Dizionario Opera

Edmea

Dopo il successo non entusiastico di Dejanice , che aveva confermato tante aspettative ma suscitato altrettanti interrogativi, nel 1883 Catalani, sfumata la possibilità di collaborare con Boito, si era rivolto a Ghislanzoni, nel tentativo di accontentare al tempo stesso gli innovatori e i difensori della tradizione. Il librettista accettò la commissione, a patto di avere la massima autonomia; dal canto suo Catalani, gravemente ammalato di tisi, era ossessionato dall’idea di essere ormai al termine della sua vita, e accettò di buon grado. Catalani – che a personaggi storici e famosi preferiva figure anonime, ma delle quali mettere in luce la profondità e verità delle passioni umane – approvò il soggetto di Edmea , che ripropone alcune situazioni della Lucia di Donizetti, ma anche della Nina di Paisiello.

Atto primo . Il conte Oberto è in procinto di partire; Edmea, sua segreta amante, giura, pena la morte, di essergli fedele (“Allor che il raggio”). Il conte padre però, che sospetta dell’illecita relazione e la osteggia (Edmea non è nobile), unisce la fanciulla in matrimonio al servo Ulmo, che l’ama teneramente.

Atto secondo . Edmea, impazzita per il dolore, gira per i villaggi con Ulmo, che si spaccia per suo fratello. Giunti in una taverna, i due si uniscono a Fritz, il capo di una banda di giullari attesi per una festa al castello del conte. Qui Oberto, che non ha mai dimenticato la fanciulla, vive in un’inconsolabile tristezza (“Forse in quell’astro pallido”). Sopraggiungono i giullari, tra i quali Edmea (“Io son dell’Elba la pallida fata”): Oberto scorge l’amata ma questa, pur sentendosi attratta da lui, non riesce a scuotersi dal suo torpore. Mentre tutti si ritirano con l’animo turbato, Oberto chiama per nome la giovane, che improvvisamente ritorna in sé.

Atto terzo . Edmea è ritornata alla vita di sempre con l’uomo che ama (“O bel sogno d’amor”), ma il ritorno della lucidità porta con sé il ricordo delle nozze con Ulmo. Oberto, appresa ogni cosa, vorrebbe vendicarsi uccidendo entrambi, ma sopraggiunge lo stesso Ulmo, che si è colpito a morte per ridare la libertà a Edmea. Mentre si leva un coro in onore del generoso Ulmo, tutti, commossi, auspicano che in futuro Edmea e Oberto possano finalmente celebrare le loro nozze.

La prima rappresentazione, diretta da Franco Faccio con Virginia Ferni-Germano nei panni della protagonista, confermò le aspettative del suo autore, tanto che, vivente Catalani, Edmea fu la più celebre tra le sue opere, Wally compresa. Il musicista non tardò a rammaricarsene, tanto da confidare al suo maestro Bazzini: «Non posso rinunciare a me stesso per andare dietro al gusto del pubblico. È il pubblico che deve mettersi al passo del tempo e incamminarsi sulle vie nuove dell’arte». Malgrado ciò, l’opera rispecchia l’evoluzione stilistica di Catalani, attratto da Wagner e dai soggetti nordici, ma al tempo stesso consapevole del valore della tradizione italiana e della necessità di continuare ad avvalersi di talune forme melodrammatiche (soprattutto la romanza e i concertati). Opera di semplice struttura e di facile realizzazione, Edmea propone passioni immediate, ma rimane un caso a sé nell’itinerario creativo di Catalani; e con un grave limite, poiché in essa, al contrario delle altre opere del maestro lucchese, il tema dell’amore non si fonde tragicamente con quello della morte, né assurge mai al ruolo di forza fatale, che determina gli eventi e anima e guida irresistibilmente i personaggi.

Type:

Dramma lirico in tre atti

Author:

Alfredo Catalani (1854-1893)

Subject:

libretto di Antonio Ghislanzoni, dal dramma Les Danicheff di Pierre Newsky [Pierre Corvin Krouhowsky] e Alexandre Dumas figlio

First:

Milano, Teatro alla Scala, 27 febbraio 1886

Cast:

il conte di Leitmeritz (B); Oberto, suo figlio (T); Ulmo, vassallo del conte (Bar); Edmea, amante di Oberto (S); Fritz, giullare (T); il barone di Waldeck (B); un oste (B); baroni, vassalli del conte, dame, signori, gastaldi, giullari, servi

Signature:

a.p.

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