Espressionismo astratto
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Espressionismo astratto

Espressionismo astratto. Il principale movimento pittorico americano tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta del Novecento, caratterizzato dalla volontà di comunicare forti emozioni attraverso le qualità materiche del colore, spesso su tele di enormi dimensioni.

Fu la prima grande corrente artistica americana a conquistare una reputazione e a esercitare un’influenza a livello internazionale, ed è spesso considerato il movimento più significativo al mondo dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi. L’energia e la carica che portò sulla scena artistica americana aiutò New York a sostituirsi a Parigi nel ruolo di capitale mondiale dell’arte contemporanea, e per molti americani l’apogeo del movimento ha già acquistato il carattere leggendario di una perduta età dell’oro.

‘Espressionismo astratto’

L’espressione ‘espressionismo astratto’ era stata utilizzata in origine nel 1919 per descrivere certi quadri di Kandinskij, ma nel contesto della pittura moderna americana fu usata per la prima volta dal critico d’arte del New Yorker Robert Coates (1897-1973) nel 1945; alla fine del decennio il termine era già entrato nel vocabolario comune della critica d’arte. Gli artisti che facevano parte del movimento lavoravano soprattutto a New York; tra di loro si crearono vari legami d’amicizia e gruppi non ufficiali, ma erano uniti da una simile concezione artistica anche se non da uno stesso stile -una concezione caratterizzata da uno spirito di rivolta contro la tradizione e dal desiderio di libertà di espressione.

Le radici stilistiche

Le radici stilistiche dell’espressionismo astratto sono complesse, e nonostante il nome fu più influenzato dal surrealismo -con il suo accento sull’ automatismo e l’intuizione -che dall’espressionismo.

Una diretta fonte di ispirazione è costituita dai surrealisti europei che trovarono rifugio negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, soprattutto Matta, che promosse quella che lo storico dell’arte Meyer Schapiro (1904-1996) definì “l’idea della tela come un campo di prodigiosa eccitazione e scatenate energie”.

La guerra fece tornare in America anche Peggy Guggenheim, la cui galleria Art of This Century fu, nel corso della sua breve vita (1942-47), il principale polo espositivo per gli espressionisti astratti.

Jackson Pollock

Il più famoso degli espressionisti astratti è Jackson Pollock, la cui esplosiva action painting riassume al meglio il movimento. L’opera di altri importanti esponenti a volte non fu invece né astratta (le maliziose Donne di De Kooning) né espressionista (le serene visioni di Rothko).

Nonostante queste grandi differenze, tuttavia, ci sono alcuni elementi comuni a quasi tutta la pittura degli espressionisti astratti: la preferenza per le opere di grandi dimensioni; l’attenzione per i valori delle superfici, volti ad accentuare la piattezza delle tele; il trattamento all-over della tela, per cui ogni parte del dipinto è considerata della stessa importanza; la glorificazione dell’atto stesso del dipingere; la convinzione che la pittura astratta possa comunicare un significato rilevante, e che non debba essere vista solo in termini formali; e la fiducia nell’assoluta individualità dell’artista (per questa ragione la maggior parte degli espressionisti astratti non amava essere etichettata come movimento, preferendo il nome generico di New York School).

Gottlieb, Guston, Kline, Motherwell, Newman e Still

Accanto a De Kooning, Pollock e Rothko, i pittori considerati fondamentali per l’espressionismo astratto comprendono Gorky, Gottlieb, Gunston, Kline, Motherwell, Newman e Still. La maggior parte di loro all’inizio della loro carriera dovettero lottare per farsi strada, ma durante gli anni Cinquanta il movimento ottenne un successo critico ed economico enorme.

Nel 1960 l’apice del successo era superato, ma molti degli artisti più importanti continuarono a essere molto produttivi e una più giovane generazione di pittori portò avanti la bandiera dell’espressionismo astratto. Anche alcuni scultori furono influenzati dalle idee del movimento; tra i maggiori esponenti ci furono Ibram Lassaw (1913), Seymour Lipton (1903-1986) e Theodore Roszak (1907-1981).

La Pop Art

Dopo il 1960 sorsero alcuni movimenti che reagivano all’espressionismo astratto e al suo accento sull’emozione, soprattutto la Pop Art e l’astrazione postpittorica. Gran parte della storia dell’arte americana seguente, infatti, può essere suddivisa tra chi si inserì in questa corrente e chi vi si oppose, e Robert Hughes afferma che il suo successo “ha incoraggiato una magniloquenza posticcia e una pretenziosa preferenza per le grandi dimensioni che ha creato grande confusione, e da quel momento ha piagato la pittura americana”.

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