Dizionario Arte

disegno, parola, usata in italiano anche in altri paesi

Disegno

Parola, usata in italiano anche in altri paesi, che all’interno del contesto storico artistico rinascimentale si riferisce a un concetto d’immaginazione totale dell’opera d’arte; in questo senso la parola rimanda alla ‘capacità creativa’. Nel XVI secolo alcuni teorici usarono il termine disegno interno per indicare l’ispirazione divina nella mente dell’artista e Federico Zuccaro attraverso un gioco di parole fa derivare disegno da segno di Dio. Gli artisti e gli scrittori rinascimentali del centro Italia (specialmente i fiorentini) insistevano particolarmente sull’importanza del disegno, in contrasto con la centralità veneziana del colore.

Questi approcci diversi

Questi approcci diversi formalizzati nella Francia del XVII secolo quando l’Académie Royale (vedi accademia) si divise in due fazioni: coloro che aderivano all’approccio intellettuale di Poussin e gli ammiratori dei colori caldi di Rubens, capeggiati da Roger de Piles.

E chi della controversia si ritrovano nella rivalità tra Ingres e Delacroix nel XIX secolo e forse persino in quella tra Picasso e Matisse nel XX secolo.
Il disegno vero e proprio è la raffigurazione artistica eseguita con segno di un unico colore. Può a sua volta dividersi secondo la finalità in tre generi fondamentali: il disegno preparatorio, lo studio e il disegno come opera indipendente. Il disegno preparatorio è un disegno preliminare che si esegue sullo stesso supporto. Su quest’ultimo verrà compiuta la pittura.

I disegni preparatori

I disegni preparatori qualche volta rimangono visibili anche a occhio nudo, soprattutto naturalmente nelle opere non finite, ma è comunque possibile rilevare la loro presenza attraverso fotografie a raggi infrarossi o attraverso una tecnica apposita inventata nel 1960 dal fisico olandese J.R.J. van Asperen de Boer, la riflettografia, che permette di ottenere una profonda penetrazione nella superficie del dipinto.

Molti dipinti sono i esaminati con questa tecnica. Specialmente opere del XV e XVI secolo, rivelando disegni preparatori molto vari, da schizzi sommari a vere e proprie composizioni definite. L’analisi dei disegni preparatori può essere utile per stabilire attribuzioni.

Lo studio è un disegno che l’artista fa

Lo studio è un disegno che l’artista fa su un supporto diverso da quello destinato alla pittura. È di solito uno schizzo, la rapida rappresentazione di un’idea che sarà poi elaborata. Spesso per una stessa opera l’artista fa più di un disegno di studio. Molti di questi disegni, anche di antichi maestri, sono giunti fino a noi. Alcuni danno un’idea di opere andate distrutte, altri aiutano a comprendere il percorso creativo dell’artista per opere che conosciamo nella forma finale.

Disegni di questo genere esistono, e sono oggetto di studio, anche per opere di scultura e di architettura. Il disegno concepito come opera indipendente è di solito ben rifinito; spesso nei secoli passati questi disegni  realizzati per darli in dono a un mecenate o a una persona cara.

I primi disegni indipendenti

I primi disegni indipendenti, databili agli anni Venti del XV secolo, sono di Lorenzo Monaco (Visitazione e Viaggio dei Magi, entrambe Kupferstichkabinett, Berlino), mentre il primo artista noto per aver realizzato un disegno allo scopo specifico di donarlo a un mecenate è Leonardo da Vinci: Vasari racconta che egli realizzò un disegno di Nettuno (1503 ca), per Antonio Segni, un collezionista con la passione per l’antiquariato (ma questo disegno è andato perduto).

Michelangelo negli anni Trenta del XVI secolo realizzò disegni che regalò a Tommaso Cavalieri, un suo giovane amico (erano di soggetto mitologico o rappresentavano teste fantasiose) e più tardi (dal 1538) ne realizzò altri di soggetto religioso per la poetessa Vittoria Colonna.

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