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Economia speculativa: l’aumento dei prezzi viene dal nervosismo del mercato

Speculazione dei prezzi e conseguente psicosi di aziende e cittadini: la paura della guerra. La soluzione? Il tetto ai prezzi

Prezzi alle stelle, soprattutto aumento di benzina e diesel, e paura della crisi in Ucraina: la guerra non c’entra, questa è speculazione. E lo conferma anche il Ministro Cingolani.

Psicosi e paura del futuro

Negli ultimi giorni è nata una sorta di psicosi tra la gente, nata dalla paura delle conseguenze che può portare la guerra in Ucraina.

La corsa ai supermercati per svuotare scaffali e riempire carrelli, per rifornirsi di pasta e beni di prima necessità, come zucchero, farina. Le code poi ai benzinai per rifornirsi di carburante, aumentato drasticamente negli ultimi giorni e i caloriferi spenti ore prima per cercare di consumare il meno possibile luce e gas, che pesano fortemente sulle bollette.

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Se prima c’era il Covid a creare psicosi collettiva, ora c’è la guerra in Ucraina, che crea paura e tensioni, a causa delle conseguenze, date dalle sanzioni e dall’aumento dei prezzi.

Ma l’aumento è in linea con quello che sta succedendo a Kiev?

Speculazione dei prezzi del gas

La guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, hanno fatto in modo che i prezzi di importazione aumentassero. Ma sono principalmente le compagnie che distribuiscono gas a incrementare i costi. Lo conferma Carlo Cottarelli, economista ed ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale oltre che capo dell’Osservatorio sui Conti Pubblici. I prezzi sono, quindi, sotto speculazione della manovra delle compagnie che importano distribuiscono gas.

Speculazione  benzina, Roberto Cingolani: «L’aumento viene dal nervosismo del mercato»

Il ministro alla Transazione ecologica non ci sta. Benzina e diesel aumentati di prezzo? È una truffa. «Una colossale truffa» afferma Roberto Cingolani, secondo il quale «non esiste una motivazione tecnica per cui i carburanti siano così costosi».

L’aumento dei costi, secondo il ministro, viene dal nervosismo del mercato: «Ha alzato i prezzi in maniera irragionevole, assolutamente sconnessa dalla realtà dei fatti, a spese delle imprese e dei cittadini».

Ma la soluzione allora qual è? Un tetto per cercare di bloccare la spirale speculativa. Attraverso il tetto ai prezzi dei beni e dei servizi vengono controllati, non potendo poi superare il un valore calcolato sottraendo al tasso d’inflazione sui beni di consumo una quota minima di aumento della produttività.

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Fermare subito l’escalation dei prezzi

Sindacati, Codacons, Unione nazionale consumatori e Assoutenti stanno chiedendo negli ultimi di calmierare i prezzi. Codacons e UNC hanno presentato all’Antitrust e in Procura esposti con ipotesi di truffa aggravata, aggiotaggio e manovre speculative sulle merci.

«Il governo deve varare un decreto per fermare l’escalation dei prezzi» dice Assoutenti, associazione no profit per la tutela dei consumatori.

Vanno tutelati non sono gli autotrasporti, che rischiano di fermarsi, ma anche aziende e cittadini. Lo conferma, anche Anna Maria Bernini di Forza Italia.

 

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