Spettacolo

EURO 2016: CINQUE MOTIVI PER AVERE FIDUCIA NEGLI AZZURRI

Stasera parte Euro 2016 anche per l’Italia: per la prima volta da lungo tempo non siamo nella rosa dei favoriti alla vittoria finale. Ma le ragioni per sperare in un possibile successo ci sono.

La nazionale italiana pronta al debutto ad Euro 2016 è da molti considerata una delle più fragili e deboli degli ultimi decenni: povera di stelle, funestata da un’infinita serie di infortuni e guidata da un allenatore che si teme abbia già la testa altrove, direzione Londra. Eppure possiamo farcela: non solo a superare il primo turno ma ad arrivare fino in fondo. Le ragioni per temerci ci sono. Ne proponiamo cinque.

UN TEAM FORTE E COESO: Il cosiddetto blocco-Juve è una garanzia: in questi Europei sono sei i calciatori del team campione d’Italia presenti in nazionale, quattro dei quali titolari fissi, come le “istituzioni” Buffon, Bonucci Chiellini e Barzagli, pronti a formare per l’ennesima volta uno dei più insuperabili fortilizi difensivi tra quelli dei team presenti a Euro 2016.

L’ASSENZA DI “TESTE CALDE”: Sarebbe semplicistico indicarla come unica motivazione, ma la presenza di Cassano e Balotelli  e i loro capricci hanno decisamente complicato il cammino degli Azzurri agli ultimi mondiali brasiliani, contribuendo a rendere il gruppo formato da Prandelli un vero e proprio ginepraio. Quest’anno non ci si aspetta nessun solipsismo o vizio da fuoriclasse in carriera, o almeno si spera.


IL VALORE DEGLI AVVERSARI:
È vero, abbiamo recentemente perso, per infortuni e ritiri, campioni del calibro di Pirlo, Marchisio e Verratti, ma neppure le altre big del torneo sono messe particolarmente bene. La Francia, così come il Belgio, ha una grande carica propulsiva ma è piuttosto inesperta, la Spagna non ha avuto degni ricambi al team stellare che ha vinto tutto, mentre il Portogallo ha il solito problema dell’attacco “spuntato”. L’unica squadra che sembra stare davvero su un altro pianeta è la Germania, con la quale però abbiamo una tradizione decisamente favorevole: l’ultimo ricordo fresco è l’indimenticabile semifinale degli scorsi Europei.


IL TECNICO GIUSTO NEL MOMENTO GIUSTO:
Le ultime débâcle in tornei ufficiali degli Azzurrri sono dovute a molte ragioni. Una delle quali è questa: gli ultimi due Ct a guidarci non potevano vantare una grande esperienza internazionale. Agli europei del 2008, Roberto Donadoni veniva da una buona annata col Livorno mentre Prandelli da alcune convincenti stagioni alla guida della Fiorentina: niente di più. Due tecnici senz’altro preparati e competitivi, ma privi del carattere e dell’esperienza che forse avrebbe spinto la nostra nazionale più avanti. Antonio Conte sembra fatto di un’altra pasta: caparbio, carismatico e navigato, conosce bene i giocatori che allena ed è in grado di tirare fuori da loro il meglio. Poco importa se è già destinato alla panchina del Chelsea: la sua presenza a Euro 2016 è già palpabile e si sentirà.


L’EFFETTO SORPRESA:
Passare in secondo piano, come possibili outsider, potrebbe risultare un vero vantaggio. Molti giocatori dell’Italia sono pochi conosciuti dai rivali e hanno sul piatto la possibilità di ben figurare con la nostra maglia per la prima volta nella loro carriera, senza avere lo svantaggio d’essere investiti da eccessive aspettative. Questo vale sopratutto per gli attaccanti, gli “stranieri” EderEl Shaarawy e Pellé. L’attacco della nazionale, così poco prolifico durante le qualificazioni, potrà stupire.

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