Mame arte GALLERIA RAFFAELLA CORTESE: SIMONE FORTI E SILVIA BÄCHLI Simone Forti, On An Iron Post,
Arte,  Mostra

Galleria Raffaella Cortese: Simone Forti e Silvia Bachli

Nata nel 1995, la Galleria Raffaella Cortese, fin dai primi anni di attività, si è dedicata ad autori italiani e stranieri che lavorano con diversi media.  Il programma espositivo della galleria si focalizza, principalmente,  su artiste americane e su artisti europei.  Con una particolare attenzione alla scena artistica femminile.

In un continuo e stimolante equilibrio tra ricerca e sperimentazione, e grazie alla costante collaborazione e ai rapporti di fiducia con gli artisti, Raffaella Cortese è sempre al centro della vita culturale milanese. In quasi  25 anni di attività ha collaborato  con la città e  le istituzioni nazionali collocando la galleria in un panorama artistico più ampio. 

Mame arte GALLERIA RAFFAELLA CORTESE: SIMONE FORTI E SILVIA BÄCHLISimone Forti, On An Iron Post,
Simone Forti, On An Iron Post,

Galleria Raffaella Cortese

Sin dall’inizio la Galleria ha costruito la propria identità attorno al suo costante interesse per le donne artiste, in particolare americane. Artiste  vicine alle idee femministe e post-femministe, come Zoe Leonard, Roni Horn, Martha Rosler, Kiki Smith e Joan Jonas, solo per nominarne alcune.

Ha sempre orientato il suo programma espositivo verso l’identità individuale, nazionale e politica, le questioni femministe, la lingua e la letteratura. Senza dimenticare giovani talenti italiani come Monica Bonvicini, Francesco Arena, Michael Fliri e Marcello Maloberti, artisti che hanno ottenuto importanti riconoscimenti internazionali nel corso degli anni. 

Nota particolare: il grande impegno che la Galleria Raffaella Cortese  ha sempre portato avanti nella cura, nella formazione e nella crescita dei collezionisti, cercando di stimolare e portare alla passione per l’arte anche le nuove generazioni.  Attraverso l’organizzazione di eventi specifici tra cui il programma di talk gallery organizzato per promuovere il dialogo tra gli artisti , il pubblico e i curatori.

Mostre in corso

ll grande open space  in Via Stradella, a Milano e le altre due sedi – di più recente apertura  ma nella stessa via – consentono di ospitare mostre di grande respiro.

Come nel caso delle due exhibitions in corso: Simone Forti – On an Iron Post Silvia Bächli – Nähern.

GALLERIA RAFFAELLA CORTESE: SIMONE FORTI E SILVIA BÄCHLI
Simone Forti, On An Iron Post,

Simone Forti

La prima  esibizione  segna l’importante ritorno di Simone Forti con un assolo  in una galleria italiana,  dopo la storica collaborazione con la Galleria Attico a Roma alla fine degli anni ’70. 
Simone Forti,  nata a Firenze nel 1935,  è artista, danzatrice, coreografa, cantrice del postmoderno. Italo americana, nata da genitori ebrei, ha lavorato con Trisha Brown, Yvonne Rainer e Steve Paxton e performato e lavorato nei musei di tutto il mondo.
Negli ultimi decenni l’artista  è stata  più volte  presente  in Italia  partecipando  a spettacoli e laboratori. 
Dal Museo del Novecento a Milano a Palazzo Zenobio a Venezia,  alla Galleria Raffaella Cortese. Sempre impegnata con la sperimentazione e l’improvvisazione,  l’artista si è dedicata  nel tempo alla ricerca di una consapevolezza cinestetica.
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE: SIMONE FORTI E GALLERIA RAFFAELLA CORTESE: SIMONE FORTI E SILVIA BÄCHLI GALLERIA RAFFAELLA CORTESE: SIMONE FORTI E SILVIA BÄCHLI
Simone Bächli – Untitled 2016 – gouache on paper

Silvia Bächli

Artista svizzera attiva sin dagli anni ‘80, ha dedicato la sua ricerca allo sviluppo del disegno.  In bilico tra astrazione e accenni di figurazione, tra narrazione e azione. Un lessico di linee, griglie, movimenti  sempre in continua evoluzione caratterizza la sua produzione inconfondibile. Un’indagine costante ma in perenne mutamento.

Nähern: dal verbo tedesco che esemplifica l’azione di condurre e avvicinare, è il risultato di una ricerca decennale dell’artista sulla carta.

Le opere presentate in mostra sono recentissimi lavori che testimoniano la continuità di una ricerca in costante progresso.  “Sono sempre meno interessata a storie narrative con un inizio e una fine ” – afferma l’artista –. “L’effimero tra le storie e il tono stanno diventando più importanti per me, con tutte le loro lacune, tutto ciò che è non detto, le allusioni, le pause… Le storie che non possono essere addomesticate dalle parole”.

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