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Elezioni Svezia 22, l’estrema destra avanza ma mancano ancora i voti dall’estero

elezioni svezia Il partito di estrema destra dei Democratici Svedesi diventa il secondo partito dietro ai socialdemocratici ma il blocco di destra conquista il 49,7% dei voti. Si aspetta il conteggio completo dei voti all’estero e per posta per decretare il vincitore

Gli exit poll di domenica davano la coalizione di centrosinistra come vincitrice delle elezioni in Svezia ma quando sono iniziati gli scrutini si è visto un boom della coalizione di centrodestra, in particolare il partito di estrema destra dei Democratici Svedesi. Il risultato finale non si saprà finché i voti dei residenti all’estero non verranno conteggiati.

Elezioni in Svezia, boom dell’estrema destra

È stato scrutinato il 95% dei voti e il risultato è più che mai incerto. La coalizione di centrosinistra è al 49,3% e quella di centrodestra al 49,7% con il partito di estrema destra, i Democratici Svedesi, che diventa il secondo partito nazionale (20,7%) alle spalle del Partito Socialdemocratico, attualmente in carica al governo. Il primo ministro Magdalena Andersson, 55 anni, domenica ha annunciato che il risultato finale non verrà annunciato finché non verranno conteggiati tutti i voti compresi quelli dei residenti all’estero, i voti postali e anticipati.

Il blocco di centrodestra, al momento, è avanti con 176 seggi in parlamento su 349 contro i 173 del centrosinistra. L’eventuale, ma a questo punto molto probabile, passaggio di potere è un cambio significativo in politica dopo gli otto anni di governo dei socialdemocratici.

Il dibattito attorno alle elezioni si è incentrato molto sulla sicurezza, la criminalità, sull’integrazione delle comunità di immigrati. Contemporaneamente, l’aumento del costo dell’energia e problemi strutturali della scuola e del sistema sanitario hanno catturato l’attenzione degli elettori. I Democratici Svedesi (anche i partiti di centrosinistra per la verità) sono stati abili nello sfruttare questi temi, alimentando la paura delle persone collegando i delicati dell’immigrazione con i problemi del Paese.

Nonostante l’exploit dell’estrema destra, è improbabile che il loro leader, Jimmie Akesson, diventi il nuovo primo ministro. È più probabile che il leader del partito di centrodestra dei Moderati, Ulf Kristersson, assuma il ruolo di premier. Akesson, tuttavia, è riuscito a trasformare un partito ai margini della vita politica svedese nell’ago della bilancia che deciderà le sorti del prossimo governo. Con il 20% dei Democratici Svedesi e con l’appoggio di partiti minori come i Liberali i Cristiani Democratici i Moderati potrebbero formare un nuovo governo di destra.

Non è ancora deciso nulla, si aspetta mercoledì ad annunciare la coalizione vincitrice, e dunque le speranze della premier uscente di formare un governo con i Verdi, il partito di Sinistra e i centristi è ancora viva. Tuttavia, la prospettiva che un partito, le cui radici affondano in un movimento neo nazista nato negli anni ’80, possa influenzare in maniera determinante l’attività parlamentare e la vita politica di uno stato dell’Unione Europea è quanto meno sconcertante.

 

 

 

Foto di copertina: Reuters

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Editor: Lorenzo Bossola

 

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