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E adesso, Harry Potter?

E adesso? Che si fa? Quel nasino, quegli occhioni, quella frangetta sugli occhi… Harry Potter potrebbe non aver più il viso di Daniel Alan Radcliffe, nato il 23 luglio 1989 a Londra. Il maghetto potrebbe essersi stufato. Vorrebbe andare a scuola come tutti gli altri, anziché prendere lezioni private sul set. Vorrebbe avere una vita più normale. Vorrebbe non dover più lavorare con i ritmi dei grandi. Il mondo del cinema è in allarme. E se davvero Radcliffe non volesse andare avanti nella saga di Hogwarts? I film in programma sono sette, dai romanzi di J.K. Rowling, ne sono stati girati tre, anzi due e mezzo: Harry Potter e la pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti e la prima parte (le riprese sono iniziate a febbraio vicino a Londra, con il nuovo regista Alfonso Cuaron, il film uscirà nelle sale nel 2004) di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban . Ma Daniel, meglio i suoi genitori, hanno firmato solo per i primi tre episodi. E poi il ragazzino che girò il primo, Harry Potter e la pietra filosofale nel 2001, adesso ha i tratti somatici modificati. Insomma, è cresciuto. La voce è cambiata (per la verità era cambiata già al termine del primo film, tanto che nel secondo fu doppiata), il volto non è più quello del bambino ma di un ragazzino, come del resto quelli dei suoi compagni di avventure, il rosso Ron e la saccentella Hermion, Rupert Grint ed Emma Watson. Radcliffe, che nel 2000 aveva sbaragliato 40 mila concorrenti per il ruolo di apprendista mago, è stato messo in guardia anche da Chris Columbus, il regista delle prime due puntate. Sul set, quando aveva conosciuto i ragazzi li aveva apostrofati così: «Andate avanti solo fino a quando per voi sarà un gioco. Solo se vi divertirete. Altrimenti lasciate perdere. Nessuno vi costringe a fare gli attori alla vostra età». Tra l’altro non fu Columbus a imporre Radcliffe nel ruolo del maghetto. Fu la Rowling, perché lui aveva suggerito l’interprete del film A.I Intelligenza Artificiale di Spielberg. Ma Columbus quando si rivolgeva ai ragazzi, parlava a ragion veduta: fu lui, infatti, a dirigere Maculay Culkin, il piccolo protagonista di Mamma, ho perso l’aereo. Culkin, colpito da improvvisa popolarità, neanche poi paragonabile a quella di Radcliffe, ha fatto scelte sbagliate ed è entrato nel tunnel della droga. Con la conseguenza di una carriera stroncata, ma soprattutto di una vita deviata. «La famiglia e il lavoro sono le cose più importanti», ha ribadito Columbus. Pare che l’unica cosa che potrebbe fare cambiare idea a Radcliffe, che intasca tre milioni di euro a film, sarebbe un tentativo da parte dei genitori a persuaderlo di continuare. Marcia Gresham, la madre di Daniel nonché agente cinematografica, resta sul vago: «Non sappiamo ancora, dobbiamo aspettare e vedere se farà un altro film». E intanto il piccolo grande Daniel continua a leggere Garcia Marquez (non ha nemmeno finito il primo romanzo della Rowling) e ad ascoltare i Sex Pistols. (16 giugno 2003)
Nella foto, Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter

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