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Arte

Édouard Manet, il pittore delle donne dell’800

Édouard Manet nasce il 23 gennaio 1832 a Parigi. Un omaggio al pittore antesignano dell’Impressionismo.

Édouard Manet è stato uno dei più controversi artisti del suo tempo, soprattutto per essere stato pittore delle donne.

Se oggi vedere nudo femminile anche sui cartelloni pubblicitari sembra scontato, nell’Ottocento era un tabù.

Dopo una prima apparizione al Salon del 1861, con la sua opera Guitarero, nel 1863 propone agli accademici Colazione sull’erba, che invece viene rifiutata perché ritenuta scandalosa.

Si appoggia allora alla prima edizione del salon des refusés, dove l’opera lascia comunque tutti a bocca aperta a causa della nudità della donna, ma soprattutto perché è seduta tra due uomini completamente vestiti.

Ma uno scandalo ancora maggiore si ebbe due anni più tardi. Nel 1863 Olympia (Musée d’Orsay,) si espose al Salon: la figura femminile nuda e reclinata era basata sulla Venere d’Urbino di Tiziano (che Manet aveva copiato dieci anni prima a Firenze).
La sua appariscente sensualità si considerò come un affronto agli standard accettati di decoro. Un critico scrisse:

“un’arte di questo tipo, caduta così in basso, non merita che biasimo”.

Manet fu attaccato anche per la sua tecnica audace. Con essa aveva eliminato la fine gradazione di toni della pratica accademica creando vividi contrasti tra luce e ombra.

“Le ombre sono rappresentate da macchie nere più o meno ampie” scrisse un altro critico

“anche la donna meno bella ha ossa, muscoli, pelle e ogni sorta di colori”.

Da notare che le pose di Manet mirano a non essere mai rigide o costruite, cosa totalmente innovativa per l’epoca.

Da quel momento Manet si trovò controvoglia ad acquisire la reputazione di leader dell’avanguardia e in particolare a essere rispettato e ammirato dagli *impressionisti. Fu però sempre piuttosto distante da questi (nonostante amasse andare alle corse con Degas, altolocato come lui) e non partecipò mai alle loro mostre.

Nei tardi anni Settanta sviluppò una forma di atassia motoria, che gli causò attacchi molto dolorosi ed estrema stanchezza; da allora preferì sempre più il lavoro a pastello, che richiedevano uno sforzo fisico minore rispetto alla tecnica a olio, ma il suo più grande quadro, Il bar delle Folies-Bergère (1882, Courtauld Gallery, Londra), è rimasto insuperato nell’arte del XIX secolo anche solo per la pura bellezza della tecnica. Monet morì tra atroci dolori una settimana dopo aver subito l’amputazione di una gamba colpita dalla cancrena.

Gli sguardi delle donne nei dipinti di Manet

Se c’è una cosa che si dice spesso dei dipinti di Manet, nello specifico di quelli raffiguranti figure femminili, è che le donne di Manet ti guardano.

È vero.

Le donne di Manet ti guardano, con sguardi che al giorno d’oggi si potrebbero paragonare solo a quelli delle foto di Steve McCurry.

Come da una dimensione altra, come istantanee precise in cui sembra che il pittore sia piombato nella stanza sorprendendole, ma non dando il tempo di far trasparire la sorpresa.

Il tutto reso più incisivo dalle sottili linee nere con cui Manet è solito mettere in evidenza le sue figure.

Sottili confini tra le forme sinuose e lo sfondo, solitamente colorato, animato e forse un po’ nebbioso.

Lo scopo della pittura di Manet

Bariste, bevitori d’assenzio, musicisti di strada: l’opera di Manet è un tentativo di affresco della società in cui vive. E si sa, a nessuna società piace guardarsi allo specchio nel momento stesso in cui la si dipinge.

Proprio lo specchio è, infatti, uno degli oggetti più discusso dei quadri di Manet.

L’esempio più immediato è sicuramente Il bar Des Folies-Bergère, dove non è chiaro se lo sfondo sia un grande specchio o la prosecuzione dello spazio.

Tuttavia, ci sono altre opere in cui Manet si cimenta nella rappresentazione di quest’oggetto, come Nanà e Davanti allo specchio, due opere che si potrebbero vedere come “coppia”.

Conclusione: Édouard Manet nasce il 23 gennaio 1832 a Parigi. Un omaggio al pittore antesignano dell’Impressionismo.

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