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Teatro,  Letteratura

Faust, il dramma in versi di Goethe, debuttava il 19 gennaio 1829

Faust, l’opera più famosa di J.W. Goethe, debuttava a teatro il 19 gennaio 1829. Il patto col diavolo che affascina ancora oggi

Faust, dramma in versi, è una delle opere più famose dello scrittore Johann Wolfgang von Goethe, a cui dedicò più di sessant’anni di vita. Si ispira alla figura del dottor Faustus, alchimista scomparso nel ‘500 e a cui si erano già ispirati diversi grandi scrittori, come Christopher Marlowe nel 1590 circa. L’opera di Goethe debutta all’Hoftheater di Braunschweig il 19 gennaio 1829.

Urfaust e le due parti di Faust: di cosa parla la tragedia

La strada per arrivare alla versione attuale del Faust è lunga tanto che l’opera completa viene pubblicata solo postuma.

Goethe inizia a lavorare al suo dramma nei primi anni ’70 e, quando arriva a Weimar nel 1775, ha già una versione pronta. È quello che noi conosceremo come Urfaust, che nel 1790 avrebbe ricevuto aggiunte e sarebbe diventato il Faust. Ein Fragment.

Questa prima sezione risente delle influenze di Christopher Marlowe e del suo The Tragical History of Doctor Faustus e si iscrive perfettamente nella corrente letteraria dello Sturm und Drang.

Il nucleo centrale, quello conosciuto semplicemente come Faust ma che ha come titolo Faust. Erster Teil, è del 1808 e aderisce allo stile del Classicismo, ovvero una corrente letteraria che esalta gli ideali di armonia e proporzione delle civiltà greco-romane.

La vicenda è preceduta da due prologhi: uno sul teatro e uno in cielo. Nel prologo sul teatro, un direttore di scena, un poeta e un attore discutono su quale direzione far prendere ad uno spettacolo.

Il poeta sottolinea l’importanza dell’arte, mentre attore e impresario preferiscono una rappresentazione che abbia una forte presa sul pubblico. Il prologo in cielo invece si avvicina di più alla vicenda successiva. Mefistofele scommette con Dio di riuscire a sedurre Faust, che è sempre stato impeccabile.

Dio non accetta ma gli permette di tormentare Faust finché vive perché è convinto che si salverà.

Mefistofele allora appare a Faust, che sta vivendo un momento di sconforto poiché non riesce a trovare soddisfazione nei suoi studi e a placare la sua sete di conoscenza.

Mefistofele allora gli propone di fargli conoscere tutte le bellezze della vita e di fargli vivere un attimo di piacere così meraviglioso da fargli desiderare che non passi mai.

In cambio, però, avrebbe preso la sua anima. Faust, convinto che mai niente al mondo sazierà la sua brama di piacere, accetta. I due allora partono alla ricerca dei piaceri del mondo e cominciano le loro avventure.

Il diavolo convince un giovane studente ad abbandonare gli studi e godersi la vita, confonde gli universitari ubriachi in una taverna di Lipsia e porta Faust da una strega che gli dona una pozione per tornare giovane e bello.

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Insoddisfatto, Faust chiede a Mefistofele di fargli conoscere Margarete, detta Gretelchen o Gretchen. Grazie all’intervento del diavolo, la giovane si innamora di Faust, ma l’unione non è felice.

Alla fine della prima parte, Gretchen rimane incinta e con la vita distrutta. Dopo aver perso la famiglia a causa di Faust e Mefistofele, affoga il bambino e viene condannata a morte. Invocando il perdono di Dio, però, ottiene la salvezza eterna.

La seconda parte, del 1832, si allarga ancora di più al classicismo, vedendo Faust sedotto – e seduttore – da Elena di Troia. Dopo aver perso tutti, ormai vecchio e pieno di rimorsi, si trova cieco ma continua ad immaginare un futuro dove un popolo avrebbe realizzato grandi opere per la propria felicità.

Afferma quindi che se avesse potuto vederlo, avrebbe desiderato che quell’attimo si fermasse. Mefistofele, convinto di aver vinto, lo fa morire e ne reclama l’anima, che però sale al cielo grazie alla sua continua aspirazione all’infinito.

Ispirazione, temi e poetica

L’interesse di Goethe per la storia del Dottor Faust nasce in giovane età, quando vede una rappresentazione di marionette dell’opera di Marlowe. Nei sessant’anni dedicati alla storia dell’alchimista, Goethe riesce a far confluire le suggestioni estetiche e culturali del suo periodo con la cultura classica.

Nell’Urfaust, ad esempio, l’influsso dello Sturm und Drang, visibile soprattutto nella tensione verso l’infinito del protagonista, si mescola a temi classici, come la riflessione sul rapporto tra bellezza e piacere.

Al centro dell’opera c’è il rapporto tra Faust e Mefistofele, sempre oggetto di tensioni ambivalenti. Da un lato, Faust cerca sempre di tendersi all’ignoto e non è mai soddisfatto dei suoi risultati (in accordo col principio romantico dello Streben).

Dall’altro Mefistofele tenta di conquistare un’anima e vincere sull’ordine divino mettendosi in antitesi con la dimensione del tempo e del mutamento.

Il protagonista scopre quindi che il vero significato della vita è quella stessa tensione che lo aveva spinto ad accettare il patto con Mefistofele.

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Faust, messa in scena di Bob Wilson, 2017

Da un punto di vista formale, è evidente come spesso le esigenze simboliche prevalgano sullo sviluppo drammatico.

Goethe tuttavia mostra un’abilità incredibile nella varietà metrica: passa dal Knittelvers, ovvero un verso di nove sillabe cinquecentesco, al Madrigalvers, usato soprattutto nei dialoghi, fino al Blankverse, l’endecasillabo shakespeariano.

Inoltre, diverse scelte stilistiche conferiscono una grande musicalità alla poesia, tanto che in alcuni momenti è molto vicino alla canzone.

Debutto a teatro e il Faust negli anni

Il 19 gennaio 1829 Faust. Erster Teil ebbe il suo grande debutto sul palcoscenico dell’Hoftheater di Braunschweig, vicino a Hannover. Il canovaccio fu però modificato e tagliato poiché alcune scene erano considerate impossibili da rappresentare dal vivo.

L’opera è stata quindi divisa in sei parti e la messa in scena fu affidata a Ernst August Friedrich Klingemann, il quale ha voluto mettere l’accento soprattutto sulla tragedia di Gretchen.

Nonostante la sua durata di oltre tre ore e mezza, la rappresentazione fu un grande successo e fu solo la prima di molte raffigurazioni del tragico eroe di Goethe.

Tra le rappresentazioni teatrali del Faust più moderne si ricorda quella del 1952 del Berliner Ensemble, sotto la regia di Egon Monk.

La compagnia rappresentò però l’Urfaust, arricchito da versi di Bertolt Brecht per riempire gli spazi vuoti. Nel 1989, inoltre, il Piccolo Teatro di Milano propone una versione di Faust. Erster Teil tradotta da Giorgio Strehler e Gilberto Tofano e diretta dallo stesso Strehler.

Sempre al Piccolo, lo scorso anno sarebbe dovuto andare in scena Scene da Faust, con regia di Federico Tiezzi. Faust è stato però anche oggetto di riprese cinematografiche, a partire dal 1915 con Faust di Edward Sloman, fino al 2019, quando Philipp Humm dirige The Last Faust, un’interpretazione contemporanea dell’opera di Goethe.

 

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