mame-francesca-liberatore-intervista-al-talento-italiano. Francesca Liberatore
Moda

Francesca Liberatore – intervista alla designer

Una carriera in continua ascesa, quella di Francesca Liberatore, che in questa intervista si racconta senza freni

Con il debutto in passerella della designer romana, qualche anno fa, abbiamo avuto la certezza che da lì a poco ci sarebbe stato un cambio generazionale tra le file del Made in Italy. Step by step, infatti, Francesca Liberatore è riuscita ad affermarsi nel fashion biz. Generosa, femminile, intelligente e creativa: Francesca è lo specchio delle sue creazioni.

Il suo trionfo sulle passerelle milanesi riecheggia nell’esperienza newyorkese: palcoscenico reale del suo esordio nella moda che oggi la plaude ad ogni suo show.

Francesca Liberatore è tra i designer che hanno scelto di aderire a MAM-e Art Fashion nel quale potrete trovare – e acquistare – una selezione dei migliori talenti e artigiani del fatto in Italia.

L’intervista a Francesca.

 

Francesca, l’anno è agli sgoccioli: tiriamo un po’ le somme?

Un anno molto pesante ricco di movimenti, avvenimenti, cambiamenti ed energia. Evoluzione e consolidamento che indicano movimento e costanza al tempo stesso. Quest’anno ho lavorato indistintamente tra America, Italia, Parigi, Shanghai e Cuba. E siamo a novembre.

In questi giorni hai presentato il tuo eponimo libro: un racconto diviso tra parole e immagini che rivela il lato più intimo di te come persone e artista. Cosa ti ha spinta a realizzarlo?

Per mio carattere, il momento più bello, la crescita, lo stupore, la scoperta, la creazione avvengono durante il processo e non soltanto nel prodotto finale. Questo è quello che dà la vita ad un mio capo, quello che permette al pubblico di amarmi o odiarmi, di emozionarsi durante i miei racconti in backstage o di guardarmi come un animale raro. Questo allo stesso tempo è ciò che desidero trasmettere della moda alle nuove generazioni perché cosi, mi è stata insegnata e cosi l’ho amata. 

Molti sono i modi per fare business, molte le persone più brave di noi che potrebbero creare dei modelli imprenditoriali su di noi, ma poche sono le persone che affascinano proponendo agli altri un punto di vista diverso attraverso la loro estetica, che percepiscono, si entusiasmano e traducono producendo; questo è quello che ho desiderato fare: trasmettere la speranza di percorsi di vita all’interno della moda che si esplicano nelle motivazioni di tutti i giorni. Un diario di lavoro che si arricchisce di cose belle – o che facciamo diventare belle – affinché gli altri desiderino guardarle ascoltandoci.

 

La biografia di Francesca Liberatore è consultabile sul Dizionario della Moda di MAM-e.it

 

Nell’Italia di oggi è ancora concesso sognare alle nuove risorse del Made in Italy?

Anche per fare bei sogni ci vuole forza, spinta e creatività, questo sempre e ovunque, quindi sempre e ovunque è possibile. L’Italia in questo momento ha un sistema difficoltoso, le operatività rallentano le visioni, e i sogni si riducono a desideri più afferrabili perdendo la percezione dello straordinario.

Qual è il tuo rapporto con il sistema moda italiano? La tua esperienza newyorkese ti avrà certamente dato modo di carpire i punti di forza del nostro settore, dal supporto ai talenti all’organizzazione degli eventi.

Tutti i sistemi hanno i propri pro e contro, tutte le mie scelte sono sempre state dettate da un preciso percorso e dal cuore. NYFW è l’immenso, ti senti al centro del mondo. MFW è casa dove iniziai con “remember forever remember together” degli Air. Quindi è stato un preciso richiamo dopo 7 stagioni nella NYFW ad aver consolidato le mie relazioni, desiderare di ritrovare degli occhi e dei nomi e non soltanto mani che mi applaudono: difficile completare la felicità se non la si condivide con chi segue il periodo che precede lo show e non gode del risultato, allo stesso tempo il tornare a casa è sempre una spinta per ricominciare ad esplorare.

Ha fatto molto discutere la notizia di 47 mila posti di lavoro che potrebbero rimanere vacanti a causa di un dimezzamento dei diplomati nel campo della moda. Qual è la tua opinione su tale tematica?

Beh ne sono stupita, da stilista e da docente. Calcolando l’incredibile numero di studenti che diplomiamo ogni anno in Italia e nel mondo e l’alta competizione a cui siamo abituati. Ho sempre pensato avremmo dovuto fare maggiore selezione all’ingresso per valutare le reali potenzialità ma soprattutto motivazioni e mordenti per avere la possibilità di poter offrire un futuro.

“NYFW è l’immenso, ti senti al centro dell’universo. MFW è casa”. Francesca Liberatore.

 

Passiamo a domande dall’atmosfera natalizia. Qual è il ricordo più bello, legato al Natale, che conservi nella memoria?

I miei cugini che mi spaventavano con i rumori e la befana che usciva dalla cappa della cucina.

Qual è stato il tuo sogno ricorrente?

Quelli che ricorrono sono sempre un po’ inquietanti…

Come speri, invece, di poter realizzare per il tuo prossimo futuro?

Per realizzare il mio futuro ci lavoro ogni giorno e ogni minuto, su cosa: una direzione creativa importante.

Ti vedremo in passerella durante la prossima settimana della moda milanese di febbraio?

Sto senz’altro lavorando per questo!

 

 

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