Letteratura

Fëdor Dostoevskij, la biografia: dai traumi dell’autore alla morale forte dei personaggi

Dostoevskij, alla ricerca della verità: la forte caratterizzazione morale dei personaggi e il rapporto tormentato con la fede

L’11 novembre del 1821, nasceva Fëdor Dostoevskij. Renato Poggioli, uno dei più grandi studiosi italiani di letteratura russa, lo descrive così:

Possente eroe della cultura, incarnazione del genio russo aleggiante il soffio dello spirito sui deserti del mondo moderno

Chi era Dostoevskij? Un’infanzia scandita da rigidità e traumi

Fëdor Michajlovič Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821, secondo di sette figli. Il padre, Michail Andreevič Dostoevskij, era un medico militare piuttosto dispotico che fin da subito prova ad indirizzare la strada del figlio mandandolo alla scuola del genio militare a Pietroburgo. Appena adolescente, è orfano di madre, Marija Fëdorovna Nečaeva: proprio lei che gli aveva insegnato a leggere grazie ad illustri poeti e scrittori russi. Poco dopo muore anche il padre, forse, ucciso dagli stessi contadini che lavoravano le sue terre. Entrambi gli eventi potrebbero essere la causa scatenante degli episodi di epilessia che accompagneranno il nostro scrittore per tutta la vita.

Nonostante il raggiungimento del diploma, lascia il servizio militare per seguire la sua indole e, lottando contro la povertà, scrive le prime opere. Povera gente (1846), che racconta le sofferenze e l’incomprensione degli uomini degradati, e Il sosia (1846) il cui topos principale è lo sdoppiamento psichico.

ritratto di Dostoevskij (1872), Galleria Tret’jakov di Mosca.

Dopo essere stato arrestato per aver apparentemente partecipato agli incontri di una società con scopi sovversivi, Dostoevskij evita la pena capitale grazie allo zar Nicola I che incredibilmente lo risparmia. Proprio in questo periodo nascono opere dove, tra le varie tematiche affrontate, risaltano le riflessioni sulla pena di morte. Quattro anni di lavori forzati in Siberia sono l’ennesima esperienza drammatica che segna questo genio della letteratura ottocentesca. Nello specifico, la deportazione in Siberia è complice della creazione di una delle opere più struggenti e crude della produzione di Dostoevskij: Memorie dalla casa dei morti (1860-1862).

Il ritorno a casa di Dostoevskij

Tornato a San Pietroburgo, si concentra sulla stesura di opere tra cui: Umiliati e offesi (1862), Memorie dal sottosuolo (1864) e il celeberrimo Delitto e castigo (1866). Dopo la morte della prima moglie, conosce (e poi sposa) una stenografa che lavorava alla pubblicazione di uno dei suoi lavori: Anna Grigor’evna Snitkina. L’opera in questione era Il giocatore (1866), romanzo che raccontava la malattia del gioco (di cui lui stesso era vittima). Dopo il matrimonio con Anna, i due partono per un viaggio in Europa durante il quale scrive I demoni (1873 – che vede al centro della trama alcuni terroristi nichilisti) e L’idiota (1869): storia di un uomo profondamento buono portatore di verità e compassione.

museo Dostoevskij, interno
Museo Dostoevskij, interno

Una volta ritornato in Russia, è il momento del grande e ultimo capolavoro, il suo canto del cigno: I fratelli Karamazov, che viene alla luce nel 1879. Il piano dell’autore era quello di pubblicare un’altra opera che seguisse il filone narrativo de I fratelli Karamazov, dove Alëša (il fratello minore) sarebbe cresciuto. Tuttavia il progetto di un seguito viene stroncato dalla morte dello scrittore avvenuta a inizio 1881.

Negli uomini tutto è abitudine. In ogni cosa, anche nelle faccende di Stato e in politica. L’abitudine è la prima delle molle.

I fratelli Karamazov: il testamento di Dostoevskij

La sua interpretazione della realtà provoca nei lettori un’incredibile impatto emotivo e letterario, e lo fa con una continuità che negli anni non ha fatto altro che crescere. Scontri dialettici ed esperienze di vita travagliate sono le frasi chiave de I fratelli Karamazov e, in generale, della produzione di Dostoevskij. Per capire a fondo questo autore bisogna tenere ben distinte vita privata e vita professionale, nonché ragionare sulle eventuali intersezioni.

Io non ho mai potuto capire come si possano amare i prossimi. Sono precisamente i prossimi che, secondo me, non si possono amare, i lontani forse sì.

– Parte Seconda, Libro V, cap. IV, Ivàn dialoga con Aljòša.

Dostoevskij
La statua di Dostoevskij nei pressi della Biblioteca di Stato russa, Mosca

Un’opera senza tempo

Questo romanzo, se così lo vogliamo chiamare, in realtà non è altro che un magma di religione, filosofia, drammaturgia; insomma offre un mix di tematiche eterogenee che aprono il ventaglio del pubblico a cui è rivolto. Anche per questo motivo possiamo dire che I fratelli Karamazov sono un’opera senza tempo, rivolta a tutti. Certo sarebbe un peccato non avere gli strumenti adatti per comprendere il mondo che c’è dietro  e riflettere sui temi proposti; perché diciamoci la verità: i Karamazov sono tutto tranne che una lettura da fare prima di andare a dormire. La mole di contenuto narrativo è talmente importante che i più neanche si avventurano fino alla fine.

I personaggi centrali sono proprio gli uomini della famiglia Karamazov che si autodeterminano con le loro azioni e affrontano i loro affanni sullo sfondo di una vita che sembra tutto tranne che giusta. Innumerevoli sono gli spunti di lettura che spaziano dall’amore alla vendetta, dai sentimenti individuali alle difficoltà dei legami familiari e dalle sfaccettature dell’indole umana al senso della vita stessa.

Grazie anche al continuo scambio dialettico di idee, i Karamazov rappresentano la summa del pensiero e dell’attitudine di Dostoevskij nei confronti della vita. Quest’opera è una specie di saggio sull’esistenza umana: nella stessa pagina riesce a passare dal nichilismo o dall’esistenzialismo più assoluto ad una profonda e smisurata fede in Dio.

Insomma, se sei un amante della letteratura, il minimo che tu possa fare è leggere almeno il primo dei due volumi. Non sarà facile e la tua comprensione totale dell’opera, sicuramente, dipenderà anche dal momento della vita in cui lo leggerai. Tuttavia, è impossibile non uscirne arricchiti.

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