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Spettacolo,  Cinema

Festa della donna: 10 film su 10 grandi icone

Dalla letteratura all’arte, dalla politica alla musica: 10 ritratti su pellicola di grandi personaggi femminili che hanno segnato il ‘900 (e oltre), per festeggiare la Festa della Donna

Dieci film dedicati a grandi personaggi femminili da ricordare nel giorno della festa della donna. Da Virginia Woolf a Frida Kahlo, da Edith Piaf a Marilyn Monroe: donne che hanno marchiato a fuoco il vecchio secolo, con rabbia e tenerezza.

10 film per la festa della donna

Nel novero è presente il biopic dedicato a Valerie Solanas, la fanatica che tentò di uccidere Andy Warhol. Un attentato al re della pop art che la trasformò in un’eroina alla rovescia, capace di rappresentare, a modo suo, il lato più estremo delle polemiche femministe di fine ‘900.

THE HOURS (2002):

Virginia Woolf, Laura Brown e Clarissa Vaughan. La prima vive negli anni Venti, la seconda nei Cinquanta e la terza ai giorni nostri. Sussex, Los Angeles e New York. Tre storie, un unico filo conduttore: Virginia Woolf (Nicole Kidman) nel 1921 inizia a scrivere il libro che verrà pubblicato nel 1925, Mrs Dalloway. La sua malattia mentale avanza e la scrittrice se ne accorge.

Laura Brown (Julianne Moore) vive a Los Angeles e nel 1952 inizia a leggere il libro della Woolf. La sua vita sembra normale: ha un marito che la ama molto e un figlio adorabile. La lettura del romanzo, però, le sconvolge la vita e mette in discussione, per la prima volta, tutte le sue certezze. Clarissa Vaughan (Meryl Streep) vive a New York e sta preparando la festa per il suo amico poeta.

Richard la chiama Mrs Dalloway, perché è l’incarnazione in chiave moderna. Le tre donne ricercano la propria esistenza, il significato della loro vita e, come diceva la Woolf, la vita di ognuno è legata in qualche modo a quella di altri. Oscar alla Kidman, che mette in scena uno straordinario ritratto della scrittrice inglese: un medium che sente la vita attraverso le indomite e impetuose ‘onde’ della sua stessa arte.

JACKIE (2016):

Jackie Kennedy vista nel momento più drammatico, quello immediatamente successivo alla morte di J.F.K.: la lotta della first lady con la rabbia e lo stordimento, l’affacciarsi alle conseguenze  immediate del trauma e la necessità di proteggere la propria famiglia mantenendo salda la forza e integrità, in uno dei momenti più difficili passati dal popolo statunitense e dalle loro guide politiche.

Natalie Portman ha interpretato il dolore, lo spaesamento e la dignità di Jackie raggiungendo un risultato straordinario, frutto di un lento e prudente avvicinamento al personaggio, raggiunto grazie a uno studio certosino e a un forte slancio passionale.

FRIDA (2002):

ambiziosa biografia della pittrice e attivista messicana Frida Kahlo. Una vita sospesa a mille tormenti: fisici, sentimentali, artistici. Ottimo lavoro di Salma Hayek, abbruttita eppure estremamente magnetica e sensuale. Tanta la carne sul fuoco per un film che racconta una delle artiste oggi più amate, un’icona tanto esotica e misteriosa quanto capace, come poche altre, di attirare l’empatia e l’identificazione delle donne di tutto il mondo.

LA VIE EN ROSE (2007):

da cantante di strada a regina della canzone francese. La vita di Edith Piaf è la dimostrazione di come si possa raggiungere l’Olimpo e la catarsi offerta dall’arte partendo dal nulla. Un film lussuoso eppure conservatore nella forma: l’impressionante interpretazione di Marion Cotillard, qui irriconoscibile, le valse un premio Oscar.

ERIN BROCKOVICH (2000):

un altro commovente ritratto di donna, un altro Oscar, questa volta per Julia Roberts che interpreta qui il ruolo di una madre divorziata eppure coraggiosissima nel portare a galla uno scandalo legato all’inquinamento dell’acqua, che mise realmente a repentaglio le vite di milioni di abitanti della California. Erin Brockovich è il ritratto del puro carisma battagliero, di chi non concede sconti e supera ogni ostacolo.

EUROPA 51:

Irene è una donna scissa. Dopo la perdita del figlio, di cui si sente colpevole, cerca il riscatto sociale e umano prima frequentando un amico che la introduce alla ‘fede’ comunista e scegliendo di lavorare in fabbrica, poi attraverso la carità, nel tentativo di fare del bene gratuito a chi le sta accanto.

Per questo finirà in un reparto psichiatrico, tanto inaccettabile risulterà agli occhi dei ‘normali’ la sua perversione al bene. Uno splendido film di Rossellini sulla disperata inaccettabilità del vero eroismo: il ritratto della protagonista è dichiaratamente ispirato alla figura della filosofa Simone Weil, l’ultima vera catara.

MARILYN (2011):

Il film racconta i tentativi della più grande icona americana del ‘900, Marilyn Monroe, per entrare nel mondo del cinema. Qui ritratta nei suoi rapporti, talvolta difficilissimi, altre meno amari, con attori, mariti, assistenti. Un film che ricostruisce alla perfezione l’ambiente dell’epoca: Michele Williams ridà vita a Marilyn accentuandone la sensualità e quella tenera sprovvedutezza che seppe rapire il cuore degli uomini che e stettero vicini.  

A DANGEROUS METHOD (2011):

il ritratto della donna e della psicologa che seppe frapporsi tra Jung e Freud aggravando la crisi che portò alla scissione delle loro due scuole. Basato su eventi reali, seppure debitamente romanzati, il film di Cronenberg osserva proprio  le relazioni burrascose tra Carl Jung, psichiatra alle prime armi, il suo maestro Sigmund Freud e Sabina Spielrein, la bella giovane paziente che si frappone tra i due.

Nel triangolo si inserisce anche Otto Gross, un paziente sedizioso, determinato ad allargare il più possibile i propri orizzonti. La loro personale esplorazione della sensualità, dell’ambizione e dell’inganno spinge Jung, Freud e Sabina a mettere in discussione e cambiare per sempre la natura del pensiero moderno. Un triangolo di passioni, per una festa della donna nel segno della morbosità…

UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA (1990):

Jane Champion, capace di raccontare con delicatezza e forza poetica la vita e i tormenti delle donne, ha raccontato in questo film la vita di Janet Frame, scrittrice neozelandese vissuta nell’indigenza, dalla quale è stata capace di riscattarsi grazie al proprio straordinario talento artistico e caratura intellettuale, prima di sprofondare nell’oblio della follia dopo la diagnosi di schizofrenia e i 200 e oltre elettroshock subiti.

Il film racconta tutta la vita della scrittrice e lo fa senza puntare sullo scontato binomio genio/follia, riservando quindi il miglior trattamento possibile alla vita e alle vicende di quella che è stata semplicemente un’artista, la figura sociale che dovrebbe essere la più aliena da facili schematismi.

HO SPARATO A ANDY WARHOL (1996):

Valerie Solanas, fanatica profeta femminista ed autrice del libro-manifesto ‘Scum’, per la demolizione del maschio, fallì nell'”impresa” riuscita a Mark David Chapman: uccidere la grande star. Ci provò con Andy Warhol, che tentò di stalkerizzare per anni nel tentativo di avere una parte nei suoi film e un ruolo nel suo pantheon personale.

Lily Taylor è una Solanas tesa come un violino, una borderline perennemente eccitata: un’interpretazione che le valse plausi al Sundance Film Festival del 1996. Solanas è il volto nero dello stardom del ‘900, una sorta di Charlie Manson al femminile con tutti gli adeguamenti del caso: un’icona sinistra, scomparsa 30 anni, che tuttavia si porta ancora dietro le sue fanatiche seguaci.

Buona festa della donna!

Conclusioni: Dieci ritratti di grandi celebrità e figure straordinarie del ‘900 portate al cinema, per brindare alla festa della donna nel segno dell’arte

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