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Elezioni comunali a Palermo, caos nei seggi: altro che partita di calcio, questa è colpa della mafia

Seggi vacanti alle elezioni comunali di Palermo: le responsabilità della mafia

All’apertura dei voti alle 7:00 di ieri, domenica 12 giugno, tra elezioni amministrative e referendum sulla giustizia, in tutta Italia si è registrata una bassa affluenza. Ma è stato il caos dei seggi alle elezioni comunali di Palermo a far molto discutere.

Già nella giornata di sabato era chiaro che il giorno successivo non si sarebbero presentati molti dei presidenti nominati. Ieri mattina oltre 50 seggi erano chiusi, ritardando gli orari per i cittadini e creando non pochi disagi. Il comune è stato poi costretto a cercare i presidenti di seggio tramite annunci sul sito. Per gli assenti ingiustificati è scattata la denuncia e la Procura di Palermo indicherà i responsabili.

Un evento mai successo nella storia delle elezioni amministrative in Italia. L’ennesima spia, questa, di quello che in certe zone succede durante le campagne elettorali. La mafia rientra nella politica (e viceversa): il candidato in ascesa sa già a chi rivolgersi per avere sostegni e voti, e così si finisce per impedire ai cittadini la libertà e il diritto di voto con il fine di influenzare i risultati elettorali.

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Elezioni comunali a Palermo: cosa è successo ai seggi

Le elezioni di Palermo si erano già preannunciate ricche di polemica. Da un lato, i condannati per mafia Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri a sostegno del candidato Roberto Lagalla. Dall’altro, l’arresto di due candidati di Forza Italia e Fratelli d’Italia per scambio elettorale politico-mafioso. In più, il caos ai seggi di ieri.

A dare il forfait sono stati circa un terzo dei presidenti designati per i seggi delle elezioni amministrative e dei referendum, proprio in concomitanza della partita del Palermo contro il Padova per la promozione in serie B.

Centinaia di elettori si sono ritrovati di fronte a seggi chiusi, costretti a ripresentarsi alcune ore più tardi nel corso della giornata. E così, ieri mattina è partita una vera corsa contro il tempo: si sono mobilitati amministrazioni comunali e vigili urbani per tappare i buchi.

Gli investigatori dovranno accertare quante rinunce erano effettivamente state comunicate, anche se a ridosso delle operazioni di voto, e quanti, invece, abbiano dato forfait senza alcuna comunicazione. La situazione, inoltre, si sarebbe aggravata per via di un attacco hacker subìto dal Comune di Palermo, che avrebbe mandato in tilt la ricezione delle mail.

Caos alle elezioni di Palermo: è colpa della mafia

Ma siamo davvero sicuri di voler giustificare quanto accaduto tramite una partita di calcio che ha registrato il tutto esaurito e un attacco hacker al portale web del comune?

Perché è abbastanza evidente la linea che fin dall’inizio è stata data alle elezioni comunali di Palermo di quest’anno. La spinta al candidato di centro-destra, Roberto Lagalla, è arrivata da uomini, non a caso, condannati per mafia. Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi, e uomo cerniera tra politica e boss di Cosa nostra. Ma anche Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia, condannato per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale per aver agevolato la mafia.

Entrambi hanno scontato la propria pena in cella, ma ora sono uomini liberi, in grado di sostenere pubblicamente il candidato Lagalla, il quale aveva anche avuto il coraggio di presentarsi alle celebrazioni dei trent’anni dalla strage di Capaci.

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Elezioni comunali e seggi a Palermo: l’influenza della mafia

Insomma, il caos ai seggi di Palermo non è sorto dalla necessità di andare ad assistere alla partita di calcio o dall’attacco hacker. È chiaro che i presidenti di seggio abbiano disertato all’ultimo per creare appositamente disagi tra gli elettori. E, soprattutto, per far sì che la percentuale di voti rimanesse quanto più bassa possibile e a favore del candidato Lagalla sostenuto dalla malavita.

E, non a caso, è proprio Roberto Lagalla in vantaggio negli exit poll, con una forchetta raggiunta del circa 45% e in testa al candidato di centrosinistra Franco Miceli.

 

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Editor: Susanna Bosio

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