roberto maroni
Milano

È morto Roberto Maroni. Aveva 67 anni

L’ex ministro dell’Interno si è spento a 67 anni dopo una grave malattia

Roberto Maroni, storico membro della Lega (Nord), è morto questa notte alle 4.00 a 67 anni nella sua casa di Lozza. È stato quattro volte, presidente della Lombardia e segretario del Carroccio. La morte è stata annunciata dalla famiglia.

Roberto Maroni è morto

“Questa notte alle 4 il nostro caro Bobo ci ha lasciato. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto ‘bene’. Eri così Bobo, un inguaribile ottimista. Sei stato un grande marito, padre e amico”. Così la famiglia ha deciso di annunciare la morte di Roberto Maroni. “Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina (Emily Dickinson). Ciao Bobo”.

Roberto Maroni, nato a Varese il 15 marzo 1955, è sempre stato appassionato di politica; da ragazzo si è avvicinato al partito di estrema sinistra, Democrazia Proletaria, prima dell’incontro, cruciale per la sua vita, con Umberto Bossi nel 1979 con il quale fonda il gruppo Lega Lombarda nel 1982. Parallelamente, dopo il diploma al liceo Ernesto Cairoli, si laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e si diletta come conduttore radiofonico per “Radio Varese”.

Durante gli anni ’80, Maroni continua la partnership con Bossi e diventano rispettivamente consigliere comunale di Varese e segretario della Lega Lombarda. Nel 1991 partecipa alla fondazione del partito della Lega Nord ed è stato tra gli 80 legisti che hanno rappresentato la Lega per la prima volta in parlamento nel 1992. Dal 1994 al 1995 ha ricoperto la carica di vicepresidente del Consiglio dei Ministri e di ministro dell’Interno (primo non democristiano nella storia repubblicana) del governo Berlusconi I.  Nel 2001 torna al governo come ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e nel 2008 nuovamente come ministro dell’Interno.

roberto maroni

Il sodalizio con Bossi si incrina, però, a cavallo del 2010. L’anima più governista di Maroni si scontra contro l’anima di lotta e provocazione del senatur e, soprattutto, contro la deriva personalistica. Nel 2012 Umberto Bossi si è dimesso dalla guida del partito a causa dello scandalo che ha coinvolto l’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, che ha illecitamente utilizzato i rimborsi elettorali per le spese personali della famiglia Bossi. Il primo luglio 2012, Roberto Maroni è stato eletto segretario della Lega.

L’anno successivo, su indicazione di Berlusconi, si candida alle regionali in Lombardia e riesce a farsi eleggere con il 43% dei voti. L’impresa non era semplice sia perché la Lega era ai minimi storici sia perché la competizione interna nel centrodestra con la candidatura di Gabriele Albertini era agguerrita. Una volta presidente della Lombardia, come promesso in campagna elettorale, si è dimesso dalla presidenza della Lega il cui successore era un certo Matteo Salvini. Decise di non ricandidarsi nel 2018 al termine del suo mandato per “motivi di salute”. Nel 2021 pensa di candidarsi alle comunali di Varese ma, anche in questo caso, deve desistere per il peggioramento delle condizioni di salute.

Le reazioni

“Sono profondamente colpita dalla notizia della scomparsa di Roberto Maroni. Un amico, un politico intelligente e capace che ha servito le Istituzioni con buonsenso e concretezza. Il Governo esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile”, così decidete di ricordare Roberto Maroni la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

L’attuale segretario della Lega, Matteo Salvini, affida a Instagram le sue parole: “Grande segretario, super ministro, ottimo governatore, leghista sempre e per sempre. Buon vento Roberto”.

Silvio Berlusconi lo definisce “un amico, più volte autorevole ministro dei miei governi, già segretario della Lega Nord e valido governatore della Lombardia. Mancheranno la sua lucidità e la sua visione politica, il suo incommensurabile attaccamento alla Lombardia ed alle regioni del Nord produttivo”.

“Un compagno di una trentennale battaglia politica che ha cambiato e caratterizzato la nostra vita, un compagno di mille momenti insieme, di lunghissime giornate in via Bellerio, nell’ufficio di Umberto Bossi, alle feste delle Lega e poi per decenni in Parlamento e al governo – ricorda il senatore della Lega e ministro per gli Affari Regionali e per l’Autonomia – Con lui se ne va un pezzo della mia vita, della mia storia, dei miei ultimi trent’anni”, è il ricordo di Roberto Calderoli.

Anche dall’opposizione arrivano messaggi di cordoglio. “Tanti ricordi e tanti confronti. Sempre pieni di rispetto e di sostanza. Che tristezza. Ci mancherai. Ti sia lieve la terra Roberto”, dice il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta.

“Ciao Bobo. È stato bello conoscerti, è stato bello incrociare il tuo sorriso, è stato bello essere avversari ma collaborare sempre. Un abbraccio alla tua famiglia. Che la terra ti sia lieve”, scrive Matteo Renzi.

Anche il sindaco di Milano Beppe Sala ci tiene a ricordare il compianto Maroni come “un amico” con un Tweet.

Foto copertina: Corriere della Sera

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Editor: Lorenzo Bossola

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