Donatello
Dizionario Arte

Donatello

Donatello

Donatello è uno scultore fiorentino. Fu il più grande scultore del XV secolo. Fece parte del gruppo di artisti -che comprendeva personaggi come i suoi amici *Alberti, *Brunelleshi e Masaccio -che creò lo stile del rinascimento a Firenze. La sua lunga carriera fu enormemente produttiva e non ebbe rivali. I principali aspetti della sua opera sono: profonda emotività, creatività formale e versatilità nell’operare con i materiali, tra cui bronzo, pietra, legno, terracotta e stucco.

Lavorò a Padova, Pisa, Roma e Siena così come a Firenze (rifiutò alcune proposte di lavoro a Mantova, Modena e Napoli) ed ebbe un enorme impatto sui suoi contemporanei e sugli artisti delle generazioni successive -sia pittori che scultori. Vantava vasto repertorio di pose ed espressioni, l’uso di motivi antichi e l’utilizzo sofisticato della prospettiva nei rilievi. Fu senz’altro l’italiano che più influenzò la propria epoca in ogni sua tecnica.

Nonostante il successo, la fama

Nonostante il successo, la fama e l’alta considerazione in cui era tenuto dai suoi eminenti mecenati, si dice che abbia vissuto nella semplicità. Totalmente devoto alla propria opera, preferiva le critiche agli elogi, traendo esempio dai grandi.

All’inizio della carriera Donatello lavorò come assistente di Ghiberti (1404-1407), ma sviluppò uno stile che differiva radicalmente dall’eleganza gotica del suo maestro. Era lontano dalla politezza di superficie e dalla grazia lineare tipica di Ghiberti ed eccelleva piuttosto in forza emotiva.

La sua personalità si rivelò per la prima volta nella serie di figure, realistiche ma profondamente spirituali, quasi tutte in marmo, che realizzò per la decorazione esterna del duomo di Firenze, il campanile adiacente e la chiesa di Orsanmichele.

La serie inizia con l’imperioso San Giovanni Evangelista (1408-15) per il Duomo (oggi al Museo dell’Opera del Duomo), passa per il famoso san Giorgio (1415-17 ca) per Orsanmichele (adesso al Bargello, Firenze) e culmina nella figura non idealizzata di Abacuc (completato nel 1436), il cosiddetto ‘Zuccone’, per il campanile (oggi al Museo dell’Opera del Duomo).

Vasari espresse la brillantezza

San Giorgio, Donatello

Vasari espresse la brillantezza della caratterizzazione di Donatello nella descrizione del san Giorgio. Secondo lui già nella testa esprimeva la bellezza della gioventù, lo spirito e il valore nelle armi, con una fortissima resa del reale e un meraviglioso senso del movimento nella pietra.

A questa acuta comprensione psicologica accompagnava una tecnica di audace originalità che dimostra il suo interesse per gli effetti ottici del suo lavoro. Egli prendeva attentamente in considerazione la posizione da cui la statua sarebbe stata vista. Adattava di conseguenza le proporzioni della figura alla visone dal basso, e scolpiva con una forza e una decisione maggiori tenendo conto di una visione a distanza.

Invece il rilievo di san Giorgio e il drago (1417, Bargello), eseguito per la base della già citata statua di san Giorgio, è realizzato con grande delicatezza nella tecnica inventata da Donatello e chiamata stiacciato (un rilievo molto basso, come un disegno sulla pietra (vedi rilievo). Originariamente situato nel lato nord di Orsanmichele, il rilievo era posto in una luce delicata e soffusa. In tal modo, la finezza scultorea poteva essere realmente apprezzata.

Tra il 1430 e il 1433 Donatello

Tra il 1430 e il 1433 Donatello lavorò a Roma. L’impatto con l’arte antica che vide, trova chiaramente riscontro nella famosa Cantoria del Duomo di Firenze (oggi al Museo dell’Opera del Duomo, 1433-39), dove fece grande mostra della libera interpretazione dei motivi classici.

La sua statua in bronzo di David (Bargello), che rappresenta il primo esempio di statuaria verticale di un nudo dall’antichità, è talvolta considerata come conseguente alla visita di Donatello a Roma e assegnata perciò agli anni Trenta, ma alcuni studiosi lo datano più tardi. Il soggetto, così come la data, è controverso: è stato anche ipotizzato che rappresentasse Mercurio con la testa di Argo piuttosto che David.

Dal 1443 al 1453 Donatello si trasferì a Padova, dove ebbe tre incarichi prestigiosi. Due di essi erano per la chiesa di Sant’Antonio (‘il Santo’) e le opere si trovano ancora lì: un crocifisso bronzeo a grandezza naturale (1443-49), ora posto sopra l’altare maggiore, e l’altare stesso (iniziato nel 1446), una struttura architettonica imponente caratterizzata da sette statue verticali, quattro grandi rilievi dei miracoli di sant’Antonio e altri vari elementi (l’altare è stato ristrutturato diverse volte e non appare più come Donatello lo aveva pensato).

La terza grande opera a Padova

La terza grande opera a Padova è il famoso monumento al condottiero Erasmo da Narni. Conosciuto come Gattamelata, nella piazza del Santo (1447-53). Esso dà inizio alla tradizione moderna dei monumenti equestri (vedi Marco Aurelio). Benché imitata diverse volte, non è mai stata superata in grandezza e dignità.

Dal 1454 fino alla morte Donatello visse principalmente a Firenze, sebbene lavorasse anche a Siena per un progetto non realizzato per le porte bronzee del Duomo. Negli ultimi anni il suo stile divenne emotivamente più intenso. Tra i lavori più importanti di quel periodo sono Giuditta e Oloferne (Palazzo Vecchio, Firenze). Esso rappresenta  l’allegoria dell’umiltà che trionfa sulla superbia, e una serie di rilievi bronzei (per lo più scene della Passione di Cristo) per la coppia di pulpiti in San Lorenzo.

Anche la sofferente ed emaciata Maria Maddalena in legno dipinto (Museo dell’Opera del Duomo) è tradizionalmente considerata una delle sue tarde opere, ma ci sono motivi per ritenere che appartenga al primo periodo. Sebbene i rilievi di San Lorenzo non fossero terminati alla morte di Donatello e siano stati completati dal suo allievo Bertoldo, essi sono sostanzialmente opera del maestro e mostrano come sia stato capace di utilizzare liberamente le possibilità espressive della distorsione.

Oltre alle importantissime opere

Oltre alle importantissime opere indipendenti, Donatello produsse tre importanti tombe in collaborazione con Michelozzo di Bartolomeo e realizzò altri lavori minori. Tra questi vi sono tavolette in bronzo e rilievi della Vergine col bambino in marmo e stucco, divenuti poi prototipi per le successive generazioni di scultori. Un busto-ritratto in terracotta dipinta (Niccolò da Uzzano, Bargello) che è databile dagli anni Trenta ed è probabilmente il primo busto-ritratto del rinascimento (di Mino da Fiesole, 1453).

Nascita: Firenze 1386; Morte: Firenze 1466

 

Leggi anche:

Leonardo da Vinci

Michelangelo Buonarroti

Donatello

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!