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Finanziamenti russi in Occidente, la politica trema

Dagli USA arriva la notizia che la Russia ha speso circa 300 milioni di euro dal 2014 a oggi per influenzare la politica di almeno 24 Paesi. Washington non ha rivelato i nomi dei coinvolti, ma la politica italiana trema

Secondo il presidente del Copasir Adolfo Urso, per il momento, non ci sono notizie del coinvolgimento dell’Italia nell’inchiesta USA sui finanziamenti della Russia nella politica di altri Stati, in particolare quelli Occidentali. Il segretario di Stato Antony Blinken ha sollecitato le ambasciate e i consolati in 24 Paesi in Europa, in Africa e nel Sud-Est asiatico a rendere nota la questione senza fare nomi. A meno di due settimane dalle elezioni questa bomba politica rischia di sconvolgere gli equilibri italiani.

La Russia investe in Occidente

Il dossier americano è stato concepito come un documento interno e quindi non fa riferimento esplicito ai nomi dei Paesi, dei partiti o delle singole persone coinvolte, infatti il governo Draghi non è stato informato della sua esistenza. Detto ciò, è evidente che l’aver smosso le ambasciate in alcuni Paesi per “sollevare il problema” è una mossa per avvertire che i finanziamenti delle Russia hanno già raggiunto i conti correnti della politica di quel determinato Stato. Roma ha chiesto a Washington se l’Italia fosse coinvolta ma ha solo ricevuto vaghe risposte. L’indagine, che in America ha già messo in luce un interesse russo verso Trump, senza però mai provare il legame, è ancora in corso e gli USA non vogliono sbilanciarsi e bruciarsi quello che potrebbe infliggere un duro colpo alla strategia a lungo termine della Russia.

L’indagine USA risale al periodo in cui c’era il sospetto, provato in parte, che Putin avesse manipolato e indirizzato le elezioni a favore di Trump. Secondo il dossier, i soldi investiti sono circa 300 milioni dal 2014 a oggi ma molto probabilmente quelli non rintracciati sono ben di più. “Il Cremlino e i suoi agenti hanno trasferito questi fondi nel tentativo di plasmare le politiche straniere a favore di Mosca”, si legge nel documento. “Gli Stati Uniti utilizzeranno canali di collegamento ufficiali con i Paesi presi di mira per condividere informazioni ancora riservate sulle attività russe”, ha aggiunto. Il dossier afferma che Mosca non ha solo pagato direttamente o indirettamente politici o partiti stranieri ma ha anche effettuato operazioni di disinformazione su internet, rilevatesi molto efficaci.

Nei mesi e anni passati il tema dell’influenza russa in Italia è stato ampiamente dibattuto soprattutto in relazione alla Lega, che ha già minacciato querele nel caso in cui il partito venga accostato impropriamente a queste indiscrezioni, e ai presunti legami tra Antonio Capuano e gli agenti di Mosca. Ora il problema si allarga perché tra 11 giorni ci saranno le elezioni che potrebbero cambiare le sorti e la traiettoria d’allineamento italiana un po’ più verso Mosca e questo gli USA e l’Europa non possono permetterselo. Già oggi la von der Leyen ha ribadito il sostegno all’Ucraina e il fronte a sua sostegno non può perdere l’Italia.

La politica trema

Probabilmente venerdì il Copasir si riunirà per fare il punto della situazione. È possibile che nelle prossime ore o giorni gli USA rilascino più informazioni e quindi l’attività di verifica da parte degli organi di competenza è più che mai necessaria.

Nel frattempo, tutti i leader politici si sono destati e hanno rilasciato dichiarazioni più o meno forti.

La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è partita all’attacco ma solo per difendersi. “O ci forniscono le prove, o dovremo querelarli per diffamazione (in riferimento a un’allusione di La Repubblica, ndr). Quando si dichiara una cosa dicendo di non avere prove, ci si assume la responsabilità. Ci portino le prove. Ma siccome so che le prove non ci sono perché Fratelli d’Italia non prende soldi da stranieri, credo che la querela sia inevitabile”.

Anche il leder della Lega Matteo Salvini, da sempre accusato di aver dei rapporti mai del tutto chiariti con Mosca, cerca di evitare il colpo. “Mai chiesti e mai presi rubli, dollari o dinari dalla Russia, l’unica cosa che portai da Mosca furono Masha e Orso. Strano che ogni volta a 10 giorni dal voto arrivano queste fake news. Altro paio di maniche è tifare per la pace e non perché mi pagano per farlo. Se qualcuno ha preso dei soldi, lo dica. La Russia può aver anche pagato tre quarti dei partiti italiani, che ne so io. Se fai una denuncia dici chi, che cosa e come. Mi sembra che qualcuno a sinistra lo usi per non parlare di italiani e di bollette. Sono la priorità, non la Russia e la Finlandia”, ha  ai microfoni di Rtl 102.5.

“Prima del voto gli italiani devono sapere se l’Italia sia tra i 20 paesi ai quali sono arrivati i 300 milioni di dollari russi come reso pubblico dai servizi statunitensi”, è la priorità dei Radicali.

“Si deve fare chiarezza prima del voto, intervenga subito il Comitato parlamentare”, sulla stessa linea anche il PD di Enrico Letta che per il momento non si sbilancia troppo.

“Il M5S come sempre agisce in piena trasparenza: ci auguriamo che il Copasir indaghi con il sostegno di tutte le forze parlamentari. Non possiamo non esprimere preoccupazione sul fatto che la campagna elettorale possa essere inquinata da fattori esterni”, afferma Giuseppe Conte.

“Dicono che la Russia abbia finanziato partiti in 20 nazioni, dal 2014, con oltre 300 milioni di dollari. La cosa non mi stupisce perché c’era una tradizione antica da parte loro. Però vorrei sapere i nomi, se esistono, di eventuali beneficiati italiani. Perché è alto tradimento”, ha twittato così il co-fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto.

Foto di copertina: NYT

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Editor: Lorenzo Bossola

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