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GABBANI A SANREMO IN TESTA ALLA CLASSIFICA

Francesco Gabbani è una vera e propria macchina da Sanremo: il cantante di Carrara, classe 1982, non è nuovo al pubblico del Festival, anzi.

Francesco Gabbani a Sanremo 2020 distrugge la classifica parziale della quarta serata e si piazza al primo posto con la sua ” Viceversa”, seguita da Le Vibrazioni con Dov’è. Terzo Piero Pelù con Gigante. Gabbani ha aperto e apre anche i concerti di star nazionali e internazionali come Franco Battiato, Francesco Renga, Anastacia e Simply Red. All’Ariston però, gioca in casa. Il suo successo ha inizio un po’ a sorpresa nel 2016, anno in cui vince la sfida nella sezione Nuove proposte.

Gabbani al Festival di Sanremo 2020

https://www.youtube.com/watch?v=Tjutjldi48o

Quest’anno invece Gabbani torna a Sanremo 2020 con una canzone tutta diversa dalle precedenti: argomento tutto sommato connesso allo spirituale, al religioso e ritmo accativante.

Con Viceversa, quest’anno Gabbani ritorna su un grande classico (i maliziosi diranno un cliché) della canzone italiana, di Sanremo in particolare: l’amore. Lo fa senza rinunciare alla qualità dello spartito, ne totalmente all’aria scanzonata con cui aveva convinto nel 2016 e 2017.

Se ci sono quegli artisti che tutti sappiamo che partecipano, ma non vincono (per la canzone, a volte solo per il nome), Gabbani è invece il classico purosangue di Sanremo.

Gabbani a Sanremo nel 2016

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Gabbani vince Sanremo 2016 nella sezione Nuove proposte.

Il cantatutore carrarese conquista per la prima volta la palma di Sanremo nel 2016, con la canzone Amen. “E allora avanti popolo, dimentichiamo con un Amen”, come direbbe lui? Proprio no! Si ripresenta infatti l’anno dopo, nel 2017, questa volta nella categoria Big e stravince nuovamente.

Sanremo 2017: “Occidentali’s karma”

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Gabbani nel 2017.

Nel Festival condotto da Carlo Conti, Gabbani torna e alza ancora una volta la statuetta del Leone d’oro. Questa volta con la canzone Occidentali’s karma, singolo che avrà un successo esorbitante anche dopo il Festival, arrivando a più di 230 milioni visualizzazioni su YouTube.

Una canzone costruita a sfilza di citazioni, disposte di seguito, orizzontalmente, ma che non per questo perde in verticalità, in profondità. Anzi, i suoi Buddha in fila indiana e l’ironia sulla spiritualità o nuova spiritualità occidentale fanno pensare a Magic shop di Franco Battiato, brano del 1979 pubblicato nell’album L’era del cinghiale bianco. Così come dal punto di vista musicale, non è da escludere l’influenza del grande cantautore siciliano, anzi.

 

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