Dizionario Arte

fedeltà al materiale

Concezione artistica per cui la forma di un’opera d’arte deve essere inseparabilmente legata al materiale in cui è realizzata. Questa espressione fu molto usata nelle discussioni estetiche negli anni Trenta del Novecento ed è particolarmente associata a Henry Moore, che nel suo *Unit One (1934) scrisse che “ogni materiale ha le sue qualità individuali… La pietra, per esempio, è dura e compatta e non dovrebbe essere mistificata per apparire come carne morbida… Dovrebbe mantenere la sua durezza e tensione”. Anche se in teoria l’idea poteva essere applicata a qualsiasi materiale, in pratica fu usata da Moore come argomentazione a favore della scultura in senso stretto, cioè la scultura che agisce sul materiale definitivo, come la praticavano lui e i contemporanei quali Barbara Hepworth. Moore in seguito ammise che l’idea era diventata un feticcio e nel 1951 concesse che non se ne dovesse fare un criterio valutativo, “altrimenti un pupazzo di neve eseguito da un bambino dovrebbe essere lodato a scapito di un Rodin o di un Bernini”: infatti Rodin lavorava fondendo il bronzo, e il virtuosismo di Bernini nel creare effetti reali con il marmo esemplificava il tipo di falsificazioni che Moore aveva criticato in Unit One (secondo un documento del tempo, Bernini aveva detto, riguardo agli ela”borati ricci della parrucca del suo busto di Luigi XIV, che non era stato affatto facile raggiungere la sensazione di morbida leggerezza a cui aspirava, dovendo lottare contro l’opposta natura del materiale).

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