Dizionario Opera

Elegie für junge Liebende

È nel 1953, appena trasferitosi in Italia e mentre sta lavorando a ? König Hirsch , che Henze conosce, a Ischia, Auden e Kallman. Nel 1957 comincia a pensare a un’opera da camera con pochi personaggi e un ridotto organico orchestrale, e tra il ’59 e il ’61 compone Elegie für junge Liebende . Nel loro libretto Auden e Kallmann pongono l’esistenza e i suoi valori, come già avevano fatto per The Rake’s Progress di Stravinskij, sotto la lente deformante di una parodia grottesca. La vicenda è ambientata in un microcosmo che, pur avendo tutte le caratteristiche di una realtà piccola e chiusa (l’alberghetto ‘Schwarze Adler’ sulle Alpi austriache), è scosso dall’irruzione di problematiche universali. Il destino negato a Mittenhofer è quello di un’autenticità del vivere barattata con l’ambizione di un progetto (artistico o diabolico, allucinatorio o reale poco importa). Qui l’artista è l’eroe tragico che non può permettersi neppure un brandello di vita davvero vissuta. La sua arte, che pure non compare mai, poiché non figurano suoi versi nell’opera, diventa il ‘doppio’ di se stesso al quale ha venduto l’anima. Per lui è impossibile vivere se non in funzione della sua ispirazione, il cui prezzo è una totale perdita di identità. Il suo cinismo e la sua crudeltà distruggono le persone che lo circondano e le risucchiano nel vuoto della sua esistenza.

Atto primo . Hilda Mack è una povera donna resa folle dal dolore, che da quarant’anni attende in albergo il suo sposo, partito da lì per conquistare la vetta dell’Hammerhorn e mai più tornato. La sua voce già attraversa i diversi livelli espressivi, che saranno utilizzati in tutta l’opera: lo Sprechgesang , il canto vero e proprio, il parlato ritmato su tre registri. È per ascoltare le sue visioni e tradurle in poesia che Mittenhofer si è trasferito lì con il suo seguito. Gli altri personaggi ruotano intorno al protagonista: Carolina, sua patronessa e segretaria tuttofare, e Reischmann, il suo medico personale. Carolina svela come il grande artista si finanzia: cogliendo come regalo della fortuna i soldi che lei gli fa trovare qua e là. Dopo l’arrivo del figlio del dottore, Toni Reischmann, Hilda Mack ha finalmente una delle sue visioni. Josef Mauer, la guida alpina, annuncia che è stato ritrovato un corpo, probabilmente proprio quello del marito di Hilda. Elizabeth, amante di Mittenhofer, cerca di spiegare a Hilda ciò che è successo. Toni assiste alla scena e resta intenerito dalla dolcezza della ragazza. Mentre Hilda si rende finalmente conto della realtà, Toni si accorge di amare Elizabeth.

Atto secondo . La passione nata tra i due giovani sconvolge tutti. Toni preme perché Elizabeth lasci subito Mittenhofer, ma ella teme di essere crudele. Mittenhofer, che ha intuito la loro relazione, cerca di prevenire il peggio con una sorta di mea culpa che giustifica i propri errori con l’imperativo della creatività prima di ogni altra cosa. Elizabeth è angosciata dal dilemma; Toni prende l’iniziativa e dice tutto a Mittenhofer. Durante il litigio giunge Hilda ubriaca, ed Elizabeth chiede a Toni di sposarla. Mittenhofer mantiene l’autocontrollo e addirittura sollecita Reischmann, finora contrario all’unione, a benedire la coppia; mentre ognuno riflette sulla propria situazione, Mittenhofer scrive il suo nuovo poema I giovani amanti . Commosso da questo gesto, Reischmann si riconcilia con il figlio e la ragazza. Mittenhofer, però, ha bisogno, per completare il poema prima del suo sessantesimo compleanno, che cade di lì a poco, di un’altra visione, che solo un fiore raccolto sull’Hammerhorn può fornirgli. I due giovani decidono di rimandare la partenza per andare a raccoglierlo e offrirglielo in dono. Mittenhofer, solo, si abbandona finalmente alla rabbia e all’acrimonia che ha finora nascosto.

Atto terzo . Il mattino dopo, Elizabeth e Toni lasciano l’albergo per raggiungere l’Hammerhorn. Mauer, la guida alpina, viene a chiedere se qualcuno si è avventurato sulla montagna, perché si è scatenata una bufera. Mittenhofer assicura che nessuno è uscito e Carolina, complice, non smentisce. Subito dopo, Mittenhofer decide di licenziarla. Nel frattempo, Toni ed Elizabeth, dispersi sulla montagna, si confessano l’illusorietà del loro amore e ringraziano il Dio della Verità per aver loro pemesso di morire senza ipocrisie. L’ultimo quadro, ci trasferisce in un teatro di Vienna: Mittenhofer legge la sua Elegia per giovani amanti , che risuona, solo come musica, con le suggestioni timbriche, i campi armonici e i motivi legati ai protagonisti della vicenda.

La disillusione ha investito tutto e tutti. Infatti Mittenhofer non è che il caso limite, il punto estremo di un meccanismo sociale ed esistenziale che impedisce di vivere la vita per quella che è. Follia e normalità, genio e piccolezza d’animo si incontrano sul terreno di un’incomunicabilità straziante. Il ritmo drammaturgico serrato e senza ombra di cedimenti è sostenuto da una discorsività musicale che lo rende cinematografico. Il susseguirsi di situazioni estreme e paradossali che svelano il non-senso di un’esistenza sempre proiettata (verso l’arte, l’amore, il lavoro, la famiglia o qualsiasi altro valore precostituito e fittizio) e mai vissuta, ricorda infatti certe atmosfere surreali e grottesche rese familiari dai film di Almodovar. L’arte, cioè l’opera poetica vera e propria di Mittenhofer, risuona solo come musica: in questo messaggio asemantico, che non è mai unilaterale e dogmatico, è riposto l’unico senso possibile. La creatività autentica di Mittenhofer ci appare infatti solo nella sua veste sonora, affidata all’orchestra o alla vocalizzazione, mai a parole recitate o cantate.

Henze concentra il lato soggettivo dei personaggi nella scrittura strumentale, in particolare negli assoli. Le corrispondenze timbriche (Mittenhofer connesso agli ottoni, Hilda al flauto, Carolina al corno inglese, il dottore al fagotto, Elizabeth e Toni agli archi), non sono tuttavia esaurienti in sé, ma comprensibili solo all’interno del complesso e sfaccettato tessuto melodico e armonico, che dà loro una ben precisa funzione formale e psicologica. Spesso le percussioni ‘collegano’ metaforicamente l’intreccio fra i personaggi, il cui carattere è concentrato in vere e proprie pennellate di colore dai toni delicati e dalle sfumature chiaroscurali. Ma alla forza evocativa di ogni episodio contribuisce l’unitario tessuto orchestrale, che si modella sulle arcate narrative della vicenda. ‘Sigle’ distintive quasi stranianti, come il campanaccio da mucca (II,9: prima che Hilda prenda le difese di Elizabeth) o l’oggetto che Carolina getta a terra, dalla scrivania, subito dopo che Mittenhofer ha pronunciato la sua delittuosa menzogna alla guida alpina, segnano l’avanzare di un meccanismo implacabile, spesso sottolineato da un’ossessiva insistenza ritmica, che accompagna l’incedere di un ingranaggio che tutto divora e consuma. Nell’opera ritroviamo uno dei temi fondamentali della letteratura del Novecento, che vi pone al centro il problema dell’artista medesimo (basterebbe ricordare la figura di Stephen Dedalus nell’ Ulisse di Joyce), simbolo di un totale isolamento dell’uomo rispetto a un Tempo statico, reso immobile come i ghiacciai alpini. Henze restituisce però al teatro musicale contemporaneo anche il tempo ancestrale, che concede di narrare per ricordare. Nella memoria musicale dell’ultima scena si concentra infatti la forza simbolica dell’estetica di Henze, che riscatta le forze oscure dell’esistenza solo grazie all’energia del messaggio. Le voci di tutti i personaggi, fissate sulla semplice interiezione «ah», si inseriscono nella partitura con l’astrattezza e l’autonomia delle altre linee strumentali. Muore di immobilità, invece, quella falsa affermazione di sé che si illude di demandare a un progetto estetico, esistenziale o politico ciò che può sopravvivere solo nella forza concreta della comunicazione.

Type:

(Elegia per giovani amanti) Opera in tre atti

Author:

Hans Werner Henze (1926-)

Subject:

libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman

First:

Schwetzinger Festspiele, 20 maggio 1961

Cast:

Gregor Mittenhofer, poeta (Bar); Wilhelm Reischmann, medico (B); Toni Reischmann, suo figlio (T); Elizabeth Zimmer, amante di Mittenhofer (S); Carolina Gr&aulm;fin von Kirchstetten, mecenate e segretaria di Mittenhofer (A); Hilda Mack, vedova (S); Josef M

Signature:

l.b.

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