Dizionario Opera

Erwin und Elmire

Goethe scrisse Erwin und Elmire , il suo primo libretto, tra il 1773 e il ’74, ispirandosi all’episodio di Angelica e Edwin del Vicar of Wakefield di Goldsmith, e lo pubblicò l’anno successivo nella rivista per signore ‘Iris’ di Jacobi. La dedica «a Belinde» cela il nome di Lili Schönemann, con cui il poeta aveva in quel periodo una tormentata relazione amorosa. Nello stesso 1775 il testo fu musicato da Johann André e, dopo alcune rappresentazioni private a Francoforte, fu allestito in diversi teatri tedeschi riscuotendo un grande successo. Ciò nonostante, durante il suo secondo soggiorno a Roma Goethe rielaborò il libretto secondo il modello italiano, trasformando i dialoghi in prosa in versi destinati al recitativo e concentrando l’azione nei finali d’atto; i personaggi della madre di Elmire e dell’amico di famiglia Bernardo furono sostituiti da una seconda coppia di innamorati, Rosa e Valerio, «per conferire più vita e interesse all’opera». Fu questa nuova versione a suscitare l’interesse di Reichardt, che aveva già composto le musiche per Claudine von Villa Bella (Berlino 1789, anche in questo caso nella seconda redazione del testo) e per numerosi Lieder di Goethe. Reichardt aveva conosciuto il grande poeta tedesco attraverso il comune amico Herder e questo contatto personale è una spia della particolare posizione del compositore, che fu quello che oggi si direbbe un ‘intellettuale della musica’: virtuoso di violino e della tastiera ma anche studente di Kant all’Università di Königsberg, Kapellmeister di Federico II e nel contempo autore di scritti critici, nonché instancabile viaggiatore in contatto con i principali esponenti della vita culturale tedesca. La prima rappresentazione scenica del Singspiel è avvenuta in nostri giorni (quella in forma di concerto ebbe luogo a Berlino, forse alla Komödienhaus am Gendarmenmarkt, nella primavera 1793), nel 1979 a Gotha, con l’ ensemble del Teatro Nazionale di Weimar.

Nonostante le modifiche apportate, l’intreccio del Singspiel resta incentrato sull’amore dei due protagonisti: la bella Elmire ha finto indifferenza nei confronti del suo corteggiatore Erwin, ma ora che l’amato è partito non sa darsi pace. Rosa e Valerio cercano di consolarla intonando la canzone sulla violetta che Erwin era solito cantare sotto la sua finestra, ma ben presto Rosa dubita della fedeltà di Valerio per le attenzioni da lui riservate a Elmire. In seguito alla sua scenata di gelosia, Valerio le fa pervenire, per mezzo di un fanciullo, una lettera di addio e propone a Elmire di recarsi da un eremita che potrà lenire le sue sofferenze. Quando Valerio giunge alla capanna dell’eremita, vi trova Erwin: anch’egli ha cercato conforto in quel luogo solitario, ma il vecchio saggio è morto. Valerio gli parla dell’amore di Elmire e gli consiglia di assumere le sembianze dell’eremita per conoscere i sentimenti della fanciulla. Grazie alla confessione di Elmire, Erwin si convince della sincerità del suo amore e, senza rivelare la propria identità, le suggerisce di cercare il suo innamorato in una valle poco lontana. I due si ritrovano presso un tiglio e si abbracciano; nel frattempo anche Valerio e Rosa si sono riconciliati e tutti insieme inneggiano alla felicità ritrovata.

La scelta di Goethe di eliminare le parti recitate a favore del recitativo era in contrasto con le tendenze prevalenti all’epoca in Germania e fu influenzata dall’opera buffa italiana. Reichardt, che nei suoi scritti aveva evidenziato come la lingua tedesca fosse poco adatta al recitativo, assecondò i desideri del poeta e musicò completamente il testo, scrivendo per i dialoghi quasi esclusivamente recitativi accompagnati. Tra i pezzi chiusi spiccano alcuni Lieder strofici come “Sieh mich, Heiliger, wie ich bin” di Elmire, che ben rispecchiano le tendenze della scuola liederistica di Berlino, cui Reichardt apparteneva insieme al ‘consulente musicale’ di Goethe, Zelter, e a J.A.P. Schulz. L’unico Lied di Erwin und Elmire conosciuto ancor oggi è Das Veilchen , reso celebre dalla versione di Mozart (“Ein Veilchen auf der Wiese stand”, KV 476).

Come risulta da un annuncio pubblicato nel 1791 sulle colonne del suo ‘Musikalisches Kunstmagazin’, Reichardt destinò sin dall’inizio la sua composizione tanto a esecuzioni concertistiche quanto al teatro. Il musicista probabilmente sperava di affidare l’opera alla troupe tedesca del Nationaltheater di Berlino, fondato da Döbbelin nel 1771, ma Erwin und Elmire non fu mai rappresentato sulle scene ai tempi del compositore, anche se la musica fu pubblicata in ben due edizioni nel 1791 e nel 1793 e venne più volte eseguita in concerto. Il fatto che Goethe non si fosse prodigato per allestire il Singspiel a Weimar potrebbe essere ricondotto a un certo raffredamento nei rapporti tra i due, dovuto alle aperte simpatie di Reichardt per la Rivoluzione francese che causarono anche il suo allontanamento dalla corte. Non a caso le maggiori lodi arrivarono dagli intellettuali della generazione più giovane: Wackenroder, ad esempio, in una lettera a Tieck si dichiara incantato per l’intima espressione delle arie e il sublime sentimento di ogni nota.

Type:

Singspiel in due atti

Author:

Johann Friedrich Reichardt (1752-1814)

Subject:

libretto di Johann Wolfgang von Goethe

First:

Gotha, Ekhoftheater, 7 giugno 1979

Cast:

Elmire (S), Rosa (S), Erwin (T), Valerio (B), un fanciullo (m)

Signature:

c.p.

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