Espressionismo astratto
Dizionario Arte

Espressionismo

L’Espressionismo è il termine impiegato dalla storia e dalla critica dell’arte per definire l’utilizzo della deformazione e dell’accentuazione come mezzo per suscitare forti reazioni emotive.

ESPRESSIONISMO

La parola è impiegata in molti modi diversi e si può riferire a varie forme d’arte. Nelle arti figurative la sua accezione più ampia può indicare l’arte di qualsiasi luogo o periodo che ponga l’attenzione su un acuto sentire soggettivo piuttosto che sull’osservazione oggettiva, mettendo in risalto lo stato mentale dell’artista piuttosto che immagini conformi a ciò che vediamo nel mondo esterno.

I dipinti di Grünewald ed El Greco, che esprimono un intenso sentimento religioso attraverso forme distorte, sono notevoli esempi di questo significato dell’espressionismo.

Più comunemente, però,

Più comunemente, però, il termine viene utilizzato per indicare una corrente dell’arte moderna europea che si serviva di colori forti, non naturalistici e di forme distorte o mutilate per esprimere stati d’animo. In maniera ancor più specifica, il termine è utilizzato per riferirsi a una parte di questa corrente: il movimento che rappresentò la forza dominante dell’arte in Germania tra il 1905 e il 1930 circa.

(Nei paesi di lingua tedesca, in questo periodo l’espressionismo ebbe un forte impatto anche su altre arti, in particolare il teatro, la poesia e il cinema, che spesso hanno in comune la rappresentazione dell’erompere delle forze irrazionali da sotto la superficie del mondo moderno.

Anche un certo tipo di musica viene definita espressionista per la sua impetuosità e la mancanza di logica convenzionale, e ci sono anche alcuni notevoli edifici espressionisti, anche se i progetti architettonici più arditi sono rimasti su carta.)

Nel secondo significato sopra descritto (riferito all‘Europa), gli inizi dell’espressionismo sono rintracciabili intorno agli anni Ottanta dell’Ottocento, ma un movimento riconoscibile si distinse solo verso il 1905, mentre il termine vero e proprio per definire questa corrente pare sia stato usato per la prima volta dalla stampa nel 1911, in un articolo in DerSturm (anche se era già stato impiegato in precedenza con un’accezione più generica).

Il principale precursore

Il principale precursore dell’espressionismo fu Van Gogh, che coscientemente esasperò le apparenze naturali “per esprimere… le terribili passioni dell’uomo”. Alla sua morte era quasi del tutto sconosciuto. Ma in seguito la sua fama si diffuse rapidamente e le sue opere suscitarono intense reazioni in una serie di esposizioni nei primi anni del XX secolo. Gauguin, amico di Van Gogh, ebbe anch’egli un ruolo determinante nello sviluppo dell’espressionismo.

Semplificò e appiattì le forme, e usò il colore in modo tale da rinunciare a ogni forma di realismo. In parallelo alle innovazioni stilistiche egli cercò nuovi soggetti, e li trovò dapprima nelle comunità rurali della Bretagna e in seguito nelle isole del sud del Pacifico. Allontanandosi dalla civiltà urbana europea, Gauguin scoprì l’arte popolare e quella *primitiva, che più tardi cattureranno l’interesse degli espressionisti.

Una terza fondamentale figura

Una terza fondamentale figura che influì sull’espressionismo (specialmente in Germania, dove visse a lungo) fu il norvegese Edvard Munch, che conosceva bene l’opera di Van Gogh e di Gauguin. A metà degli anni Ottanta dell’Ottocento cominciò a utilizzare colori violenti e distorsioni lineari per esprimere le emozioni più elementari, come la paura, l’amore e l’odio.

In cerca di una efficace espressione pittorica dei pensieri più riposti che lo ossessionavano, Munch cominciò ad apprezzare il corrosivo potenziale espressivo della xilografia. La sua rivalutazione come forma indipendente d’arte (alla quale contribuì anche Gauguin) divenne un tratto distintivo dell’espressionismo.

Infatti, molti dei principali artisti tedeschi del movimento realizzarono opere di grande valore con questa tecnica. Un altro artista che esercitò un’influenza sugli espressionisti in parte attraverso le stampe (in questo caso acqueforti) fu il belga James Ensor, che rappresentò la bassezza della natura umana mediante grottesche e terrificanti maschere di carnevale.

I primi gruppi espressionisti

I primi gruppi espressionisti apparvero quasi contemporaneamente nel 1905 in Francia (i *fauves) e in Germania (Die Brücke). Matisse, il principale esponente dei fauves, riassunse i loro obiettivi quando scrisse nel 1908: “Ciò di cui sono alla ricerca è più di ogni altra cosa l’espressione… lo scopo principale del colore dovrebbe essere di servire al meglio l’espressione… l’aspetto espressivo dei colori si impone su di me in una maniera puramente istintiva. Per dipingere un paesaggio autunnale non cerco di ricordare quali colori si addicono a questa stagione; mi ispiro soltanto alle sensazioni che la stagione fa sorgere in me”.

Anche nelle loro espressioni più forti, i fauves conservarono sempre l’armonia del disegno e un certo decorativismo del colore; in Germania, invece, si andò oltre ogni limite. Le forme e i colori furono stravolti per manifestare un senso di rivolta contro l’ordine prestabilito. Kirchner, la figura dominante di Die Brücke, scrisse nel 1913: “Noi accettiamo tutti i colori che, direttamente o indirettamente, riproducono il puro impulso creativo”.

L’apice dell’espressionismo tedesco

L’apice dell’espressionismo tedesco si raggiunse con il gruppo del Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro), formatosi a Monaco nel 1911 con Kandinskij e Marc come figure principali. Il loro intento era di trovare espressione per il carattere spirituale dell’arte. Le loro opere avevano generalmente qualcosa di più mistico rispetto a quelle dei pittori della Brücke. Il gruppo del Blaue Reiter si dissolse dopo la prima guerra mondiale (durate la quale Marc e un altro membro di rilievo, August Macke, furono uccisi). Ma proprio in questo periodo l’espressionismo si diffuse in Germania.

Perfino artisti come Otto Dix e George Grosz, fautori di un nuovo e duro realismo (vedi nuova oggettività), mantennero una buona dose della tipica deformazione espressionista nelle loro opere. Quando nel 1933 il nazismo salì al potere soppresse il movimento espressionista, insieme a ogni altro tipo di arte considerata ‘arte degenerata’.

Dopo la seconda guerra mondiale il movimento tornò in attività. Da allora la Germania è uno dei paesi in cui è maggiormente diffuso il neo-espressionismo.
L’influenza dell’espressionismo nella sua accezione più ampia è riscontrabile nelle opere di artisti dagli intenti più diversi. Tra questi per esempio negli artisti Chagall e Soutine e in movimenti come l’espressionismo astratto.

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