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Draghi e Macron: giovedì firma del trattato d’intesa tra Italia e Francia al Quirinale

Draghi e Macron, firmeranno il Trattato del Quirinale: un patto per rafforzare l’intesa italo-francese

Tra Draghi e Macron arriva la firma del Trattato del Quirinale. Un patto italo-francese per rafforzare l’intesa sarà firmato giovedì 25 novembre a Roma, al Quirinale.

Il Trattato del Quirinale: cos’è

Il trattato italo-francese “del Quirinale”, nome preso dal luogo in cui verrà firmato, è un documento di una trentina di pagine, composto da una premessa su valori e obiettivi comuni tra i Italia e Francia. La premessa, sarà seguita da undici capitoli tematici. Inoltre, sarà accompagnato da un programma di lavoro di altre 30 pagine, che individua concretamente come i due governi perseguiranno gli obiettivi prefissati. Tra questi, è previsto un vertice bilaterale ogni anno e la ricerca costante di una posizione comune nell’Ue. Nasce sul modello del Trattato dell’Eliseo del 1963 tra Francia e Italia. La firma del Trattato è prevista per giovedì 25 novembre, a Roma, nel Palazzo del Quirinale. Il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron stringeranno un’intesa storica, che arriva dopo anni di lavoro, tra alti e bassi nelle relazioni diplomatiche.

Draghi e Macron
Mario Draghi ed Emmanuel Macron

L’intesa dei Parlamenti

Nel Trattato del Quirinale un paragrafo è dedicato alla collaborazione dei due parlamenti, italiano e francese. Infatti, lunedì 29 novembre, a Parigi, il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e il presidente dell’Assemblée National Richard Ferrand firmeranno un accordo di cooperazione strutturata tra le due Camere. Le due commissioni Esteri, si incontreranno poi l’8 e il 9 dicembre a Parigi.

Il Trattato italo-francese: le origini

L’idea del Trattato del Quirinale è nata in occasione del vertice franco-italiano di Lione, quando Emmanuel Macron e l’allora premier Paolo Gentiloni si incontrarono. I lavori, però, si interruppero durante il primo governo Conte, a seguito delle forti tensioni diplomatiche tra i due Paesi. Ricordiamo le accuse fra Parigi e Matteo Salvini sull’accoglienza dei migranti, che sappiamo non sa tenere a bada la lingua, visto il recente scontro con Ghali; e l’incontro tra un gruppo di gilet gialli con il vice premier Luigi Di Maio. Dopo due anni, i lavori sono ripresi, anche grazie al feeling diplomatico tra Draghi e Macron.

Il contenuto del Trattato

Un Trattato, quello che sarà firmato da Draghi e Macron considerato da alcuni analisti un accordo di portata storica, ma nonostante questo se ne parla poco, e se ne sa quasi nulla. L’unica notizia un po’ più concreta arriva da un comunicato dell’Eliseo:

il coordinamento dei due Paesi in materia di politica europea ed estera, di sicurezza e di difesa, di politica migratoria, di economia, di scuola, ricerca, cultura e cooperazione transfrontaliera.

Sono noti però gli undici capitoli del Trattato: Esteri, Difesa, Europa, Migrazioni, Giustizia, Sviluppo economico, Sostenibilità e transizione ecologica, Spazio, Istruzione formazione e cultura, Gioventù, Cooperazione transfrontaliera e pubblica amministrazione. Più precisamente, per esempio, nel capitolo Esteri, si parla di Mediterraneo, Balcani e Africa e le relazioni tra le due diplomazie. Per la Gioventù invece, si lavora per un riconoscimento facilitato dei titoli di studio e un programma di scambi, come Erasmus, bilaterale tra Italia e Francia.

Critiche al Trattato, che sarà firmato da Draghi e Macron

In Italia, si è sollevata qualche voce preoccupata sul rischio che, legandoci a questo Trattato, potremmo cadere in una sorta di sfera di influenza francese. Piero Fassino, Pd, presidente della Commissione Esteri della Camera e dell’Interparlamentare Italia-Francia, che ha lavorato a lungo al Trattato, ritiene però questa paura “fuori luogo”. È una paura che “ignora il fatto che la Francia è il nostro secondo partner commerciale dopo la Germania. E che il numero di imprese italiane che operano in Francia è analogo a quello delle imprese francesi nel mercato italiano, e che ci sono grandi gruppi italo-francesi, come Essilor-Luxottica, guidati dall’Italia”, ribadisce Fassino.

Giorgia Meloni, unica leader di un partito italiano a lamentarsi per il riserbo del documento. Non si sa molto sul Trattato, e la Meloni critica il fatto che “nessuno abbia ufficilamente visto il testo che impegna l’Italia”. Continuando:

Certo spetterà poi al Parlamento ratificare o meno il trattato, ma solo a noi di Fratelli d’Italia appare scandaloso che un accordo di questa portata sia firmato di soppiatto senza una discussione parlamentare, senza un dibattito politico e nel totale silenzio dei grandi media?.

È preoccupata, anche perché, come già abbiamo detto, le origini del Trattato si rifanno al periodo di Gentiloni, e quindi la sinistra italiana. A detta della Meloni è diventata “senza alcuna remora la portavoce degli interessi francesi in Italia”. Chi sa se quando Draghi e Macron avranno firmato il Trattato, cambierà opinione o innalzerà ulteriori critiche.

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