elgin, marmi di
Dizionario Arte

Elgin, marmi di

Elgin, marmi di. Raccolta di sculture e frammenti architettonici greci provenienti dall’Acropoli di Atene, acquistati dal diplomatico britannico Thomas Bruce, settimo conte di Elgin (1766-1841), tra il 1801 e il 1803, quando era ambasciatore presso il sultano della Turchia, che a quel tempo dominava la Grecia.

La raccolta (ora al British Museum, Londra) è composta prevalentemente da sculture provenienti dal Partenone (la maggior parte di quelle che erano sopravvissute), ma comprende altri reperti, in particolare una cariatide proveniente dall’Eretteo. Le sculture furono trasportate in Gran Bretagna nell’arco di diversi anni; una parte della collezione fu mostrata per la prima volta a una ristretta cerchia di visitatori (tra cui alcuni dei più famosi artisti del tempo) nel 1807.

In precedenza, la scultura greca dell’età classica era rimasta praticamente sconosciuta in Gran Bretagna (si aveva familiarità solo con copie romane e tardo- *elleniche); di conseguenza, i marmi di Elgin ebbero un enorme impatto. Flaxman rimase sbalordito e disse che erano “le più belle opere d’arte che io abbia mai visto”; mentre Haydon scrisse: “Il fatto che siano state portate qui lo considero davvero la più grande benedizione che sia mai capitata a questo paese”.

Quando gli fu chiesto di restaurarle, Canova disse che sarebbe stato un sacrilegio se lui o chiunque altro avesse avuto la presunzione di toccarle con uno scalpello.

Molti altri artisti, tra cui Chantrey, Lawrence, Nollekens e West, espressero opinioni simili, ma ci fu una voce dissenziente, quella di Richard Payne Knight, che disse: “Avete perso il vostro tempo, caro Lord Elgin. I vostri marmi sono sopravvalutati: non sono greci ma romani, dell’epoca di Adriano”.

I costi e i debiti

L’acquisto e il trasporto dei marmi comportarono costi enormi che costrinsero Elgin a indebitarsi, tanto che nel 1811 chiese di vendere i marmi alla nazione al prezzo delle spese sostenute.

In seguito a una delibera da parte di una commissione speciale della Camera dei Comuni, nel 1816 i marmi furono comprati dal British Museum per 35.000 sterline, circa la metà della somma che Elgin aveva speso; La commissione giustamente smentì le obiezioni di Payne Knight e le sculture vennero universalmente riconosciute come uno dei massimi capolavori dell’arte antica.

I marmi hanno però continuato a essere al centro di controversie per altri motivi; ovvero se la loro rimozione fosse avvenuta nel rispetto della morale e della legge, in un periodo in cui la Grecia si trovava sotto il dominio straniero.

Byron li descrisse come “il povero bottino da una terra insanguinata” (Pellegrinaggio del giovane Aroldo, Canto II, 1812), ed è oggi in corso una campagna per riportarli in Grecia. Vedi anche Fidia

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