Fuga da Mosca: le multinazionali che stanno abbandonando la Russia
Fuga da Mosca: i brand che stanno lasciando la Russia e la teoria di Friedman
Fuga da Mosca e le aziende che stanno abbandonando la Russia: il primo McDonald’s a Mosca fu un successo, ma oggi la teoria di Friedman non sta in piedi. Sono diverse le multinazionali e i brand famosi in tutto il mondo, che stanno abbandonando o limitando la propria attività in Russia.
Fuga da Mosca: le multinazionali e i brand che stanno abbandonando la Russia
Fuga da Mosca. Stati Uniti ed Europa hanno annunciato le loro sanzioni nei confronti della Russia, cercando di metterla in difficoltà il più possibile. Una marea di brand occidentali ha deciso, quindi, di lasciare Mosca.
ExxonMobil, Bp e Shell stanno rapidamente ritirando i propri investimenti. Ma anche Apple, Google, Microsoft e Facebook hanno chiuso o limitato la propria attività: il social media di Mark Zuckeberg è stato addirittura messo al bando dal Cremlino, così come Twitter, per censurare ogni notizia sgradita sulla guerra, scrive Repubblica.
Walt Disney e Netflix hanno sospeso il lancio di film e la produzione di pellicole. Tra le aziende che stanno abbandonando la Russia anche le catene di abbigliamento H&M e Nike, così come le industrie automobilistiche Volkswagen, Toyota e Mercedes, hanno interrotto le forniture o le operazioni.
Ikea ha chiuso i suoi megastore, lasciando 17 mila persone senza lavoro.
Una sospensione “temporanea” è stata annunciata pure dai grandi brand del lusso che prosperavano nella Mosca degli oligarchi: Hermès, Chanel, Cartier, Gucci, Dior, Louis Vuitton, citando “crescenti preoccupazioni per la situazione”.
Il primo McDonald’s a Mosca fu un successo: ora la teoria di Thomas Friedman è messa in discussione
McDonald’s Russia. Il primo McDonald’s, in Unione sovietica, nasceva il 31 gennaio 1990. E fu un successo. Migliaia di persone affollarono il nuovo locale, formando code chilometriche nel centro di Mosca, in Piazza Pushkin. Era il passaggio da un’epoca all’altra: dal comunismo al capitalismo democratico.
Thomas Friedman, giornalista americano del New York Times, scrisse un libro: Le radici del futuro, la sfida tra la Lexus e l’ulivo. Qui fece un’analisi sul colosso del fastfood. «Due nazioni che hanno un McDonald’s non si combatteranno mai». Secondo l’analisi di Repubblica sul libro di Friedman, un paese diventa un McDonald’s country, sviluppato, quindi, economicamente, e non più interessato a combattere guerre. Grazie alla globalizzazione i paesi con forti legami economici hanno troppo da perdere a farsi la guerra.
Ma ora non pare così. Russia e Ucraina ospitano diversi McDonald’s, eppure si stanno facendo la guerra, mettendo, quindi, in crisi la teoria di Friedman.
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