Dizionario Opera

Euridice

La storia della nascita del melodramma è intessuta di rivalità e personalismi. Dopo aver partecipato alla prima rappresentazione dell’ Euridice di Jacopo Peri, e aver contribuito alle sue musiche con alcune arie e tre cori («e questo perché dovevano essere cantate da persone dipendenti da lui», sottolineava Peri), Giulio Caccini si era affrettato a completarne una sua versione integrale, che riuscì a fare pubblicare poco tempo dopo la fine delle cerimonie nuziali di Firenze, precedendo il rivale. Nella stampa (Marescotti, Firenze 1600, in realtà gennaio 1601), dedicata all’antico protettore del musicista, Giovanni Bardi, non vengono nominati né il poeta Rinuccini, né Jacopo Peri, e Caccini vanta la sua priorità nell’invenzione del nuovo stile rappresentativo. Lo stesso aveva rivendicato con amarezza Emilio de’ Cavalieri, maggior artefice degli Intermedi del 1589, che aveva collaborato all’ Euridice di Peri benché piccato per il fatto che il granduca non avesse ascoltato i suoi consigli per gli spettacoli rappresentati nei festeggiamenti del 1600. Inoltre Peri e Caccini, influenzandosi a vicenda, introdussero nelle loro quasi contemporanee dichiarazioni i termini chiave che descrivono le maggiori novità stilistiche della ‘nuova maniera’ di canto: la ‘sprezzatura’ (la libertà ritmica dell’intonazione vocale espressiva) e l’accompagnamento del basso continuo. Chi aveva ragione? Probabilmente a Cavalieri va il merito di aver inventato un nuovo genere di rappresentazione, ma l’espressione ‘recitar cantando’, da lui impiegata per la prima volta, nel titolo della sua ? Rappresentatione di anima et di corpo , non ebbe per lui altro significato che quello teatrale, di azione eseguita cantando. Peri e Caccini contribuirono alla definizione del ‘recitar cantando’ come nuovo stile espressivo, in cui il canto era modificato in modo da avvicinarsi all’intonazione varia ma misurata della recitazione intensificata retoricamente. Caccini, ancor prima dell’ Euridice , si era affermato come maestro di quello stile di monodia cantabile che troviamo nelle sue Nuove musiche (edite nel 1602 e 1615). Sia nella partitura di Peri che in quella di Caccini, la monodia a svolgimento chiuso, più marcatamente musicale rispetto al flusso del recitativo aderente alla parola, è presente in numerose occasioni, sollecitata dalla disposizione metrica e formale dei versi di Rinuccini. Il recitativo di Caccini sembra meno ardito armonicamente e meno drammatico di quello di Peri, ma più intense sono le sequenze melodiche e più vario risulta il ritmo armonico. Un’attenzione particolare al canto virtuosistico e alla sottolineatura espressiva, attuata per mezzo della coloritura, anima la sua retorica musicale. Ad esempio, la citazione di un verso di Petrarca («Non vide un simil par d’amanti ‘l sole»), nella scena prima, nella versione di Peri viene ripetuta tre volte dai solisti e ripresa dal coro a cinque voci. La prima, cantata dalla ninfa, contiene sobri vocalizzi, mentre la replica del pastore è in stile sillabico; ripete il canto della ninfa con più melismi, ma sempre nell’ambito di una battuta. Nella versione di Caccini, la ninfa scioglie i vocalizzi già a partire dal verso precedente, sulla parola «festose», e snoda una quarantina di note sulla prima sillaba di «amanti» nel verso in esame; quindi il pastore le replica con altre evoluzioni melismatiche e la ninfa ripete un lungo vocalizzo, questa volta sulla prima vocale della parola «sole». Quindi il coro a quattro voci sigla la sezione, assai più in rilievo rispetto all’asciutto episodio di Peri. La partitura di Caccini annota una sola linea strumentale, per il basso continuo. Solamente per il continuo sono annotate le poche note del ritornello strumentale inserito fra le strofe del prologo.

Type:

Favola drammatica in un prologo e sei scene

Author:

Giulio Caccini (ca. 1550-1618)

Subject:

libretto di Ottavio Rinuccini

First:

Firenze, Palazzo Pitti, 5 dicembre 1602

Cast:

la Tragedia (S), Euridice (S), Orfeo (T), Arcetro (A), Tirsi (T), Aminta (T), Dafne (S), Venere (S), Plutone (B), Proserpina (S), Radamanto (B), Caronte (T); ninfe, pastori, ombre e deità d’inferno

Signature:

m.e.

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!