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Eugenia Roccella:la nuova ministra alla Famiglia e alla Natalità

Chi è Eugenia Roccella, la nuova ministra alla Famiglia e alla Natalità

Da un radicalismo all’altro, scopriamo Eugenia Roccella, la nuova ministra alla Famiglia e alla Natalità. L’operazione di cambiamento di nomi di molti ministeri operato dal neonato Governo Meloni, non ha risparmiato il ministero della Famiglia e delle pari opportunità, rinominato “decastero della Famiglia e della natalità“. A gestire questo ministero senza portafoglio,

Meloni ha posto Eugenia Roccella, sessantotto anni, portavoce del Family Day nel 2007, personalità contestata a causa delle sue affermazioni contro i diritti dell’aborto e della comunità LGBTQIA+. Scopriamo chi è Eugenia Roccella.

Atto I, Roccella tra i radicali e i movimenti femministi

Figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, Roccella debutta in politica a 18 anni, nel Movimento di liberazione della donna, diventandone poi leader. Durante questi anni lotta per la legalizzazione dell’aborto e per altri diritti legati alla causa femminista, aderendo all’MLD, con cui pubblica nel 1975 il libro Aborto: facciamolo da noi a sostegno dell’aborto libero e gratuito.

Partecipa a battaglie e manifestazioni contro la violenza di genere e per le pari opportunità.  Alle elezioni politiche del 1979 si candida alla Camera dei Deputati per il Partito Radicale, ma non viene eletta. Negli anni Ottanta lascia i Radicali e abbandona per circa vent’anni la politica.

Atto II: la svolta di destra e il Family Day

Il ritorno in politica è nel segno del rinnegamento di tutti gli ideali che l’avevano portata sulla scena politica. Nel 2008 Roccella si candida alla Camera con la Lista di centro-destra Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi. Durante questa legislatura diventa sottosegretaria prima al ministero del Lavoro, poi a quello della Salute.

In questi anni Roccella sostiene il movimento del Family Day e si schiera contro i diritti civili. È contro la pillola abortiva, contro le unioni civili, contro il reato di omofobia, contro l’eutanasia e il suicidio assistito, contro il divorzio breve, contro la procreazione assistita, contro la gestazione per altri.

Rieletta nel 2013, sempre nelle liste del Popolo della Libertà, Roccella ha poi aderito al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano. In disaccordo con la linea del segretario, ha lasciato il partito nel 2015 ed è passata al Gruppo misto, diventando una delle fondatrici del Movimento Identità e Azione, guidato da Gaetano Quagliariello. Ricandidata nel 2018, non è stata eletta.

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La ministra della Famiglia e della natalità, Eugenia Roccella, al Family Day

Atto III: il ritorno al Governo e le dichiarazioni sull’aborto

Arriviamo ad oggi. Eugenia Roccella, salita al governo con Fratelli d’Italia, è stata nominata da Giorgia Meloni ministra del Decastero della famiglia e della natalità, ministero sin dall’inizio fortemente voluto dalla Lega.

Negli anni Roccella ha continuato a dichiararsi femminista, ma fortemente antiabortista. Ecco le sue parole in un’intervista a La7:

«L’aborto non è un diritto. Io sono una femminista e le femministe non lo hanno mai considerato un diritto. L’aborto è il lato oscuro della maternità».

La legge 194 è in pericolo?

In merito alla tanto contestata dalla destra, Legge 194 sull’aborto, Roccella si espressa ammettendo che:

«Non direi che (l’aborto) è un diritto, però c’è una legge e la legge va applicata e nessuno la contesta. ..».

La neo-ministra alla famiglia si è espressa sui suoi ideali anche a seguito della nomina da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Terminato il giuramento come la nuova ministra della Famiglia, Eugenia Roccella ha risposto ad alcune domande dei giornalisti prima di salire in auto. Sul tema dell’aborto la ministra ha risposto:

«Non è roba mia, chiedetelo al ministro della Salute».

Anche alla richiesta di rilasciare qualche dichiarazione alla comunità Lgbtq, Roccella ha risposto, lapidaria:

«Lasciamo stare».

La neo ministra ha infatti affermato di volersi concentrare più sulla situazione drammatica dell’indice di natalità italiano, sempre più in calo. Compito che già in partenza sembra ostico, a partire dal fatto che il Ministero alla Famiglia e alla Natalità è uno dei ministeri “senza portafoglio”.

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