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Francesco Petrarca – L’eco di un mito

Un nome, un mito: il 20 luglio 1304 nasceva Francesco Petrarca, uno dei più grandi poeti della storia.

Francesco Petrarca

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Il poeta, scrittore e filosofo Francesco Petrarca

Considerato il precursore dell’Umanesimo, Francesco Petrarca è stato un uomo capace di vedere oltre il proprio presente.

Infatti, è il primo ad autodefinirsi “cittadino del mondo”, scardinando il tradizionale concetto di patria. Inoltre, in ambito filosofico, ripropone l’agostinismo in opposizione alla scolastica.

Il padre di Petrarca, ser Petracco, è amico di Dante Alighieri: entrambi appartenevano alla fazione dei guelfi bianchi.

Anche il giovane Francesco incontra il celebre autore della Divina Commedia, probabilmente nella città di Pisa nel 1311 circa.

Successivamente, Petrarca studia a Carpentras, a Montpellier e a Bologna; in questo periodo scopre di non essere interessato al diritto o alla giurisprudenza.

Dal 1326 al 1341 Petrarca vive il cosiddetto “periodo avignonese”, al servizio della famiglia Colonna. Proprio nel 1327, in più, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, il giovane conosce Laura.

Lei sarà la donna protagonista del capolavoro del poeta, il Canzoniere. Quest’opera, tuttavia, si presenta più come un percorso di riscatto da tale amore travolgente piuttosto che essere una storia romantica.

L’autore, infatti, presenta se stesso come un modello di virtù, in perenne lotta contro i vizi umani.

Nel corso della sua vita, il poeta si dedica totalmente allo studio dei classici, anticipando le tendenze culturali del Rinascimento. Si spegne ad Arquà nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 1374. Secondo la leggenda, la morte lo ha colto durante uno studio di un testo di Virgilio.

Citazioni

  • La vita fugge e non s’arresta un’ora. (Canzoniere)
  • A che ti giova insegnare agli altri […], se intanto tu per primo non ascolti te stesso? (Lettera a Cicerone, nella raccolta delle Familiares)
  • Infinita è la schiera degli sciocchi.(Trionfi)
  • I libri ci offrono un godimento molto profondo, ci parlano, ci danno consigli e ci si congiungono, vorrei dire, di una loro viva e penetrante familiarità. (dalle Epistole)
  • Il mondo, più che io lo giro, e meno mi piace. (Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari)
  • Seguite i pochi, et non la volgar gente. (Canzoniere)
  • Ho sempre avuto il massimo disprezzo per le ricchezze, non perché non mi piacessero, ma perché odiavo le fatiche e le preoccupazioni che ne derivano. (Lettera ai posteri)
  • Quegli cui non è castigo sufficiente una moglie, è degno di averne parecchie. (De remediis utriusque fortune)
  • Stanco già di mirar, non sazio ancora. (Trionfi)
  • L’adolescenza mi illuse, la gioventù mi traviò, ma la vecchiaia mi ha corretto e con l’esperienza mi ha messo bene in testa che era vero quel che avevo letto tanto tempo prima; che i godimenti dell’adolescenza sono vanità. (Le Epistole familiari)
  • Il saggio muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione. (Ecloghe, VIII)
  • Cosa bella e mortal passa e non dura. (Canzoniere)

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