Dizionario Opera

Fernand Cortez

Spontini lavorò a lungo all’opera, che coniuga in modo problematico la grandiosità monumentale, cara al gusto imperiale francese, e la vocazione melodrammatica romantica, propria delle molte situazioni di intensità emotività. Il soggetto qui riportato corrisponde alla prima versione dell’opera.

Atto primo . Le truppe spagnole sbarcate in Messico intendono far ritorno in patria, ma il loro comandante, Fernand Cortez, riesce a convincerle a desistere dalla rivolta. Il fratello di Cortez, Alvaro, è prigioniero dei nemici e il comandante stesso è innamorato di Amazily, principessa indigena, che gli reca la notizia dell’imminente sacrificio rituale di cui sarà vittima Alvaro. Si avvicina intanto una folla di messicani guidati da Télasco, fratello di Amazily: le donne si esibiscono in danze affascinanti, cui Cortez contrappone le evoluzioni belliche della cavalleria spagnola. Inaspettamente, Télasco proclama i propositi di vendetta del suo popolo e consiglia a Cortez di partire. Questi però ribatte di essere intenzionato a rimanere, se non altro per abolire il locale culto inumano e, a riprova delle sue intenzioni, appicca il fuoco alla propria flotta.

Atto secondo . Mentre i soldati spagnoli avanzano verso il tempio, Télasco, loro prigioniero, invoca la morte e accusa la sorella di tradimento verso il proprio popolo. Cortez annuncia la liberazione di Alvaro e libera a sua volta Télasco. L’idillio dura pochissimo, perché i messicani hanno chiesto, in sostituzione di Alvaro, la testa di Amazily. Cortez si trova conteso tra i due affetti, mentre Amazily decide di accettare eroicamente il proprio destino: raggiunge il tempio attraversando a nuoto il lago e salva così Alvaro, per amore di Cortez. Mentre sta per compiersi il sacrificio di Alvaro, il fratello, raggiunto dalle tragiche notizie, ordina alle truppe spagnole di attaccare il tempio.

Atto terzo . Nel tempio del dio del Male, Alvaro esorta gli altri compagni di sventura a morire con dignità. I sacerdoti e i guerrieri sono pronti per il sacrificio, e il dio risponde, con un oracolo, di volere il sangue dei nemici e non di una «bontà colpevole». Giunge Amazily per proporsi come vittima. Di fronte agli insulti del sommo sacerdote, che la apostrofa come traditrice, Télasco difende la sorella. Un soldato annuncia che il re Montezuma è caduto nelle mani degli spagnoli. Télasco muove alla liberazione del sovrano, portando con sé i prigionieri nemici come ostaggi. Il sommo sacerdote decide intanto di procedere al sacrificio di Amazily, mentre i cannoni di Cortez tuonano sempre più vicini al tempio. Gli spagnoli giungono proprio nell’istante in cui la ragazza sta per cadere vittima del rito. Distrutto il tempio, i due amanti possono venire uniti in matrimonio proprio da Télasco, in segno di riconciliazione tra le due nazioni, nel tripudio generale.

L’opera venne in origine commissionata, forse su richiesta di Napoleone stesso, quale strumento di propaganda negli anni della campagna militare francese in Spagna (paese funestato, come il Messico del Cinquecento, da fanatismo religioso da redimere con le armi, secondo l’assunto ideologico implicito nella vicenda). Non fu ritenuta del tutto soddisfacente (resse solo per tredici rappresentazioni) e venne sottoposta a un lungo iter di revisioni da parte dell’autore. Spontini la presentò in forma largamente alterata, sempre all’Opéra, il 28 maggio 1817: i cambiamenti consistettero soprattutto nel rivoluzionamento della disposizione dei fatti – e quindi della musica già composta – all’interno dei tre atti, nonché in alcune soppressioni e aggiunte. In particolare venne smembrato il primo atto, che nella versione originale prevedeva 307 pagine di partitura, quasi quanto gli altri due atti messi insieme. Un’ulteriore revisione del 1824, per Berlino, introdusse lo spettacolare incendio di Città del Messico nel terzo atto, mentre nell’ultima versione predisposta da Spontini (Berlino 1832) il grandioso rogo veniva soppresso. Protagonista prima dell’opera è Amazily, contesa tra l’amore per il conquistatore e i doveri verso la patria. A lei spettano alcuni dei pezzi migliori della partitura, quali il recitativo con Cortez e l’aria “Hélas! Elle n’est plus” (spostati dal primo al secondo atto nel rifacimento), entrambi esemplari dell’intensità espressiva degli interventi di Amazily su diversi registri, dall’elegiaco a quello romanticamente appassionato (si veda la seconda sezione dell’aria, Allegretto animato). Altra apparizione notevole della ragazza è il duetto con Cortez “Un instant nous reste” sul finire del terzo atto, luogo in cui i sentimenti dei personaggi (lo ‘spirto guerrier’ dell’uno e la calma rassegnazione dell’altra) si scontrano, risolvendosi, nella seconda versione dell’opera, in una scena di Amazily in cui l’orchestra commenta drammaticamente la situazione angosciosa della ragazza. Carattere insigne della partitura è l’elaborata strumentazione: Spontini utilizza una seconda orchestra fuori scena, introduce in modo massiccio le percussioni, tra cui l’ ajactazily messicano, e prescrive per diversi strumenti l’impiego con la sordina (tra di essi i clarinetti e i piatti). Sorta di ‘vetrina’ di questa serie di esperimenti timbrici è il coro di spagnoli “O doux moment”: su un motivo di marcia sentito da lontano il coro festeggia la liberazione di Alvaro, cedendo poi il passo a un gruppo di tre solisti (Cortez, Amazily e Moralez), che viene quindi raggiunto dalla massa corale, ottenendo in progressione un effetto di sonorità monumentale. L’opera, secondo le consuetudini di Francia, è ricca di danze, tra le quali spicca in particolare quella che precede, nel secondo atto, il coro “Enfants du dieu de la lumière”, un Allegretto cantabile affidato al timbro argentato di violini e flauto; oppure la danza ‘barbara’ migrata, nel rifacimento, all’inizio del primo atto. Tra i pezzi scritti ex novo per la ripresa del 1817, emergono il concertato iniziale dell’opera e quello che chiude il primo atto. In quest’ultimo, che muove da un quartetto (Amazily, Telasco, Montezuma e il sommo sacerdote), la tensione cresce progressivamente e inesorabilmente sino all’intervento del coro; al popolo messicano viene affidata in questo caso una parte scritta nel primo Cortez per il finale del secondo atto e destinata in origine ai soldati spagnoli. Un altro importante coro, scritto già dal 1809, è quello dei prigionieri spagnoli con Alvaro, “Créateur de ce nouveau monde”, in cui un l’afflato religioso, di sapore già romantico, viene evocato da un’orchestrazione rarefatta, basata su viole e violoncelli con sordina.

Type:

ou La conquête du Mexique Tragédie lyrique in tre atti

Author:

Gaspare Spontini (1774-1851)

Subject:

libretto di Victor-Joseph-Etiénne de Jouy e Joseph-Alphonse d’Esmenard

First:

Parigi, Opéra, 28 novembre 1809

Cast:

Fernand Cortez (T); Montezuma, re del Messico (B); Télasco, parente del re (B); Amazily, sua sorella (S); Alvarez, fratello di Cortez (T); Moralez, amico e confidente di Cortez (B); il sommo sacerdote messicano (B); sacerdoti, ufficiali e soldati s

Signature:

r.m.

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