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Arte,  Milano,  Mostra

Effetto farfalla: fondazione Pini e Amorales

La fondazione Adolfo Pini ospita una delle esposizioni più ricercate della Design week milanese: ecco com’è Effetto farfalla

Carlos Amorales invade con uno sciame di farfalle nere la sede della Fondazione Adolfo Pini a Milano. La design week è sicuramente una delle settimane più ricche di eventi per quanto riguarda Milano. Tuttavia scegliere cosa vale davvero la pena di vistare e cosa lasciare indietro non è così semplice. Per visitare la mostra di Carlo Amorales abbiamo atteso due giorni.

Effetto farfalla

Il primo giorno, arrivati in Brera, una fila lunghissima di persone attendeva sotto un sole impietoso di poter entrare nella sede della Fondazione per visitare la mostra. Sarebbe stato anche fattibile, ma gli appuntamenti erano talmente tanti che non ci si poteva permettere di fare code. Il secondo giorno, ad attenderci, c’era una fila anche maggiore, durata qualcosa come un’ora e un quarto. Un bel po’ per una mostra del genere.

Giustamente, essendo la struttura molto piccola e raccolta (è comunque un appartamento) fanno entrare in piccoli gruppi di sei/otto persone alla volta. E già è abbastanza affollato così.

Probabilmente è solo l’effetto design week.

Poi, vedendo la mostra, ci si rende subito conto che è un successo. L’effetto farfalla ha fatto centro.

L’appartamento della Fondazione è piccolo; tuttavia riesce a contenere un’idea così grande. Un esercito di 15.000 farfalle di carta è posato ovunque: dalle scale d’ingresso fino ai soffitti affrescati. Piccole farfalle nere di carta dall’effetto davvero distopico e allo stesso tempo poetico.

Una sorta di legione nera portatrice di cattivi presagi: leggiadra e al contempo terribile. Una lenta consumazione degli spazi borghesi. Un buco nero in espansione.

Con Life in the folds l’artista metteinvecein scena il tema della violenza dell’uomo sull’uomo. Una violenza che alberga nel profondo e che può esplodere in modo ingiustificato. Il progetto comprende, tra l’altro, un video di animazione in cui, mentre assistiamo a una drammatica vicenda, vediamo anche le mani del burattinaio che muove i fili dei protagonisti.

Carlos Amorales e Fondazione Pini

L’artista vive e lavora a Città del Messico. Ha studiato ad Amsterdam presso la Gerrit Rietveld Academie (1996-97) e ha proseguito gli studi alla Rijksakademie van beeldende kunsten (1992-95). Ha partecipato a residenze artistiche presso l’Atelier Calder di Saché (2012) e MAC / VAL, Vitry-sur-Seine in Francia (2011), e ha preso parte al programma Smithsonian Artist Research Fellowship a Washington, DC (2010). Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre individuali e collettive. Carlos Amorales ha rappresentato il Messico alla 57a Biennale di Venezia con il progetto Life in the Folds (2017).

 

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