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Draghi oggi al Senato: scontro in maggioranza, ma il premier non esita sull’invio di armi a Kiev

Atteso oggi pomeriggio Draghi in Senato: quale posizione raggiungerà la maggioranza?

Il premier Mario Draghi interverrà al Senato oggi, martedì 21 giugno, alle ore 15 per dare delle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno.

In questi ultimi giorni all’interno della maggioranza si sta consumando un braccio di ferro. Oggetto dello scontro è la risoluzione sull’Ucraina: Pd e Forza Italia sono per il sostegno al governo Draghi che vuole spingere sull’invio di armi a Kiev. Anche la Lega ha spento le sue criticità iniziali sostenendo il premier. Rimangono fuori i pentastellati, divisi al loro interno tra i seguaci di Conte, che spingono per una soluzione diplomatica, e quelli di Luigi Di Maio, il quale al momento sembra avere un piede fuori dal partito.

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Draghi in Senato: maggioranza divisa

Proprio in queste ore, durante la mattinata, i partiti sono riuniti in un vertice convocato a Palazzo Cenci dal ministro Federico D’Incà e dal sottosegretario Vincenzo Amendola per trovare un punto d’incontro sulla risoluzione sull’Ucraina.

Il documento preliminare frutto degli incontri tra la maggioranza contiene cinque punti concordati: sì a Kiev nell’Ue, alla revisione del Patto di stabilità europeo, agli interventi per famiglie e imprese, a un tetto per il prezzo del gas e al rafforzamento delle proposte sul futuro dell’Unione. Il nodo cruciale rimane l’invio delle armi all’Ucraina.

A sconvolgere gli equilibri è stata una bozza di risoluzione autonoma proposta da alcuni dei senatori più oltranzisti del Movimento 5 Stelle, che chiedono esplicitamente di non procedere con ulteriori invii di armamenti. Eppure, l’invio delle armi a Kiev non richiede votazioni parlamentari per tutto il 2022, come previsto dal decreto Ucraina dello scorso febbraio. Secondo Palazzo Chigi, infatti, è impensabile procedere con lo stop degli aiuti militari.

Scissione in vista tra i 5 Stelle?

La bozza di risoluzione era diventata un elemento di scontro tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio all’interno del partito. “Ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue e in questo modo mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia”, aveva detto Di Maio.

E per discutere dell’accaduto, domenica 19 giugno era stata convocata una riunione d’urgenza del Consiglio nazionale del partito insieme a Conte. Per tutto il giorno si parlava di una possibile espulsione di Di Maio dai 5 Stelle, ma lo scenario non si è poi concretizzato.

Eppure, lo scontro sembra al momento congelato, considerato il periodo delicato per il Paese e l’Europa. Il Movimento continuerà a cercare una mediazione con la maggioranza. Insistendo tuttavia su un “più pieno e coinvolgimento del Parlamento sull’eventuale decisione di inviare nuove armi a Kiev”.

La posizione inamovibile di Draghi in Senato

La linea di Draghi è molto chiara: se Ue e Nato si esprimeranno a favore di nuovi invii di armi, l’Italia non si tirerà indietro. Dunque, a prescindere dalla trattativa della maggioranza, il premier oggi seguirà senza esitazione la posizione atlantista, ribadendo il sostegno italiano a Kiev.

 

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Editor: Susanna Bosio

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