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È morta l’attrice e attivista Sacheen Littlefeather, rifiutò l’Oscar per conto di Marlon Brando

L’attivista per i diritti dei nativi americani è morta ieri domenica 2 ottobre a 75 anni

Sacheen Littlefeather, conosciuta in Italia come “Piccolo Piuma”, e divenuta famosa per aver rifiutato l’Oscar vinto per “Il Padrino” per conto di Marlon Brando nel 1973, è morta ieri a 75 anni. Era stata colpita da un tumore al seno.

Sacheen Littlefeather, attivista e attrice

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Sacheen Littlefeather alla cerimonia degli Oscar del 1973. Foto: Alamy

Ad annunciarne la scomparsa è stata l’Academy Awards con un tweet: “Sacheen Littlefeather, attivista per i diritti civili dei nativi americani che ha rifiutato l’Oscar come miglior attore nel 1973 di Marlon Brando, è morta a 75 anni”. Secondo The Hollywood Reporter, Littlefeather è morta nella sua casa in Carolina del Nord a Novato circondata dai suoi cari.

Quest’anno, dopo 49 anni, l’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences ha presentato una lettera ufficiale di scuse per il trattamento subito alla cerimonia degli Oscar del 1973. Il premio come Miglior Attore del 1973 fu vinto da Marlon Brando per la sua interpretazione di Vito Corleone ne “Il Padrino” ma si rifiutò di ritirarlo in supporto dei diritti dei nativi americani. Al suo posto andò Littlefeather, all’ora 26enne, che rifiutò l’Oscar e cercò di leggere un discorso di Brando per spiegare le motivazioni del rifiuto. L’Academy le diede solo un minuto per parlare, un tempo troppo corto per poter leggere tutto il discorso scritto da Marlon Brando.

“Con grande rammarico, Brando non può accettare questo premio molto generoso. E le ragioni di questo sono il trattamento riservato agli indiani d’America oggi dall’industria cinematografica… e in televisione nelle repliche di film, e anche con i recenti avvenimenti a Wounded Knee”, ha iniziato così il suo discorso. Fu fischiata dalla platea, e, a detta dell’attivista, John Wayne dovette essere trattenuto dalle guardie per impedirgli di aggredirla. Inoltre, Raquel Welch, Clint Eastwood e il co-conduttore della cerimonia, Michael Caine, la criticarono apertamente per aver interrotto la serata.

Il discorso di Brando

Riuscì comunque a leggere il discorso completo, poi pubblicato dal New York Times, nella conferenza stampa al termine della cerimonia. “Da 200 anni diciamo al popolo indiano che lotta per la propria terra, la propria vita, le proprie famiglie e il proprio diritto alla libertà: ‘Deponete le armi, amici miei, e poi rimarremo insieme. Solo se deponete le armi, amici miei, possiamo parlare di pace e raggiungere un accordo che vi farà bene’.

Quando hanno deposto le armi, li abbiamo uccisi. Gli abbiamo mentito”, così inizia il discorso scritto da Marlon Brando. “Sarei stato qui stasera per parlarvi direttamente, ma ho pensato che forse sarei potuto essere più utile se fossi andato a Wounded Knee per aiutare a prevenire in ogni modo possibile l’instaurazione di una pace che sarebbe disonorevole fintanto che il scorreranno i fiumi e crescerà l’erba”, continua.

“Piccola Piuma”

Il suo nome di nascita è Marie Louise Cruz e nacque a Salinas in California il 14 ottobre del 1946 da un padre Apache e Yaqui e da una madre americana di origine europea. I due genitori erano mentalmente instabile e quindi fu affidata ali nonni materni all’età di 3 anni. All’università iniziò la scoperta delle sue origini native e tentò l’occupazione dell’isola di Alcatraz nel 1969 con un gruppo di attivisti.

In questo periodo i suoi compagni la rinominarono Sacheen Littlefeather. Dopo essere stata ostracizzata da Hollywood per il suo attivismo ha dedicato la propria vita alla battaglia per i diritti civili dei nativi in America. Da più anziana si è dedicata all’insegnamento ai giovani. Nel 2018 le fu diagnosticato un tumore al seno che è peggiorato negli ultimi anni fino alla morte. Come riportato in un’intervista del The Guardian, ha parlato della propria fine: “Sto andando in un altro posto. Vado nel mondo dei miei antenati. Vi sto dicendo addio… mi sono guadagnata il diritto di essere veramente me stessa”.

 

Il discorso di Sacheen Littlefeather alla cerimonia degli Oscar del 1973

 

 

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Editor: Lorenzo Bossola

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