Dizionario Opera

Françoise de Rimini

La rappresentazione di Françoise de Rimini , ultima opera di Ambroise Thomas, fu un evento di grande rilevanza che coinvolse alcuni dei più celebri cantanti dell’epoca. Malgrado ciò, nonostante lo sfarzo della scena e il prestigio indiscusso del compositore settantunenne, l’esito fu tiepido. A nulla valsero gli sforzi di un gruppo di convinti sostenitori (tra i quali Ernest Reyer), l’opera non si sostenne e sparì, a parte sporadiche riprese, dal repertorio. Eppure presentava momenti di sicura presa, come il prologo nel quale Dante, guidato da Virgilio, incontra nel primo cerchio dell’inferno Paolo e Francesca e decide, su suggerimento del poeta latino, di narrare la loro vicenda. Eccoci quindi a Rimini. Paolo e Francesca, leggendo insieme la storia di Ginevra e Lancillotto, scoprono di amarsi. Malatesta fratello di Paolo, esiliato un tempo dalla città, torna al comando dei guelfi, mette sotto assedio Rimini e la conquista. Francesca, chiesta in sposa da Malatesta e ingannata dalla falsa notizia della morte di Paolo in battaglia, si rassegna al suo destino e, per il bene del popolo, accetta il matrimonio. Col riapparire di Paolo, però, divampa nuovamente la passione che perderà i due giovani. Incontratisi nell’oratorio bizantino, sono sorpresi da Malatesta che alza la spada su di loro, «un sipario di nubi passa sul boccascena» e ci ritroviamo all’inferno. È l’epilogo: davanti a Dante e Virgilio, i due continuano a duettare appassionatamente. All’improvviso ecco apparire Beatrice, si ode un coro celeste. È il segno del perdono accordato ai due amanti sventurati.

Opera di impianto monumentale, Françoise de Rimini è un vera e propria enciclopedia di forme, modi e luoghi tipici dell’ opera francese. Qualche esempio: tra le pagine corali troviamo un coro invisibile, un coro di dannati, un coro a bocca chiusa, un valse , un coro di paggi, un coro di festa, una Apotheose. Un personaggio accessorio come il paggio Ascanio (ma interpretato alla prima dalla celeberrima Richard), è gratificato da strofe nel primo atto, couplets nel secondo, preghiera nel terzo e chanson nel quarto. Né mancano una pantomima, una marcia delle bandiere e il canonico balletto con habanera , saltarello e simili. In questa babelica congerie, il compositore si muove con mestiere consumatissimo, strumenta con inventiva (usando anche saxofono alto e baritono e saxhorn), azzecca melodie trascinanti (l’ingresso di Virgilio nel prologo, ad esempio). Ce n’è abbastanza insomma, per ritenere l’addio alle scene di Thomas, una sorta di estremo testamento, nel bene e nel male, del grand-opéra francese.

Type:

Opera in un prologo, quattro atti e un epilogo

Author:

Ambroise Thomas (1811-1896)

Subject:

libretto di Jules Barbier e Michel Carré

First:

Parigi, Opéra, 14 aprile 1882

Cast:

Françoise (S); Ascanio (A); Virgile (A); Paul (T); Malatesta (Bar); Guido da Polenta (B); Dante (B/Bar); serafini, dannati, guelfi, ghibellini, dame, valletti, paggi, borghesi, soldati

Signature:

l.g.

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