincidenti ma la posizione ungherese in ambito europeo e Nato consente agli alleati di assumere decisioni importanti
Sono parole adoperate dalla stessa Giorgia Meloni al termine dell’oretta e mezza di chiacchiere a tu per tu con Viktor Orban. Una conferma ufficiale dunque delle distanze che separano i due leader, ma che in maniera molto pragmatica sembrano non incidere su un rapporto politico profondo e indirizzato verso obbiettivi comuni.
L’Italia è uno dei nostri alleati più importanti su migranti e competitività
Dichiarazioni dello stesso Orban che vogliono sottolineare i punti di contatto tra il proprio Governo e quello italiano, puntando così forte sugli elementi di condivisione e lasciando almeno momentaneamente da parte quelli di alterità. Eppure questi ultimi sono tanti.
Vicinanza e unione d’intenti certamente sono quelle che Orban e Meloni si sono scambievolmente promessi in merito alla gestione della vicenda migranti, così come al piano del Green Deal. Supporto totale da parte di Budapest alla linea imposta da Roma circa la gestione del traffico di essere umani nel Mar Mediterraneo.
“Appoggio totale” è il termine impiegato da Orban per spiegare la posizione sua e del proprio Paese verso le disposizioni meloniane a tal proposito, a cominciare dal Piano Mattei. Condivisa anche l’ostilità verso il Green Deal, al quale entrambi i Paesi dovrebbero opporsi.
Nessun punto di accordo invece è stato trovato riguardo all’Ucraina. I punti di vista circa la gestione del conflitto che da interminabili mesi sta devastando l’est Europa sono troppo distanti e non sembrano, almeno per il momento, trovare una quadra che possa colmare il gap.
Supporto convinto e totale a Kiev, quanto viene difeso e sostenuto dalla Meloni. Secco diniego invece da parte di Orban, che definisce un errore una simile ferrea posizione a sostegno del Governo di Volodymir Zelensky.
Se quello ucraino è forse il principale punto di divergenza tra i due leader, pure la questione nomine UE non sembra andare verso la strada del dialogo, anzi tutt’altro. Di fatto bocciatura a pieni voti della possibilità di ingresso ungherese nel gruppo conservatore dell’Ecr.
Non possiamo fare parte di una famiglia politica dove c’è un partito rumeno che è anti-ungherese
Queste le parole di giustificazione usate da Viktor Orban in merito a tale possibile quadro di alleanza internazionale. Il premier ungherese peraltro si è mostrato poco incline all’appoggio verso Ursula Von der Leyen e una sua possibile riconferma al vertice della Commissione Europea.
Probabilmente però la verità è leggermente diversa, e presuppone come per la Meloni una fase di attesa e valutazione delle dinamiche europee, e in special modo francesi. Un appoggio diretto o indiretto alla Von der Leyen infatti potrebbe garantire tanto a Budapest quanto a Roma alcuni commissariati di primo piano nello scacchiere continentale, e dunque posizioni di grande prestigio a Bruxelles.
Proprio l’attesa sembra così essere la risultanza prima uscita dal colloquio tra Meloni e Orban. Aspettare almeno sino al 30 giugno e alle elezioni in Francia. Da lì e dalla possibile vittoria di Marine Le Pen il quadro politico internazionale potrebbe cambiare, rendendo più salda la posizione dei conservatori in seno al Parlamento UE.
Disaccordo tra Meloni e Orban: verso un’Europa spaccata su tutti i fronti
Non sono soltanto le voci di Giorgia Meloni e di Viktor Orban ad essere in disaccordo su diversi temi caldi a livello internazionale. Il concerto europeo da diverse settimane non suona più all’unisono, e le prospettive continuare ad avanzare in tale direzione.
Anzi c’è chi parla propriamente di un tutti contro tutti in Europa. Una sorta di tensione generale volta a collocarsi in posizioni di vantaggio a discapito di idee e valori. Tale quadro forse è in parte eccessivo, visto che fronti e impasti all’ordine del giorno a Bruxelles.
Certamente però appare chiarissimo come le destre siano spaccate e non riescano a trovare un accordo politico che possa proiettarle sul trono europeo. Un vertice continentale peraltro davvero molto vicino dopo l’esito generale delle elezioni Europee di neppure un mese fa.
Pure però dall’altra parte, e più precisamente tra Ppe e Pse, sorge grande diffidenza. Socialisti e popolari sono infatti del tutto lontani da un dialogo politico che possa fungere da baluardo concreto al potenziale avanzamento delle destre anche in seno al Parlamento Europeo. L’euro-summit di giovedì 27 giugno potrebbe in tal senso dare qualche indicazione in più a riguardo.
Conclusione: profondo disaccordo tra Meloni e Orban. Piuttosto tiepido infatti l’incontro andato in scena tra i due leader lunedì 24 giugno
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